Del: 20 Settembre 2022 Di: Gabriele Benizio Scotti Commenti: 0
Dubbi e perplessità sulla dotazione del taser

«Più forti e sensibili devono essere le impressioni di un popolo appena uscito dallo stato selvaggio […] ma a misura che gli uomini si ammolliscono nello stato di società, cresce la sensibilità, e, crescendo essa, deve scemarsi la forza della pena». Così Cesare Beccaria chiude il capitolo sulla dolcezza delle pene nel suo classico Dei delitti e delle pene. Il discorso di Beccaria si può tranquillamente allargare dalle pene ai metodi utilizzati per garantire l’ordine.

Più si progredisce nella società civile, più i metodi dovrebbero diventare umani. Invece stiamo assistendo a tutto il contrario. Infatti le nostre forze dell’ordine ora, a fianco a pistola e manganello, saranno dotate di un altro strumento per garantire l’ordine: il taser.

Visto come un sostitutivo della pistola, in realtà il taser sembrerebbe poter essere applicato in casi in cui la pistola non sarebbe mai stata usata.

Il taser ha avuto un lungo procedimento prima di arrivare in Italia, dall’approvazione di Angelino Alfano di un emendamento che ne autorizzava la sperimentazione negli stadi nel 2014. Fino ad arrivare all’inizio effettivo della sperimentazione quattro anni dopo grazie all’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini. Per passare dal fallimento delle prove balistiche degli strumenti in questione, fino alla pressione della Axon, l’azienda fornitrice dei taser, affinché venissero ripetute le prove. Prove che questa volta vennero superate. Così, nel luglio 2021 vennero acquistati 4.482 taser dal governo italiano.

Innanzitutto, vediamo la cosa dice l’articolo 53 del codice penale in merito all’utilizzo delle armi. Il pubblico ufficiale può usare la violenza quando «vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza». Resistenza nel codice penale significa «chiunque usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale».

Il video del 22enne che, in evidente stato di alterazione, il 12 agosto 2022 è stato colpito brutalmente dalla scossa del taser, tra gli applausi dei presenti.

Come si evince da questo video, il taser può diventare un ulteriore strumento di repressione. Tuttavia, per via della sua presunta non letalità, può essere usato per sbrogliare situazioni come questa in maniera molto più semplice che provando a ragionare col trasgressore o forzandolo utilizzando la forza fisica. Ma è davvero non letale il taser?

La risposta è negativa. I casi di morte ci sono eccome, e non tutte le vittime erano necessariamente cardiopatiche.

È cosa dimostrata, potremmo dire empiricamente, che il taser possa indurre aritmie cardiache anche in soggetti sani.

Wikipedia, in questo caso, ci riporta un comodo elenco, non integrale, con tanto di fonti nelle note prese dagli articoli originali, di alcune vittime del taser. In particolare segnaliamo il caso di Derek Jones, ragazzino di 17 anni in perfetta salute, morto per aritmia cardiaca. Il ragazzo non assumeva né droghe né farmaci, i medici hanno escluso qualsiasi causa che non fosse il taser per la sua morte.

Il taser, infatti, rilascia una scarica ad alta tensione e a basso amperaggio. Gli impulsi dati da questa scarica sono quelli che poi possono portare il soggetto in aritmia cardiaca. Il taser può quindi essere un’arma potenzialmente letale, e se non uccide può comunque provocare danni tangibili. Uno studio dell’università di Drexel, svolto nel 2016, ha rilevato come lo shock dato dal taser può intaccare in maniera pesante le nostre capacità cognitive. Il taser è quindi uno strumento davvero dannoso, che andrebbe usato con molta parsimonia e attenzione. E un primo passo perché ciò avvenga è chiarire questo: il taser è un’arma pericolosa e potenzialmente letale.

Mauro Palma, Presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ha detto che l’utilizzo del taser può «essere giustificato solo in un ambito limitatissimo di casi». Dai molti casi fin ora avvenuti in paesi dove il taser era in dotazione, e dalla prima testimonianza italiana, queste frasi sembrano non aver avuto molto effetto. Questo desta sicuramente non poca preoccupazione.

È chiaro che il taser sia uno strumento più sicuro della pistola. Non è altrettanto chiaro però l’utilizzo che le forze dell’ordine possano farne.

Sembra però alquanto esplicito che il taser non sia un sostitutivo della pistola. Il taser è un’arma aggiuntiva che va affiancata all’arsenale delle nostre forze di polizia. L’applicazione del taser può sicuramente facilitare il compito delle forze dell’ordine, ma è quella la direzione? Il compito delle forze dell’ordine va semplificato o reso sempre più umano?

Una cosa è certa, il taser apre uno spazio di possibili abusi di potere sconosciuti fino a prima, e per evitarlo va il più possibile definita la sua applicazione.

Gabriele Benizio Scotti
Studente di filosofia, appassionato di musica, cinema, videogiochi e letteratura. Mi piace scrivere di queste tematiche e approfondirle il più possibile.

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