Del: 2 Dicembre 2022 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 1
Bones and All. Avere bisogno e fame d'amore

Scegliere di sedersi in sala, addentrarsi tra i paesaggi del Midwest americano degli anni ’80 e rispondere alla richiesta di immedesimarsi nella storia di due cannibali, non è affatto banale. A un occhio superficiale, ciò che il regista Luca Guadagnino ci sta domandando suscita orrore, sconcerto e anche rabbia. Come si possono uccidere e mangiare altre persone?

Bones and All, però, non è solo questo: la storia di Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) è prima di tutto un racconto d’amore. 

Maren è stata abbandonata da suo padre, ha una madre ma non sa nulla di lei, mentre Lee non ha più rapporti con la sua famiglia, ad eccezione della sorella Kayla. Sono soli, emarginati dalla società a causa della loro natura cannibale. Maren e Lee sono alla ricerca della loro identità, nonostante cerchino costantemente di fuggire dalla difficile condizione con cui sono costretti a convivere. 



Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) in due scene del film


Convinti che nessuno avrebbe mai potuto aiutarli, i due giovani, incontrandosi, trovano conforto e sostegno l’uno nell’altro. Iniziano così il loro viaggio: attraversando diversi Stati americani, incontreranno altre persone, come il vecchio Sully (Mark Rylance) e l’inquietante Jake (Michael Stuhlbarg). Tutti accomunati dall’essere cannibali, inconsapevolmente i personaggi condividono un’altra importante condizione: la solitudine

Se i due adulti accettano la loro natura, credendo di non poter fare altrimenti, Maren e Lee iniziano invece a coltivare un forte senso di colpa per ciò che sono. Decidono allora di provare a dominare il loro istinto, per arginare le difficoltà.

Con estrema delicatezza, sensibilità e una buona dose di horror, il film ci invita a osservare ciò che accade da una prospettiva diversa dal solito. 

La vicenda presentata è a dir poco paradossale, ma è un’ottima metafora per riflettere sull’importanza dell’amore. L’amore rende vivi, vulnerabili, ci fa sentire compresi e meno soli, consapevoli che ci sarà sempre qualcuno su cui contare, che empatizzerà con noi e non ci giudicherà nemmeno di fronte al nostro lato peggiore. 

La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, è stata presentata per la prima volta alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Subito è stata accolta con enorme entusiasmo ed è stata premiata con il Leone d’Argento alla miglior regia per Luca Guadagnino e il Premio Marcello Mastroianni a Taylor Russell come miglior attrice emergente. Si riconferma la bravura di un attore del calibro di Mark Rylance, accompagnato da un perfetto Timothée Chalamet, forse uno dei migliori attori della nuova generazione. Meravigliose le ambientazioni, in grado di rendere più dolci anche le scene più crude.

 Il cast e il regista a Venezia 79: (da sinistra) Chloë Sevigny, Timothée Chalamet, Luca Guadagnino, Taylor Russell, Mark Rylance

Sarà difficile alzarsi a cuor leggero dalla poltrona, forse non si troveranno nemmeno le parole giuste per descrivere ciò che si è appena visto. Bones and All non è solo un film, ma un vero e proprio viaggio introspettivo, una lezione da tener bene a mente: in un mondo pronto a giudicare, emarginare, far sentire diverso, «forse l’amore ti può salvare».

In copertina: Lee (Timothée Chalamet) e Maren (Taylor Russell)

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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