Del: 14 Settembre 2022 Di: Giulia Maineri Commenti: 0
Il tempo delle donne. Impatto e connessione

Sono ormai parecchi anni che la Triennale di Milano, il primo o il secondo weekend di settembre, ospita Il tempo delle donne, un evento organizzato dal Corriere della Sera. Tanti i temi in questione, tanti i relatori e tante le modalità di espressione: discussioni, interviste, workshop, sketch teatrali, esibizioni musicali. C’è tempo per tutto, e non solo per ciò che riguarda le donne.

La parola chiave di questa nona edizione è ‘impatto’.

La scelta di questo termine parte dal suo significato scientifico: ‘impatto’ in fisica significa urto, implica uno scontro, il cozzare contro qualcosa. Avere un impatto può quindi voler dire fronteggiare la realtà, reagire al presente in maniera forte e decisa. Ma non è finita qui: perché l’impatto contiene il patto, un accordo, un legame, una promessa che leghi generazioni, culture, persone. Pur mantenendo la sua accezione neutra, ‘impatto’ raccoglie così la necessità di scontrarsi e quella di unirsi, con il mondo reale e tra di noi.

Nel momento storico attuale c’è davvero bisogno di un impatto. Stiamo vivendo una crisi dalle mille forme, una poli-crisi: la crisi climatica, il riscaldamento globale che dovrebbe essere una priorità per tutti; la crisi geo-politica, una logorante guerra in corso che non accenna a finire; la crisi economica ed energetica, i mercati europei in ginocchio e i prezzi in vertiginosa crescita; la crisi sanitaria, non ancora superata nonostante a volte ce ne si dimentichi; e infine, almeno in Italia, una crisi politica, che ha portato alle prossime elezioni del 25 settembre.

Di fronte a tutto questo, siamo obbligati, da cittadini consapevoli e non passivi, a reagire e rispondere con impatto.

Perché come ha ricordato il presidente di RCS Urbano Cairo citando Ghandi: «La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia». Ognuno, naturalmente, impatta a modo suo. A Il tempo delle donne si è parlato proprio di questo.

L’edizione di quest’anno è dedicata a Luisa Pronzato, giornalista del Corriere mancata lo scorso febbraio, co-ideatrice de La ventisettesima ora, blog da cui è nato Il tempo delle donne, e “libellula” della redazione. A lei verrà dedicata anche una borsa di studio per gli studenti della Statale dal titolo “Diritto ed equità in una prospettiva multidisciplinare”. Luisa non sopportava gli aggettivi scontati – “Un evento speciale, qualcosa di particolare” – sostenendo che esiste un modo per descrivere le sfaccettature di ogni cosa, senza ridursi alle banalità. Amava invece la parola connessioni – anche per questo si parla di multidisciplinarità nel premio di studio a lei intitolato: il presente è tenuto insieme da fili invisibili, è fatto di realtà diverse che si parlano.

Così Impatto diventa il centro connesso ad altre cinque isole: lavoro, identità, politica, sostenibilità ed equità. Il significato di ciascuno di questi cinque temi viene spiegato nell’incontro di venerdì 9 settembre, Il nostro imPATTO, moderato da Barbara Stefanelli, vicedirettrice del Corriere della Sera.

Cinque temi per cinque giornalisti del Corriere, ciascuno dei quali invita sul palco un personaggio che incarni l’argomento.

C’è Andrea Delogu, intervistata da Greta Privitera, a parlare di lavoro: lei che il suo posto nel mondo del lavoro non lo ha trovato subito, ma ormai in età adulta, dopo tanti anni di provini andati a vuoto. Andrea rivendica il diritto di essere multiforme, di poter fare tante attività diverse e non dover trovare per forza un’unica parola che la definisca: si può essere conduttrice televisiva, attrice, scrittrice, speaker radiofonica o tutte e quattro allo stesso tempo.

A esporre il tema della sostenibilità insieme a Danda Santini, c’è Francesca Michielin, cantautrice a cui l’ambiente sta molto a cuore. Sono tanti i piccoli accorgimenti a favore del pianeta che lei e la sua crew hanno durante i tour– spostamenti in treno, camerini senza plastica, spesa consapevole – e ancora di più i gesti quotidiani che non costano niente ma che non facciamo mai. Francesca parla anche di libertà, «che non è star sopra un albero e neanche il volo di un moscone, ma è partecipazione»; anche perché la canzone di Gaber è ormai diventata la colonna sonora del festival. E il riferimento alle imminenti elezioni e alla preoccupante percentuale di astensionisti attesa diventa esplicito.

Arriva poi Jacopo Tissi a parlare di politica. La scelta di un ballerino per il tema politico può sorprendere, ma Jacopo la crisi politica l’ha vissuta sulla propria pelle, in prima persona. Primo italiano nominato étoile al Bolschoi di Mosca, è rimpatriato a marzo con lo scoppio della guerra. Ancora, la rapper Chadia Rodriguez porta al centro del dibattito l’identità, la sua in primis, che cerca attraverso le canzoni, una ricerca di sé stessa, nell’intreccio di culture – italiana, marocchina, spagnola – e di passioni – la musica, il calcio – che la contraddistinguono.

A chiudere la serata è Virginia Raffaele, intervistata da Chiara Maffioletti. A lei tocca l’equità. Perché? «Più equi di così non si può essere: Virginia per le donne e Raffaele per gli uomini.» Sempre creando un perfetto mix di verità e ironia, Virginia ha poi interpretato il monologo di Mattia Torre sulla paura, che spesso può frenare dal reagire e dall’avere impatto.

In questo arcipelago con capitale Impatto si svolgono tutti gli altri incontri in programma.

Significativo è l’intervento dell’attivista delle Pussy Riot Maria “Masha” Alyokhina, che denuncia gli ultra-conservatori russi di volere il controllo totale delle donne: «La violenza domestica in Russia è punita con una multa come quella per il divieto di sosta». Si parla di DAD e di smartworking, di giovani e social, di diritti e responsabilità.

Il 12 settembre il festival approda in Festa del Perdono, con la Giornata della Parità. Il rettore Elio Franzini introduce le conversazioni della mattinata, esaltando la capacità de Il tempo delle donne di parlare sul piano concreto, esibendo le contraddizioni della realtà e districandone le complessità.

Sono poi Barbara Stefanelli e Marilisa D’Amico, rispettivamente vicedirettrice del Corriere Della Sera e Prorettrice delegata a Legalità, trasparenza e parità di diritti dell’Università degli Studi di Milano, a mediare le discussioni successive, in cui intervengono tra gli altri Annalisa, Eva Cantarella e Roberto Saviano.

Tante persone che cercano di dare alla società il loro impatto; basta solo trovare la propria via per farlo. Marco Mengoni, ospite allo spettacolo serale Il nostro canto libero, un’idea su come avere un impatto sul mondo che ci circonda ce l’ha: «Andate a votare. Ho sempre tenuto tanto al voto, quando lo esprimo sento di poter fare la differenza».

Giulia Maineri
Instancabile curiosona, ho sempre una domanda sulla punta della lingua. Leggo di tutto e di tutti per capire chi sono. Coltivo la passione per la storia dell'arte per capire chi siamo. Studio fisica per rispondere ai come. Esploro il mondo in un’esasperata, ma entusiasmante, ricerca dei perché.

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