Del: 2 Maggio 2022 Di: Arianna Locatelli Commenti: 0
Terre Selvagge. Il Cammino Inca, la strada verso la Città perduta

Viaggi, esplorazioni, vagabondaggi. In questa rubrica, un’indagine intorno al movimento e al desiderio di spostarsi e cercare altri luoghi.


«Nella varietà dei suoi incanti e il potere della sua seduzione, non conosco un altro luogo al mondo che gli si possa comparare» queste furono le parole di Hiram Bingham, l’esploratore statunitense che scoprì nel 1911 i resti della città inca di Machu Picchu.

Questo sito archeologico, considerato uno delle sette meraviglie del mondo moderno, è stato dichiarato Patrimonio Culturale e Naturale dell’Umanità nel 1938.

Machu Picchu viene chiamata anche La città perduta perchè è rimasta nascosta alla stragrande maggioranze dell’umanità per più di quattrocento anni, prima che venisse scoperta a inizio novecento. La città sorge in Perù, nel cuore delle Ande, una delle catene montuose più lunghe e suggestive al mondo. Tra valli lussureggianti, l’agglomerato di templi, palazzi terrazzi e monumenti sorge a un’altitudine di 2430 metri.

Probabilmente costruita nel 1450, Machu Picchu è il principale simbolo dell’architettura Inca.

La sua strategica ubicazione ha portato a pensare che fosse un importante centro amministrativo e agricolo, o un fondamentale nesso tra le Ande e l’Amazzonia peruviana. Altre teorie hanno fatto pensare che fosse anche un luogo celebrativo dei grandi imperatori inca. A prescindere dal suo ruolo, Machu Picchu è la testimonianza dell’avanzata maestria costruttiva dell’impero inca: il complesso sistema di canali, ad esempio, è costruito con blocchi di pietra senza nessuna amalgama. L’area di Machu Picchu è di 30.000 ettari: un area vastissima che comprende, oltre alle attrazioni archeologiche, una vasta flora e fauna, picchi innevati e pendii boscosi.

Ma, oltre alle attrazioni all’interno del sito archeologico, fondamentale è percorrere il Cammino Inca, l’antica strada che conduce a Machu Picchu, una delle escursioni più iconiche al mondo.

L’impero Inca è stato il più vasto impero precolombiano del continente Americano, sorto nel XII secolo e caduto con la conquista spagnola tra il 1532 e il 1572. Il Perù è stata la culla di questa civiltà che conquistò la maggior parte dei territori occidentali dell’America del sud, tra Perù, Ecuador, Bolivia, Argentina, Cile e Colombia. Proprio per collegare questi vasti e distanti territori, gli Inca hanno costruito migliaia di chilometri di sentieri tra le quattro regioni di Antisuyo, Contisuyo, Chinchaysuyo e Collasuyo. Ancora oggi molti tratti di questi sentieri sono percorribili, ma ovviamente il più famoso è il Percorso Classico, che conduce proprio a Machu Picchu. Solcare la strada che porta a uno dei centri nevralgici di questo impero permettere di ripercorrere anni di storia, circondati dall’incredibile natura delle Ande mentre ci si avvicina al sito archeologico che, ogni anno, riceve un milione e mezzo di visite.

Questo percorso, lungo 42 chilometri, inizia un paio di ore fuori Cuzco, capitale dell’impero inca, e termina alla Città perduta quattro giorni dopo. Il sentiero può risultare difficoltoso a causa dei continui cambi di altitudine, partendo da 2600 metri, salendo al picco più alto a 4200 metri prima di ridiscendere verso Machu Picchu.

Sebbene le varie teorie sul ruolo di Machu Picchu siano discordanti, tutti gli storici concordano sul fatto che fosse un luogo di grande importanza e probabilmente di pellegrinaggio.

Percorrere le strade lastricate passando accanto a monumenti centenari nella natura incontaminata è quindi sicuramente un’esperienza suggestiva e a tratti spirituale.

Ogni tratto del Cammino inca nasconde bellezze imprevedibili: si può cosi passare dal villaggio inaccessibile di Sayacmarca, alle rovine di Runkuracay, alle terrazze di Llacrapata all’altissimo passo del Woman’s pass.

Alla fine del Cammino Inca si giunge infine alla famosa Porta del Sole, il suggestivo ingresso della Città perduta. Da qua non resta che godersi il sito archeologico di Machu Picchu, perdendosi nei meandri di una civiltà affascinante che ha lasciato la sua traccia nella storia.

Arianna Locatelli
Da piccola cercavo l’origine del mio nome perché mi affascinava la storia che c’era dietro. Ancora oggi mi piace conoscere e scoprire storie di cui poi racconto e scrivo. Intanto corro, bevo caffè e pianifico viaggi.

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