Del: 14 Dicembre 2022 Di: Martina Vercoli Commenti: 0
Agenda 2030, il piano ONU per un mondo più sostenibile

Sottoscritta nel settembre 2015, ormai sette anni fa, da ben 193 Paesi membri dell’ONU, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma di azione non solo per le persone, ma anche per il pianeta e la prosperità. Ingloba 169 traguardi che si sostanziano in 17 obiettivi fortemente interconnessi tra di loro. Si tratta di intenti che seguono i precedenti Millennium Development Goals, gli 8 obiettivi che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2015.

I nuovi SDGs (Sustanaible Development Goals) sono stati definiti da Ban Ki-Moon, ex segretario generale delle Nazioni Unite (2007-2016), come «una lista di cose da fare per le persone e per il pianeta ed un progetto per il successo».

I traguardi interessano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: quella ambientale, quella economica e sociale.

L’idea è quella di trasmettere le diverse concezioni del termine stesso di “sostenibilità”, spesso collegato solo alla dimensione ambientale. L’avvio dei lavori ha avuto inizio nel 2016, anno in cui è stato tracciato il percorso che guiderà le azioni dei vari Paesi per i prossimi 10 anni. Infatti, l’impegno che le nazioni aderenti hanno preso, è quello di completare i 17 obiettivi entro il 2030; da qui il nome “Agenda 2030”.

La nuova agenda fa tesoro ed è fondata sui trattati internazionali, sui diritti umani, sulla Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani e sulla carta delle Nazioni Unite, oltre che sul rispetto totale del diritto internazionale. L’intento alla base è decisamente ambizioso, infatti l’impegno preso è globale. Non concerne solamente i numerosi Paesi aderenti, ma ogni singolo individuo e ogni impresa (che sia pubblica o privata) deve impegnarsi a contribuire alla realizzazione di ciò che è contenuto nell’Agenda 2030.

Per comprendere concretamente ciò di cui stiamo parlando, alcuni dei Sustanaible Development Goals sono la parità di genere, l’eliminazione della fame nel mondo, la riduzione della povertà, l’accessibilità all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari; e ancora, il raggiungimento di un sistema di consumi e produzioni responsabili, un servizio di istruzione di qualità, la lotta contro il cambiamento climatico. Per avere una visione più completa, su questo sito è possibile trovare la lista completa dei Goals con le loro spiegazioni.

Per monitorare la reale attuazione degli obiettivi sono stati elaborati degli indicatori statistici operativi a livello regionale, nazionale e globale.

Si tratta di oltre 200 indicatori statistici trasparenti (Inter-Agency and Expert Group on SDG Indicators, IAEG-SDGs), ideati dalla commissione statistica delle Nazioni Unite per tenere traccia in maniera continuativa del lavoro svolto e per favorire l’elaborazione di pratiche globali che siano il più efficienti possibile attraverso il confronto tra i Paesi. Ciascun Paese impegnato a portare a termine gli obiettivi dell’agenda è tenuto a fornire dati per questo set di indicatori.

In Italia, a livello nazionale, L’ISTAT e il Sistan sono incaricati di produrre gli indicatori statistici per monitorare gli sviluppi effettuati nel tempo verso i 17 Sustanaible Development Goals. Dal dicembre 2016, l’Istat ha anche reso disponibile una piattaforma, che viene aggiornata semestralmente, informativa dei vari indicatori SDGs, i quali vengono regolarmente ampliati e aggiornati. Quest’anno, come ogni anno, è stato prodotto il quinto rapporto concernente i vari Goals, con una minuziosa descrizione delle varie misure statistiche scelte per misurare i progressi.

Pare che il raggiungimento degli obiettivi abbia subito un forte rallentamento a causa della situazione causata dal conflitto in Ucraina.

La crisi energetica che ne è scaturita ha certamente rallentato gli interventi necessari per il contrasto al cambiamento climatico. I recenti dati che arrivano dal nostro paese non sono decisamente positivi. Il 23% delle misure sono in una situazione di stallo, mentre il 27% ha mostrato un andamento negativo.  

Nel rapporto inoltre, sono presentati, per ciascun obiettivo, degli approfondimenti elaborati da studiosi riguardo i temi di maggiore interesse. Questi approfondimenti risultano cruciali per la misurazione dello sviluppo sostenibile.

La quinta edizione del rapporto ha incluso anche 371 misure statistiche che corrispondono a 138 indicatori tra quelli proposti per il monitoraggio degli avanzamenti dell’agenda 2030 a livello mondiale. Rispetto a febbraio 2022, quando è stato diffuso il report, sono state aggiornate 188 misure statistiche e 4 nuove sono state introdotte. I dati possono essere consultati costantemente grazie a grafici interattivi presenti sulla piattaforma Tableau Public.

Martina Vercoli
Studentessa di Corporate Communication presso l’Università degli Studi di
Milano. Amo viaggiare, scrivere, bere cappuccini e parlare di progetti di mobilità Europea.

Commenta