Un caldo come quello di quest’anno sarà difficile da dimenticare. Ma c’è chi dice che è solo l’inizio. In questi ultimi mesi non solo l’Italia, ma anche l’Europa, sta affrontando una delle estati più secche e calde degli ultimi tempi.
È lo stesso Carlo Buontempo, che da tre anni dirige il Servizio Cambiamento Climatico di Copernicus – un sistema che si occupa di osservare il nostro pianeta tramite satelliti – ad affermare che, visti dallo spazio, «terra e mare sono rossi», sottolineando come caldo, siccità e mancanza di precipitazioni stiano lentamente mettendo in ginocchio le nostre città.
Il calore si sta intensificando anche in Francia, Spagna e Portogallo, flagellate dagli incendi e dall’arsura, senza tralasciare la Gran Bretagna, eccezionalmente interessata da temperature anomale, con punte di 40°. L’analisi dell’evoluzione e dell’incidenza della siccità prolungata nell’Unione Europea mostra che una parte preoccupante del territorio è attualmente esposta a livelli di allarme (circa il 46% dell’intera Ue) e di allerta (11% dell’Ue) per la siccità.
Recenti studi dimostrano che negli ultimi 40 anni l’Europa è sempre più soggetta ad ondate di calore che comportano un sempre più deleterio innalzamento delle temperature per periodi molto lunghi e riavvicinati rispetto alle medie stagionali.
La situazione è allarmante: in Italia, nel 2020, la temperatura media annua è aumentata di 16,3°, con una differenza di +0,3° rispetto al valore medio nel periodo 2006-2015. Inoltre, la precipitazione totale annua è pari a 661 mm, con una diminuzione di -132 mm sul corrispondente valore medio 2006-2015.
Nel 2021, la situazione non è affatto migliorata: infatti, durante l’inverno le precipitazioni, sia piovose che nevose, si sono rivelate scarsissime; inoltre, la scomparsa dei ghiacciai (con conseguenti disgeli e danni irreparabili, sfociati in tragedie come quello della Marmolada) e la mancanza di neve non ha contribuito a rimpinguare i corsi d’acqua, cosa che solitamente avviene con il disgelo primaverile, creando disagi nelle centrali idroelettriche e spingendo alberi e arbusti a ricercare l’acqua nelle falde acquifere che alimentano agricoltura e città.
A ciò si aggiungono anche le numerose ondate di calore, iniziate ben prima dell’arrivo dell’estate: con l’aumento delle temperature, aumenta anche l’evaporazione, causando una notevole siccità. Il bilancio di Coldiretti è drammatico: il 46% delle campagne europee sono devastate da una drastica diminuzione dei raccolti, aggravata dal divampare degli incendi, innescato e favorito da temperature da record (negativo). Questo comporta danni per diversi miliardi di euro a causa della diminuzione della produzione di cereali, frutta, riso, latte, cozze e vongole, interessando tanto l’ambito alimentare quanto quello ambientale.
Anche il Po è in secca, come mai negli ultimi 70 anni, mettendo a rischio la produzione agricola e zootecnica delle aree circostanti, causando perdite parziali o addirittura totali e imponendo restrizioni e razionamenti sull’uso dell’acqua. Purtroppo, questo fenomeno non è circoscritto lungo il corso del fiume, ma è esteso a tutta la Penisola.
Non è più possibile negare che siamo interessati da un’emergenza climatica che rischia di diventare irreparabile.
Troppi sono gli eventi catastrofici che stanno interessando non solo il nostro Paese, non solo l’Europa, ma il mondo intero.
Ora più che mai è necessario un piano di interventi che possano limitare i danni, per permettere, a noi e alla Terra, di sopravvivere nel rispetto reciproco. L’Unione europea chiede di preparare piani strategici per la siccità, ma è difficile avere una soluzione a breve termine.
È altresì necessaria una rapida risposta collettiva che limiti gli sprechi: ogni piccola azione può fare la differenza nel lungo periodo. Si parte dal semplice ma efficace chiudere il rubinetto quando non si sta usando l’acqua, dall’installare filtri limitatori di flusso e dal non sciacquare oggetti sotto l’acqua corrente, bensì in una bacinella. Importantissimo è anche il riuso dell’acqua: piuttosto che buttare l’acqua di cottura della pasta, può essere data alle piante o usata per lavare i piatti.
Utilizzare gli elettrodomestici solo se necessario, a pieno carico e con funzionalità eco (se previste). Preferire una doccia rapida piuttosto che il bagno, avendo premura di chiudere i rubinetti mentre ci si insapona. Scegliere un’alimentazione prevalentemente plant-based prevede un minor utilizzo d’acqua nella realizzazione degli alimenti vegetali rispetto a una dieta basata sul consumo di carne. Il consiglio più importante di tutti: usa l’acqua solo se necessario e in maniera responsabile e consapevole.