Del: 29 Aprile 2022 Di: Jessica Rodenghi Commenti: 0
Didattica digitale integrata, ce ne parla UniSì

A questo link potete trovare un articolo datato 31 gennaio sul tema della DAD, con cui abbiamo avuto a che fare durante la pandemia, interrogando studentesse e studenti, nonché le diverse liste di rappresentanza presenti in Statale, sul ruolo che questa avrebbe potuto rivestire una volta terminata l’emergenza sanitaria. Ora che questo momento è arrivato, essendo venuto meno dal 1° aprile lo stato di emergenza, ci occuperemo in questo articolo degli sviluppi più recenti a riguardo.


Il Decreto rettorale di fine emergenza è stato pubblicato il 29 marzo tramite i canali ufficiali della Statale. Le disposizioni sono state modificate in seguito al decreto-legge n°67, approvato dal Consiglio dei Ministri ed entrato in vigore poco dopo l’approvazione. Per quanto concerne gli studenti e le studentesse della Statale ci sono alcune novità. Innanzitutto, le lezioni dal 1° aprile sono tornate in presenza, con garanzia dello streaming sino al 31 luglio. In questo caso stiamo parlando di fruizione in tempo reale, che lascia la possibilità della registrazione a scelta delle singole Facoltà.

Il Decreto menziona l’introduzione di “nuove modalità didattiche inclusive e student-centered”, nonchè “l’implementazione degli approcci già messi in atto nell’anno passato.”

Questo al fine di raggiungere una “integrazione di esperienze di didattica online con la didattica in presenza attraverso l’applicazione di una varietà di strategie attive e partecipative”. A questo punto notiamo come le novità nel campo della didattica siano state definite e sembra procederanno in questo modo, sempre che non si verifichi un cambio della situazione epidemiologica. Si tratta poi degli esami, che sia nel caso degli scritti che nel caso degli orali si svolgeranno ordinariamente in presenza. 

Abbiamo avuto modo di confrontarci riguardo al contenuto del decreto rettorale con la lista di rappresentanza studentesca UniSì-Uniti a Sinistra, che rivendica l’inserimento all’interno del decreto stesso delle previsioni riguardanti la didattica digitale integrata (Ddi). 

«Innanzitutto si deve distinguere tra didattica a distanza, che abbiamo conosciuto durante la pandemia e che consiste nella trasposizione online delle lezioni frontali, e didattica digitale integrata, che vuole fare un passo avanti, utilizzando i mezzi digitali a disposizione e gli investimenti fatti dall’Università, ad esempio per la modernizzazione delle aule – ha spiegato Benedetto Longobardi di UniSì – Da questo punto di vista la Ddi rappresenta senza ombra di dubbio un arricchimento e consiste nell’aggiungere alla didattica in presenza una serie di attività quali approfondimenti, forum per la discussione, oppure materiali per recuperare argomenti più problematici, dando la possibilità allo studente o alla studentessa di approfondire e metabolizzare meglio alcuni concetti che magari con la didattica tradizionale vengono lasciati indietro. I docenti e le docenti hanno un calendario accademico da rispettare, i tempi spesso sono stretti e un’implementazione della didattica con gli strumenti che già si conoscono potrebbe sostenere la fruizione in presenza.

Questo non vuol dire necessariamente abbandonare del tutto la DAD così come l’abbiamo conosciuta in pandemia. Certo, la socialità per UniSì è fondamentale e sicuramente la DAD da questo punto di vista fa perdere qualcosa; allo stesso tempo, però, può essere una possibilità per quanto riguarda il Diritto allo Studio per studentesse e studenti che non possono o fanno fatica a recarsi in Università, come studenti con fragilità, studenti lavoratori, fuorisede. Per queste categorie di studenti, anche con una minore burocrazia, riteniamo che sia fondamentale il mantenimento della possibilità di usufruire di streaming e registrazioni».

«Durante tutta la pandemia ci siamo concentrati molto sulla didattica, coscienti del fatto che lo streaming fosse l’unica soluzione adottabile in uno stato di emergenza, ma abbiamo sempre sottolineato il problema della didattica frontale, che impediva una interazione con la comunità studentesca; questo aspetto, già presente prima della pandemia, con la DAD si è accentuato – ha poi ricordato Pierfrancesco Pittalis – Venuta meno l’emergenza sanitaria, abbiamo portato in Senato Accademico il progetto della Ddi: inizialmente vi è stata una reticenza da parte dell’Amministrazione (si ricorderà quell’intervista risalente a dicembre in cui Franzini ribadiva come la nostra non fosse un’Università telematica, affermando la necessità di un ritorno totalmente in presenza). Nel frattempo, però, abbiamo portato progetti virtuosi che sono stati iscritti nel Decreto rettorale di fine marzo: in quest’ottica abbiamo fatto inserire la possibilità di portare avanti dei progetti pilota oltre a quelli già descritti, come le lezioni capovolte, che comunque vengono già effettuate da alcuni professori. Il fatto che questo sia stato inserito nel decreto rettorale indica un cambio di volontà da parte dell’Amministrazione, secondo noi indice anche di lungimiranza e coraggio».

Jessica Rodenghi
Jessica, attiva nel mondo e nelle società, per fare buona informazione dedicata a tutti e tutte.

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