Lo scorso 24 marzo è entrato in vigore il decreto legge n.24. Con esso è stata annunciata la cessazione delle misure di contrasto della pandemia che hanno mantenuto diversi settori fermi per anni. Tutti i distanziamenti e le limitazioni alla capienza sono stati eliminati, mentre rimane l’obbligo di mascherina ffp2 (anche in fila e nel tragitto) e Green Pass rafforzato fino al 30 aprile. A partire dal 1° maggio, in assenza di altre disposizioni, si ritornerà alla normalità pre-Covid (fonte RollingStone).
Visto il lungo processo che ha portato a questo momento, appena le restrizioni sono state limitate non si è dovuto attendere perché tutti i più grandi artisti cominciassero ad organizzare tour che comprendessero il più alto numero di stati possibile. Così dal 2022 in Italia si susseguiranno i tour di artisti del calibro di Iron Maiden, Rolling Stones, Elton John e Bryan Adams. Anche i cantanti più popolari del momento non hanno esitato a ripartire: Olivia Rodrigo a giugno, Dua Lipa a maggio, in estate Harry Styles e Justin Bieber, dal 2023 Shawn Mende. Tra i tour degli artisti italiani più attesi al primo posto vi è sicuramente quello di Blanco, giovane vincitore di Sanremo 2022, che in pochi minuti dall’annuncio ha fatto sold out a quasi tutte le date. Si riconfermano tra i più seguiti gli esponenti delle scene indie (Cosmo, Brunori Sas, Pinguini Tattici Nucleari) e trap/rap (Salmo, Gemitaiz, Sfera Ebbasta), mentre ottengono sempre più successo le voci che hanno raggiunto la popolarità durante la pandemia: Ariete, Sangiovanni, Gaia e Margherita Vicario. In estate si terrà la seconda edizione del Jova Beach Party, il tour di Jovanotti che mira ad avere particolare attenzione verso l’ambiente, ma sta sollevando numerose polemiche.
Questo cambiamento era agognato da tempo, soprattutto in vista della sessantaseiesima edizione degli Eurovision che si terrà al Parco del Valentino a Torino, dal 10 al 14 maggio. Per l’occasione sarà allestito il cosiddetto Eurovillage, che aprirà ufficialmente il 7 maggio. È destinato ad ospitare oltre 20.000 persone: oltre all’evento in sé ci saranno spettacoli di teatro, intrattenimento e concerti, saranno allestiti due maxischermi che proietteranno in diretta la finale (che si terrà al Palaolimpico).
La speranza è quella che un evento del genere possa servire non solo a festeggiare il successo della musica italiana, vincitrice lo scorso anno, ma un’opportunità per ricreare posti di lavoro che erano stati sacrificati durante la pandemia.
Tutti gli eventi culturali sono stati duramente colpiti dal Covid e dalle prorogate misure contenitive, ma il settore dei concerti è stato forse uno di quelli più svantaggiati nel nostro territorio. Mentre il resto del mondo cominciava a favorire la riapertura di questi eventi, infatti, il governo italiano ha atteso quasi un anno in più di altri prima di riportare in live la musica. Questa decisione è stata criticata da quasi tutti i maggiori esponenti del mondo dello spettacolo, inizialmente con mere lamentele, per poi arrivare a vere e proprie azioni politiche: dalla lettera aperta di Cosmo ai rappresentanti dell’Emilia-Romagna fino al concerto a sorpresa di Salmo, molti cantanti si sono esposti per chiedere che le misure venissero allentate in modo da permettere l’inizio della ripresa.
Sebbene queste voci siano state le più forti, il disagio vero è stato sperimentato da tutti gli operatori del settore che svolgono il loro ruolo dietro le quinte.
Uno studio su questi “invisibili” dello spettacolo è stato pubblicato negli scorsi giorni da Fabio Fila e Francesca Martinelli. Si è registrata una perdita dal 2019 al 2020 di 8 miliardi di euro e del 21% dei lavoratori, di cui il 12,7% erano tecnici dello spettacolo. In particolare, nel 2019 erano 331mila lavoratori dello spettacolo e nel 2020 c’è stata una decrescita di 70mila unità. Il volume d’affari è passato da 11.4 miliardi di euro del 2019 a una perdita di 8 miliardi di euro pari al -73%. I tecnici dello spettacolo sono passati da 14.675 a 12.811. La crisi ha colpito soprattutto le donne e i lavoratori tra i 30 e i 50 anni con una famiglia a carico o con un mutuo. Un maggiore tasso di abbandono si osserva per coloro che lavoravano nei settori della produzione, allestimenti di scenografie e strutture. Sono soprattutto lavoratori di basso-medio ruolo con impieghi stagionali. Questa situazione drammatica non si risolverà in breve grazie alle riaperture, ma richiederà riforme per i lavoratori del settore che non sono pagati adeguatamente rispetto al livello di professionalità e accedono con difficoltà alle protezioni sociali (qui i dati sugli indipendenti).
Nella speranza che queste misure siano definitive, per ritornare il più possibile a vivere una vita come quella prima della pandemia, ci si augura che in questo primo periodo tutte le regole vengano rispettate al meglio, che gli organizzatori facciano il possibile per far svolgere gli eventi senza lasciare più i fan in attesa, gli artisti in pausa e i lavoratori a casa.