Del: 12 Dicembre 2022 Di: Redazione Commenti: 0

Il legame fra istituzioni e ideologia si è sempre basato su un rapporto di reciproca dipendenza. Se proviamo a individuare un compromesso fra l’idea keynesiana per cui le idee governano il mondo e producono materialità, e l’approccio prettamente materialistico per cui sarebbe invece quest’ultima a produrre idee e concetti, ci accorgiamo di come le istituzioni non siano solo la concretizzazione politica e giuridica dei differenti orientamenti filosofici in seno ai governi.

Esse infatti sono capaci di tracciare nuovi solchi ideologici, atti a preservare valori sociali da perpetuare, entro le cui coordinate si può manovrare la macchina dell’autorità statuale. Le istituzioni non sono esclusivamente il prodotto della tirannide concettuale del potere di Stato, ma sono anche propulsori di orientamenti etici ed ideologici vecchi e nuovi. Esse possono in parte riflettere le posizioni di coloro da cui sono sorte ed estendere il loro potere oltre il loro limite.

È proprio in questo quadro che si colloca la vicenda di Alfredo Cospito.

Membro della Federazione Anarchica Informale (F.A.I), dal 20 ottobre ha dato il via ad uno sciopero della fame dalla sua cella nel carcere di Bancali a Sassari, dove continua a scontare la propria pena, dopo oltre dieci anni di reclusione. Il motivo dello sciopero sarebbe un atto di protesta in seguito alla modifica della pena a cui era soggetto in precedenza mediante l’assegnazione al detenuto del 41bis.

Cospito fu condannato nel 2014 a dieci anni e otto mesi per aver gambizzato Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’azienda italiana “Ansaldo Nucleare”, attiva nella progettazione di centrali nucleari raffreddate ad acqua. Da quel momento la procura di Torino decise di iniziare un’ indagine che sortirà per effetto il maxi-procedimento Scripta Manent.

Si tratta di un procedimento condotto nei confronti dei militanti nelle file della Federazione Anarchica Informale per una serie di reati commessi tra il 2003 e il 2016, che vedrà Cospito colpevole, assieme ad Anna Beniamino, dell’esplosione di due ordigni a basso potenziale. Il reato, commesso con l’ obiettivo di colpire una scuola di Carabinieri della città di Fossano, in provincia di Cuneo, lo renderà giuridicamente definibile “capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo”.

Fino a pochi mesi fa l’anarchico pescarese ha avuto modo di comunicare con l’esterno.

Cospito ha potuto collaborare alla pubblicazione di articoli su riviste appartenenti all’area anarchica. Inoltre gli era concesso ricevere visite e usufruire della biblioteca dell’istituto penitenziario e della socialità in esso considerata ammissibile. La Corte di Cassazione ha modificato la suddetta condizione, tramite la ridefinizione del reato da “strage contro la pubblica incolumità” a “strage contro la sicurezza dello stato”.

La nuova concettualizzazione giuridica degli atti commessi da Cospito lo ha portato alla perdita di tutti i benefici di cui era provvisto il suo precedente status. Ciò lo ha costretto ad un durissimo regime rieducativo, caratterizzato da due sole ore d’aria al giorno e un’ora di socialità, insieme ad altri tre detenuti, come fanno notare i legali Flavio Rossi Albertini e Maria Grazia Pintus.

Secondo i difensori, Cospito non può essere ritenuto leader o organizzatore della Federazione e non merita l’ergastolo ostativo e l’interruzione dei contatti con l’esterno.

Questo perché la militanza anarchica non è soggetta a gerarchizzazione. Inoltre, sottolineano i legali, l’applicazione del 41bis non fu contemplata per i colpevoli di vere ed effettive stragi avvenute in passato, come quella di Piazza Fontana o la strage di Capaci.

L’accusa risponde a tono affermando che per quanto la Federazione possa essere un movimento privo di strutture gerarchiche, in essa Cospito rimane un personaggio di spicco e particolarmente incline ad atti di violenza, ed è proprio per questo che la giustizia di Stato ha ritenuto di dover interrompere i legami dell’anarchico con l’esterno. In più, secondo gli oppositori dei legali di Cospito, i due ordigni anarchici esplosi a Fossano furono fatti detonare a distanza l’uno dall’altro con il preciso intento di ferire prima i Carabinieri e successivamente i soccorsi.

Da quando Cospito ha dato il via al suo sciopero della fame il 20 ottobre ha già perso 27 chili.

In tutta Italia prende sempre più piede la protesta del popolo in favore del recluso pescarese. I primi manifesti iniziano ad apparire anche nelle sedi dell’Università di Milano. Al di fuori del Tribunale, imperversa la bufera del dissenso. Così l’udienza è stata rinviata al 19 dicembre. In questa data la consulta esaminerà gli atti e sarà chiamata a deliberare sulla concessione di eventuali attenuanti.

Non resta che continuare a rimanere aggiornati su questa vicenda giudiziaria che, come fa notare il legale Flavio Albertini, rappresenta il primo caso di militante anarchico condannato al 41bis. Che la legge possa essere applicata allo stesso modo per tutti, indipendentemente dalle inclinazioni politiche e ideologiche dei detenuti.

Articolo di Riccardo Tornesello.

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