Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.
Il primo caffè della giornata, Toshikazu Kawaguchi (Garzanti) ‒ Recensione di Laura Cecchetto
Nel seguito di Finché il caffè è caldo e Basta un caffè per essere felici, Kawaguchi dipinge una caffetteria giapponese dai contorni magici e misteriosi. Qui si respira un’atmosfera stravagante ma rassicurante, dove una tazza di caffè, assaporata lentamente, fa compagnia, evoca ricordi lontani e tranquillizza quelli presenti, riappacifica con il passato e prepara al futuro. Ma, attenzione: affinché “faccia effetto”, il caffè va bevuto caldo, non deve raffreddarsi per nessun motivo. Il “viaggio nel tempo”, della durata di qualche sorso, permette ai personaggi di interrogarsi su passato, presente e futuro, andando a risanare questioni irrisolte. Il fondo rimasto attaccato alla ceramica alimenta una filosofia delle piccole cose che nutre a fondo l’anima e che, senza cancellare il passato, invita a vivere una vita con rassicurante ottimismo, sempre con una buona tazza di caffè in mano.
Il sesso che verrà, Katherine Angel (Blackie) ‒ Recensione di Chiara Del Corno
Nel 1976 Foucault affermava: «Tomorrow sex will be good». Ora che siamo nel 2022 possiamo condividere? Katherine Angel analizza con lucidità il sesso in connessione con il ruolo del consenso nella nostra società. Pubblicato in Italia nel 2022, questo saggio femminista muove dalla constatazione per cui presupposto comunemente assodato di un good sex è che sia basato sul consenso e sull’autoconsapevolezza. Angel problematizza questi due complessissimi ambiti mettendone in luce i limiti imposti esplicitamente o implicitamente dalla società specialmente sul genere femminile. In una confidence culture in cui si esorta la donna a esplorare la sua sessualità per sapere e comunicare così chiaramente cosa sessualmente desidera, cosa rimane di quell’area grigia in cui una donna possa umanamente non sapere sempre cosa vuole o non sappia esplicitarlo in maniera assertiva ed esplicita? O ancora, un no è sempre un no, ma ogni sì è uguale agli altri? Sono tutte domande a cui Angel prova a dare risposte decostruendo ogni retorica o pregiudizio e costruendo questo fondamentale saggio che finisce per mettere in luce come un sistema di recesso patriarcale influenzi ancora il sesso e i suoi presupposti. Consigliato!
Il caso Alaska Sanders, Joël Dicker (La Nave di Teseo) ‒ Recensione di Matilde Elisa Sala
Nell’aprile 1999 il corpo della giovane Alaska Sanders viene ritrovato sulle rive di un lago, nella cittadina di Mount Pleasant nel New Hampshire. Subito si apre un’inchiesta ma il colpevole viene rapidamente individuato e la vicenda archiviata. Ma “un caso non è mai veramente chiuso”: undici anni dopo il sergente Perry Gahalowood è costretto a riaprire le indagini a causa di alcuni messaggi anonimi e nuovi indizi venuti a galla che, grazie all’aiuto dell’amico e celebre scrittore Marcus Goldman, lo porteranno a scoprire la verità su quella notte. Dopo anni di attesa è finalmente tornato un nuovo giallo, nato dalla mente geniale e dalla penna fluida di Joël Dicker: scorrevole, avvincente, ricco di colpi di scena e intrighi complessi. Il terzo volume della “trilogia” di romanzi che ha come protagonista Marcus Goldman (preceduto da La verità sul caso Harry Quebert e Il libro dei Baltimore), alter ego di Dicker, non delude le aspettative. È il giallo estivo che tutti gli amanti del genere, e dell’autore, stavano aspettando e, nonostante le sue corpose dimensioni, interromperne la lettura è quasi impossibile. Non resta che goderselo e, una volta finito, aspettare con pazienza l’uscita del prossimo.
L’acqua del lago non è mai dolce, Giulia Caminito (Bompiani) ‒ Recensione di Giulia Scolari
Antonia è una donna che non chiede “per favore”, prende quello che vuole e non lascia indietro niente. La sconfitta non è contemplata, la resa nemmeno considerata. Una madre così è scomoda per Mariano, che non può reggere il confronto per natura, ma soprattutto per Gaia, antieroina protagonista. I capelli rossi e la feroce ambizione della madre sono in Gaia uniti alla fragilità e ai silenzi del padre; la ragazza diventa un compendio pericoloso dei due e nel corso del libro sarà alle volte vittima, alle volte carnefice, ma mai perdente, mai passiva. Lo sfondo di tutte le vicende è il lago di Bracciano, con le sue leggende, le sue acque tranquille ma minacciose e i suoi paesaggi. Odori, suoni e colori sono il linguaggio utilizzato dall’autrice non solo per ricreare l’esatta esperienza della protagonista, ma per raccontare attraverso essi le sue emozioni e i suoi cambiamenti: Gaia è inserita nell’ambiente forzatamente, ma nel corso del racconto diventa parte integrante del microcosmo del paese, un fiore all’interno di un prato che nessuno si sognerebbe mai di cogliere, strappare, separare. È un romanzo di formazione, è un romanzo famigliare, è per molti versi anche un’autobiografia: questo libro contiene moltitudini esattamente come la sua protagonista.
Nonostante la sentita, e forse troppa, influenza della Ferrante ‒ intuibile in una Gaia che rimanda a una sbiadita e aggressiva Elena Greco e soprattutto nel rapporto con la madre e con gli studi ‒ è nel complesso un ottimo esempio di letteratura italiana contemporanea. Un “must read” dal giorno uno: candidato al Premio Strega 2021, è arrivato tra i 5 finalisti e ha vinto il premio Campiello.
Il consiglio delle libraie di Colibrì
Le perfezioni, Vincenzo Latronico (Bompiani) ‒ Recensione di Arianna Montanari
Anna e Tom hanno una casa che in foto viene benissimo. Sono expat poco meno che trentenni, vivono a Berlino, lavorano come creativi freelance e il loro feed di Instagram è assolutamente perfetto. A guardar bene, però, c’è sempre un po’ di povere che si annida negli angoli. Il disordine in camera è ormai ingovernabile e le foglie di quella pianta così bella davanti al bovindo stanno cominciando a ingiallire. Se si scava un po’ sotto la superficie, la loro vita è molto meno perfetta di quello che sembra. Anna e Tom cercano un’autenticità che pare un miraggio, che è sempre in un altrove di là da venire: nel prossimo post sagace su Instagram o nella prossima vacanza che tanto li deluderà perché tutti i posti sono uguali. Nel 1965 Georges Perec, in un romanzo molto bello che si chiama Le cose, aveva raccontato la storia di una coppia di giovani vittima del consumismo, devota al culto degli oggetti che sono anche simboli sociali. Nel 2022 Vincenzo Latronico descrive, in un romanzo altrettanto bello, il disorientamento in un mondo dove le immagini che scrolliamo in bacheca sono moneta sonante per la nostra reputazione, per il nostro valore e, in ultima istanza, per la nostra felicità.