Del: 21 Agosto 2022 Di: Viola Vismara Commenti: 0
Piero Angela. una vita dedicata all'apprendere

La recente scomparsa di Piero Angela, avvenuta il 13 agosto, ha addolorato l’intera Italia. Angela ha amato la nostra nazione e ha combattuto per poterla migliorare, tanto da scrivere nella sua ultima lettera dedicata ai telespettatori «Ho fatto la mia parte. Fate la vostra in questo difficile Paese».

Ha combattuto con intelligenza e cultura, entrando nelle case di milioni di italiani spiegando concetti scientifici complessi nella maniera più semplice e interessante possibile, facendo interessare moltissime persone alla scienza. La sua missione è stata largamente apprezzata anche dai giovani e ciò è stato dimostrato dalla grande presenza di adolescenti e under 25 nella camera ardente allestita in suo onore nella sala della Protomoteca in Campidoglio.

L’aspetto interessante della sua figura è l’aver avuto una carriera professionale lunga e intensa, in questo modo ha potuto farsi conoscere e stimare da tutte le fasce d’età della popolazione italiana.

Per questo motivo è interessante fare un viaggio all’interno della sua vita.

Piero Angela nacque il 22 dicembre 1928 a Torino da un padre che ha fatto anch’esso la storia: Carlo Angela. Medico antifascista (apertamente dichiarato, tanto da accusare pubblicamente i fascisti per l’omicidio di Giacomo Matteotti), diede rifugio a ebrei e antifascisti trasferendoli nell’ospedale psichiatrico dove lavorava, falsificando le loro cartelle cliniche. Questo impegno sociale gli valse il 29 agosto 2001 l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni.

Carlo Angela.

Durante l’infanzia Piero Angela incontrò delle difficoltà che si aggiunsero al crescere durante la Seconda guerra mondiale (che comportò il rifugiarsi con la madre nell’ospedale in cui lavorava il padre). Soffrì di salute cagionevole (rimase vittima di una polmonite, affrontò un’operazione senza anestesia a una gamba fratturata e subì delle complicanze ad un intervento d’appendicite) ed ebbe difficoltà nello studio, si diplomò al liceo classico di Torino studiando in modo svogliato.

Nel suo libro La macchina per pensare scrisse: «Mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l’antico motto latino ludendo docere, cioè insegnare divertendo».

Per questo motivo non concluse mai un corso di laurea in maniera regolare (diede solo pochi esami alla facoltà di Ingegneria).

Fortunatamente durante i suoi primi anni ci fu un lato molto positivo: a sette anni iniziò a studiare il pianoforte, passione che lo accompagnò per tutta la vita, tanto da diventare un musicista dopo il diploma.

Si creò il nome d’arte di Peter Angel (l’uso di nomi americani era molto in voga all’epoca) e iniziò a esibirsi nel 1948 nei jazz club torinesi, formando insieme al batterista Franco Mondini un gruppo a cui si univano spesso altri musicisti. Dal 1952 iniziò la sua carriera giornalistica in RAI abbandonando la carriera musicale, ma Angela rimase sempre un cultore del Jazz.

Il primo impiego come giornalista lo ebbe come collaboratore del Giornale Radio Rai, ma nel 1954 (con l’avvento della televisione) passò al telegiornale, per il quale lavorò all’estero prima da Parigi e poi da Bruxelles.

A Parigi nacquero i figli di Angela, Christine e Alberto, avuti con la moglie Margherita Pastore, un’ex ballerina della scala nei confronti della quale Piero Angela ebbe sempre un rimpianto: la moglie, per potergli stare accanto, ha dovuto rinunciare a una carriera promettente. Margherita Pastore è sempre stata al fianco del marito, consigliandolo con oggettività, e quest’ultimo ha sempre parlato delle figure femminili presenti nella sua vita, moglie e figlia, con grande rispetto.

Nel 1968 ebbe un avanzamento di carriera, conducendo la prima edizione del Telegiornale Nazionale delle ore 13:30. Fu anche un inviato di guerra in parecchi paesi come Iraq, Israele e Vietnam. In quest’ultimo paese intervistò i contadini locali e i soldati americani.

Piero Angela nel suo lavoro da telegiornalista.

Un evento storico lo colpì al punto di abbandonare il giornalismo per dedicarsi alla divulgazione: la missione Apollo 11 nel 1969. In occasione di questo avvenimento realizzò Il futuro nello spazio, una serie in stile documentaristico incentrata sul programma NASA dell’Apollo.

Da qui capì l’importanza della divulgazione, spiegando una missione complessa della NASA in modo semplice, facendo interessare anche bambini e persone che all’epoca non avevano potuto studiare.

Dopo aver realizzato vari programmi culturali nacque Quark, nel 1981.

Nella prima puntata del programma Piero Angela spiegò il perché della scelta della parola Quark: «Il titolo Quark è un po’ curioso e lo abbiamo preso a prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose.»

Quark fu un vero e proprio successo, solo la prima puntata venne vista da ben oltre nove milioni di persone. L’obiettivo di Angela era semplice, ma complesso allo stesso tempo: insegnare divertendo. Per fare ciò si avvaleva di interventi di esperti, spiegazioni semplici e cartoni animati. Ci furono anche Quark in pillole, brevissimi documentari mandati in onda durante la giornata, come se fossero delle pubblicità, ma più istruttive per il pubblico.

Gli anni Ottanta furono un periodo di grande successo per Piero Angela, ma quando venne a sapere dell’ingiusta accusa ai danni di Enzo Tortora, per associazione camorristica e spaccio, fu uno dei pochi a sostenerlo, entrando in contrasto con mafiosi e magistrati.

In seguito disse: «Proprio perché lo conoscevo e sapevo che tipo di uomo per bene fosse, ho avuto paura che accadesse lo stesso a me. Da quel giorno ho iniziato a tenere un diario dettagliato di tutto quello che facevo durante il giorno, ora per ora, minuto per minuto. Così, se mi avessero arrestato, sarei stato in grado di dimostrare, nero su bianco, la mia giornata».

Dopo sette stagioni Quark chiuse i battenti, ma la RAI (per contrastare Mediaset) gli commissionò un Quark più lungo: SuperQuark.

La formula del programma non cambiò rispetto alla precedente e risultò ancora vincente.

Ritenette sempre fondamentale una divulgazione oggettiva e per questo nel 1989 fu uno dei fondatori della CICAP, acronimo di Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze. La fondazione indagò anche sulla effettiva esistenza dei fenomeni paranormali. Uno slogan dell’associazione è «Bisogna avere sempre una mente aperta, ma non così aperta che il cervello caschi per terra».

Nel 1993 iniziò la collaborazione con il figlio Alberto Angela, che aveva condotto anni di studi prestigiosi e scavi archeologici. Alberto Angela iniziò con Il pianeta dei dinosauri e con altre serie che si occupavano di vari ambiti, spazio e corpo umano. Queste serie ebbero un successo internazionale, vennero tradotte in inglese e vendute in oltre quaranta paesi, tra cui la Cina.

Piero Angela con il figlio Alberto, mentre lavoravano a Il pianeta dei dinosauri.

All’inizio del nuovo millennio venne querelato da due associazioni omeopatiche che lo accusarono di diffamazione, poiché in una puntata di SuperQuark definì la medicina omeopatica priva di fondamento scientifico. Durante due processi venne assolto e il giudice riconobbe la non scientificità della disciplina.

Come scritto prima, Piero Angela nella sua vita non concluse mai un percorso di laurea in modo regolare ma in seguito ottenne dodici lauree honoris causa. Oltre ad esse ottenne il premio internazionale Kalinga per la divulgazione scientifica, nel 2004 fuinsignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, e i premi non si fermano qui.

Durante tutta la sua vita non smise mai di essere curioso, caratteristica che ha in comune col figlio Alberto, e questo lo portò a una fame culturale che lo tenne vivo fino alla fine, nonostante soffrisse di una malattia, che seppe descrivere con grande dignità e semplicità: «Sono con un piede nella fossa e uno sulla saponetta. Quando sono in piedi ho più di 90 anni, soffro di discopatia. Ma quando sono seduto ne ho 45».

Il figlio, durante il discorso alla camera ardente in onore del padre, ha detto che il padre vivrà sempre nei ragazzi che cercano l’eccellenza.

Il modo in cui noi giovani lo possiamo ringraziare, siccome ha sempre creduto nelle nostre potenzialità, è cercare di essere la versione migliore di noi stessi essendo sempre affamati di conoscenza e senza darci per vinti, nonostante viviamo in uno Stato in cui la classe politica molte volte ci ignora, costringendo molte eccellenze italiane a trovare occupazione all’estero.

Piero Angela ci ha lasciato in eredità molti libri scritti da lui, sia dalla cultura più classica sia quella più “alternativa”, come ad esempio il libro Ti amerò per sempre che spiega in modo razionale l’amore, per poter vivere questo sentimento in modo più sereno.

Un libro che può essere molto utile agli studenti universitari, per affrontare con più serenità il percorso di studi, ma non solo, è Viaggio dentro la mente che, oltre a spiegare come funziona il cervello, consiglia come mantenerlo al meglio.

Viola Vismara
Classe 2000. Studentessa di Lettere Moderne.

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