Agli inizi di ottobre la Francia ha presentato il piano di sobrietà energetica da applicare nei prossimi mesi, in vista dell’inverno, come risposta alla recente crisi climatica e soprattutto energetica che interessa tanto la Republique, quanto gli altri stati europei dipendenti dal gas russo.
La riduzione del consumo di energia è un obiettivo a lungo termine per rompere la dipendenza dalle energie fossili, mirando ad energie più verdi e sostenibili.
“Sobrietà energetica” indica dunque un atteggiamento di moderazione e parsimonia nei confronti dell’uso delle fonti energetiche, evitando gli eccessi, senza però rinunciare all’essenziale; essa si pone come obiettivo quello di risparmiare oculatamente le risorse, limitando i consumi, vivendo in modo più sostenibile e più rispettoso nei confronti del pianeta.
Per questo motivo, la Francia, oltre a proporsi di ridurre il suo consumo energetico del 10% in due anni, sta promuovendo diverse campagne di sensibilizzazione e comunicazione che, col motto “ogni gesto conta”, invitano i cittadini, soprattutto quelli più giovani, ad abbassare, spegnere e posticipare i propri consumi.
La parola d’ordine è chiara: mobilitazione generale. Non solo la Francia, ma tutto il mondo deve agire per contrastare l’attuale situazione di emergenza.
Il piano di sobrietà spinge tutti, nessuno escluso, ad essere più consapevoli e contenuti nelle emissioni e nei consumi, focalizzandosi principalmente su:
1) Riscaldamenti: si invita ad abbassare la temperatura a 19° e a spegnere i caloriferi durante la notte e nei periodi in cui le stanze sono inutilizzate; a ridurre il periodo di utilizzo dei riscaldamenti, nonché all’uso moderato dell’acqua calda; sono previsti dei dispositivi intelligenti per meglio controllare i consumi e le dispersioni di energia.
2) Mobilità e trasporti: avvio di una campagna di sensibilizzazione sull’uso dei mezzi pubblici e delle biciclette, per risparmiare sull’uso di carburante; invito ad incentivare lo smart working e il carpooling, preferire modalità di trasporto povere di CO2 ed evitare i viaggi non necessari.
3) Pubblico: riduzione dei consumi di elettricità pubblica in uffici, scuole, centri sportivi, industrie; isolamento delle risorse d’acqua per evitare dispersioni e riduzione dell’acqua calda negli edifici pubblici; proposta di spegnere l’illuminazione pubblica dalle 23 alle 5.30; richiesta di mantenere sotto controllo riscaldamento, aria condizionata e ventilazione.
4) Aziende e privati: sono applicate le riduzioni richieste per il pubblico; riduzione dell’illuminazione esterna.
5) Telecomunicazioni: richiesta di spegnere gli apparecchi quando non sono in uso; di non lasciare i dispositivi in carica più del necessario; limitare l’uso di apparecchi elettronici durante gli orari di punta (8-13 e 18-20); riduzione dell’intensità luminosa; sostituzione di lampade con LED, preferibilmente automatizzati.
Sono previsti degli incentivi (bonus sobrietà) per i cittadini che saranno in grado di ridurre le emissioni e i consumi. Tali incentivi si traducono in riduzioni sulle bollette di gas ed elettricità, arrivando fino a 9000 euro di contributi, frutto di diversi regimi di aiuti per il rinnovamento energetico, come la Primo Rénov (2,6 miliardi di euro).
Il messaggio è chiaro: tutti devono dare il loro contributo, anche se questo vuol dire mettersi un maglione in più addosso. C’è in gioco (anche) il nostro futuro, non solo quello del pianeta.