L’associazione Cittadini per l’aria Onlus incentra la propria attività sul tema della qualità dell’aria, al fine di ridurre al più presto il grave impatto che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute umana. La campagna, attiva nella Città metropolitana di Milano e agglomerato urbano e nella Città metropolitana di Roma, è al suo quarto anno di vita ed è la più grande campagna di scienza partecipata in Italia.
Noi di Vulcano abbiamo incontrato Diletta Muccilli, coordinatrice della campagna su Milano per farci raccontare meglio in che cosa consiste il progetto Salviamo l’aria: NO2 No Grazie.
L’intervista è stata editata per motivi di brevità e chiarezza.
Parliamo un po’ del progetto Salviamo l’aria: NO2 No Grazie di Cittadini per l’aria. Da quale esigenza nasce? Quali obiettivi vi proponete di raggiungere?
L’idea nasce in reazione al Dieselgate nel 2017. L’NO2 (biossido di azoto), infatti, è un inquinante che nelle città proviene principalmente dal traffico e in particolare dai motori diesel. È possibile notare come in un ambiente urbano, ad elevate concentrazioni di NO2, corrispondano anche elevati livelli di black carbon (BC) e particolato fine e ultrafine (PM2.5 e PM1), inquinanti nocivi che provengono anch’essi in larga misura dal traffico.
L’NO2 è quindi un importante campanello di allarme per la salute dei cittadini. Ogni anno, in Italia, muoiono prematuramente oltre 70.000 persone a causa della qualità dell’aria scadente, principalmente nella Pianura Padana e nelle maggiori città italiane. Di queste morti quasi 15.000 sono riconducibili all’esposizione dei cittadini al biossido di azoto (NO2). Accanto a chi non ce la fa, sono molte di più le persone, grandi e piccole, che, a causa della cattiva qualità dell’aria che respirano quotidianamente, subiscono danni non reversibili, si ammalano e convivono, a volte per sempre e già dall’infanzia, con condizioni di salute che ne peggiorano la qualità di vita, riducendone le opportunità.
L’NO2 è comunque un gas le cui concentrazioni si riducono molto e immediatamente semplicemente limitando o vietando l’ingresso nelle aree urbane a questi veicoli. L’obiettivo della nostra campagna è quello di raccogliere dati diffusi grazie all’aiuto di chi vive la città, rendendo i cittadini partecipi del monitoraggio dell’NO2 e sempre più consapevoli del problema, per poi promuovere l’adozione di politiche locali per migliorare concretamente la qualità dell’aria.
In cosa consiste la campagna di scienza partecipata? In che modo partecipa il cittadino?
Il 4 febbraio 2023 i cittadini che hanno richiesto di prendere parte alla campagna dovranno semplicemente posizionare il campionatore fornito da noi nel punto che hanno scelto – la via di casa, la scuola, il luogo di lavoro – a una altezza di 3 metri. Dopo quattro settimane sarà sufficiente che ci riconsegnino il campionatore e i ricercatori e gli scienziati con i quali collaboriamo provvederanno all’analisi dei dati. Attraverso la campagna, i cittadini diventano quindi protagonisti del monitoraggio diffuso, contribuendo in prima persona alla raccolta dei dati.
I dati del monitoraggio e le relative mappe verranno elaborati e resi pubblici a partire dalla seconda metà del 2023. Successivamente, i dati raccolti verranno presentati e consegnati alle Amministrazioni per sollecitare l’adozione di nuove misure per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città. Al termine della campagna verranno anche organizzati degli incontri per discutere i risultati.
Perché è importante che quante più persone partecipino a questo progetto?
Solo raggiungendo un ampio numero di partecipanti potremo davvero aumentare la consapevolezza della cittadinanza circa l’inquinamento atmosferico e le sue conseguenze sulla salute umana e sul cambiamento climatico e, soprattutto, fare ognuno la propria parte per contrastare questi fenomeni.
Quest’anno, inoltre, abbiamo introdotto la possibilità di partecipare personalmente ad un monitoraggio epidemiologico. I cittadini che parteciperanno alla campagna ‘classica’ potranno quindi scegliere di contribuire anche ad una ricerca epidemiologica valutando l’esposizione personale e/o l’impatto del biossido di azoto sul nostro benessere psicofisico e cognitivo. In tal senso, i cittadini potranno anche avere informazioni sulla propria salute psicofisica in relazione ai livelli di inquinamento a cui sono esposti.
Sapendo che a volte c’è resistenza da parte delle istituzioni, in che modo pensate di poter comunicare con loro, una volta ottenuti i risultati, per ottenere delle misure?
Grazie alla presentazione dei dati epidemiologici elaborati sulla base del monitoraggio 2018, nel 2019, un mese dopo la nostra presentazione, il Sindaco Sala ha annunciato l’istituzione dell’Area B, la ZTL che copre larga parte del suolo cittadino. Per questo motivo, siamo fiduciosi che le nostre scoperte possano nuovamente apportare benefici alla città di Milano.
Inoltre, vogliamo segnalare che siamo già da ora in contatto con le amministrazioni di Milano, ed in particolare stiamo collaborando con gli Assessorati al Verde e alla Sicurezza del Comune di Milano. Queste ragioni ci spingono a credere nell’efficacia della nostra comunicazione per il futuro delle politiche locali.