Del: 12 Novembre 2022 Di: Giulia Maineri Commenti: 0
Denis Skopin, i Sette di Gottinga e la ciclicità della storia

«La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa», recita una frase attribuita a Karl Marx. In un mondo ideale, impegnato profondamente nella costruzione di un mondo migliore, bisognerebbe cercare di imparare dagli errori del passato, in modo tale da non commettere più volte gli stessi sbagli. Ma non sempre è così. Ad esempio, di recente è arrivata tra le pagine dei giornali la notizia del professore russo licenziato dall’università perché contrario alla guerra.

Denis Skopin, professore associato dell’Università di San Pietroburgo, è stato costretto a lasciare il suo lavoro per aver partecipato ad una manifestazione di protesta contro la guerra in Ucraina.

Non solo il suo lavoro: i suoi alunni, la sua passione, la sua quotidianità. Il rettore dell’istituto ha ritenuto la sua partecipazione alla manifestazione «un atto immorale incompatibile con le sue funzioni educative». Davanti a tali parole, la reazione di sconcerto è inevitabile e ulteriori commenti a riguardo sembrano superflui. Sembra davvero impossibile che davvero esprimersi a sfavore di un evento come la guerra, evento che provoca sofferenze indicibili, sia un’azione da perseguire. Di questi tempi è ormai un’osservazione scontata, ma in effetti ci si sente catapultati indietro di un secolo, in Italia e nel mondo.

Di fatto la storia sembra essere una funzione sinusoidale, matematicamente parlando: dopo un certo intervallo di tempo, si ripresenta, in maniera quasi del tutto identica. Con buona pace di Marx, se la prima volta è tragedia, la seconda è di nuovo tragedia, e forse questo termine non è ancora abbastanza forte da descriverla.  

L’episodio del professore obbligato a lasciare l’università poco più dieci giorni fa si accosta a quello dei sette professori di Gottinga avvenuto poco meno di duecento anni fa.

I “Sette di Gottinga”, così passarono alla storia gli insegnanti dell’Università tedesca Georg-August che nel 1837 protestarono contro l’abolizione o la modifica della costituzione per mano di Ernesto Augusto. Il re, ad appena un mese dalla sua ascesa al trono, iniziò ad apportare modifiche alla costituzione, adattandola a suo piacimento e rendendo impossibile la sua modifica senza il consenso del sovrano.

I sette professori presentarono un documento di protesta contro i provvedimenti presi dal re. Così come al giorno d’oggi Denis Skopin è stato salutato con un caloroso applauso dalle studentesse russe, anche allora la reazione degli studenti fu di approvazione: il documento divenne molto popolare tra i giovani, che in centinaia aderirono alle idee dei professori.

Un monumento costituito da sculture di bronzo, realizzato dallo scultore italiano Floriano Boldini, commemora questo episodio di fronte al parlamento della Bassa Sassonia ad Hannover, assumendo anche il ruolo di onorare il coraggio civico di tutti coloro che hanno contribuito alla fondazione della comunità. 

I Sette di Gottinga erano un gruppo ben sortito di intellettuali, rappresentanti di diverse aree di studio: lo storico Friedrich Dahlmann, il giurista Wilhelm Albrecht, lo storico Georg Gervinus, il fisico Wilhelm Weber, l’orientalista Heinrich Ewald e gli scrittori di fama Wilhelm e Jacob Grimm, meglio noti come “fratelli Grimm”.

Sembra una lista di nomi che per lo più non ci dicono niente, ad eccezione degli ultimi due di cui forse ricordiamo le favole raccontateci da bambini, ma è giusto ricordare esplicitamente chi si è battuto con coraggio, “esercitando il proprio dovere morale di persona, cittadino e insegnante della facoltà”, per dirla con le parole di Skopin, l’ “Uno di San Pietroburgo”.

Uno, ma non solo: l’appoggio ricevuto dagli studenti e la cassa di risonanza dei social che ha fatto diventare la notizia virale nel giro di poche ore ha fatto sì che a quell’uno si accostassero degli zeri e che la protesta si espandesse oltre la città di San Pietroburgo, diventando voce di tutti coloro che ancora trovano l’animo di protestare di fronte a tanta violenza.

Giulia Maineri
Instancabile curiosona, ho sempre una domanda sulla punta della lingua. Leggo di tutto e di tutti per capire chi sono. Coltivo la passione per la storia dell'arte per capire chi siamo. Studio fisica per rispondere ai come. Esploro il mondo in un’esasperata, ma entusiasmante, ricerca dei perché.

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