Del: 29 Gennaio 2023 Di: Rachele Latina Commenti: 0
Campus Mind, approvato il progetto definitivo

È stato approvato lo scorso dicembre, per l’esattezza il 20 dicembre 2022, il progetto definitivo dell’Università degli Studi di Milano che pianifica lo spostamento di alcune facoltà scientifiche del nostro ateneo presso il MIND – Milano Innovation District.

Verrà realizzato un Campus scientifico, ufficialmente avviato nel 2026, allo scopo di dare un nuovo volto a una grossa fetta dell’Università, da anni situata in Città Studi.

Al tempo stesso, un nuovo Campus umanistico verrà aperto in Città Studi, garantendo così un ampliamento di UniMi su tre poli: le sedi centrali, Città Studi e MIND. 

Stando a quanto riporta il PowerPoint di progettazione del Campus, il nuovo spazio dovrebbe dare vita a un rivoluzionario ateneo europeo, alimentato da energia rinnovabile, con moderni spazi comuni, aule nuove di zecca e molteplici strumenti a servizio degli studenti, in un ambiente in grado di coniugare sapere, innovazione e cura dell’ambiente.

Nonostante la collocazione periferica rispetto a Milano (precisamente in zona Expo), l’Ateneo nega che questo progetto possa dare vita ad un ambiente ostile perché isolato, anzi, presenta Mind come un grande quartiere dedicato alla ricerca, in grado di ospitare studenti, ricercatori, insegnanti e scienziati, ampliando anche i collegamenti via treni e bus e offrendo posti letto e ulteriori alloggi esterni. Il sogno, insomma, sarebbe quello di ottenere un grandissimo Campus in grado di coltivare l’amore per la scienza in una metropoli che non smette mai di innovarsi.

Benché fin qui l’idea non sembri fare una piega, sono tanti i dubbi avanzati in merito al nuovo Campus universitario,

come è stato riportato dalle parole di varie associazioni studentesche. Tra queste, c’è anche chi supporta il progetto, ma molte altre liste di rappresentanza non mancano di evidenziare alcune importanti criticità.

Una prima perplessità, come sottolineato dalla lista di rappresentanza Studenti Indipendenti all’interno di un report sul tema, è legata alla possibilità che didattica e ricerca possano venire determinate da meccanismi di mercato e non dall’interesse pubblico in campi fondamentali come sanità e nutrizione, a fronte di un finanziamento privato ingente per la realizzazione del progetto e del fatto che, proprio all’interno del distretto, troveranno spazio istituzioni come Human Technopole, il nuovo Ospedale Galeazzi e diverse aziende e centri di ricerca privati.

«A Campus Mind la didattica e la ricerca vengono esplicitamente subordinate alle esigenze delle aziende, mentre l’Università dovrebbe promuovere la libertà dei saperi – ha affermato la lista di rappresentanza in un post su Instagram – L’intero progetto risponde alle esigenze di un modello di sviluppo che vede grandi centri iperfinanziati dove risiedono e hanno potere decisionale grandi aziende e multinazionali responsabili delle devastazioni ambientali e sociali che viviamo ogni giorno».

Una sinergia che invece soddisfa la Statale, la quale afferma di voler realizzare un «campus scientifico dove i propri ricercatori e studenti possano vivere, lavorare e studiare a stretto contatto con realtà del settore pubblico e privato (aziende e start-up), affinché innovazione, esperienza, idee e ricerca possano circolare liberamente. In Italia, la ricerca è stata troppo a lungo chiusa tra le mura delle Università».

Insomma, secondo Studenti Indipendenti, si tratterebbe di un progetto a sostegno delle grandi aziende capitaliste, secondo interessi puramente economici, con cui non si mira a migliorare la qualità di vita degli studenti.

Le dimensioni delle aule studio, delle case studenti, e delle mense, non si prospettano adeguate per l’arrivo stimato di circa 18 mila studenti,

e non è stata mai provata l’impossibilità di un miglioramento della sede di Città Studi, piuttosto della sostituzione con una nuova sede distante, finalizzata per lo più al supporto di pilastri economici.

Problemi che vengono sottolineati anche dalla lista di rappresentanza UniSì – Uniti a Sinistra, la quale riconosce alcuni miglioramenti apportati nel progetto attuale rispetto a quello iniziale del 2018, ma evidenzia come rimangano aperte alcune criticità fondamentali, prima fra tutte quella legata ai trasporti, i quali dovranno essere rapidi, economici e flessibili alle esigenze di orario delle lezioni.

«I posti in residenza devono essere più di quanti già ne sono stati ottenuti e così anche quelli delle biblioteche – affermano i rappresentanti di UniSì – Lo sviluppo intero della nuova area deve avere le esigenze universitarie come perno e l’intera area deve necessariamente essere integrata nel tessuto urbano di Milano».

I rappresentanti di Sinistra Universitaria – UDU Statale hanno lamentato il fatto che queste stesse criticità legate a trasporti, carenza di spazi per la didattica e lo studio e di residenze per la comunità studentesca, più volte sollevate, siano rimaste del tutto inascoltate anche in occasione di un workshop tenutosi presso Mind Village lo scorso martedì 24 gennaio, cui sono stati invitati i rappresentanti della popolazione studentesca.

«Dopo aver sottolineato più volte l’inadeguatezza del progetto residenziale, ci è stato risposto che “400 posti letto a chi dispone di DSU sono già tanti”, il tutto mentre quest’anno solo sulla Statale risultano oltre 1400 persone idonee non beneficiarie, cioè quelle persone che, nonostante rispecchino i requisiti per avere diritto ad una residenza universitaria, non ne posso usufruire a causa della carenza di residenze – ha affermato la lista di rappresentanza – È inaccettabile che la Statale di Milano non faccia ulteriori pressioni, così come non è accettabile lasciare carta bianca ad investitori privati nella trasformazione radicale del territorio e del tessuto urbano».

All’interno del Campus, infatti, è prevista la realizzazione di una residenza con 1.000 posti, di cui solamente 400 dedicati agli studenti.

UniMi ha poi stipulato dei protocolli d’intesa per la costruzione di residenze nei comuni limitrofi, ma sembrano non esserci certezze, così come per la questione pasti: è prevista una mensa di circa 1.000 posti e si parla della possibilità di avere altri servizi convenzionati con l’Ateneo.

Dall’altra parte, a supporto della realizzazione del nuovo Campus si affermano gli studenti della lista di rappresentanza Obiettivo Studenti, che hanno dichiarato di essere a favore del progetto, affermando però la necessità di prevedere un numero di residenze, posti letto e aule studio adeguati, anche tramite la stipulazione di eventuali convenzioni con enti territoriali.

«Il trasferimento dell’intera area scientifica in un contesto innovativo e all’avanguardia come MIND rappresenta il compimento di un lungo processo che esprime la vocazione dell’Università: essere luogo di formazione, di ricerca e di rapporto, sia interuniversitario, sia con la città di Milano e con il Paese – ha affermato la lista – Allo stesso tempo, trasferirsi in un campus che non è già costruito ma nella cui edificazione l’Ateneo ha voce in capitolo, permette di impostare i futuri lavori partendo anche da quanto gli studenti chiedono», sino ad affermare che “non vi sia, per l’Università degli Studi di Milano, luogo più adatto del Campus Mind”.

Rachele Latina
Musicista, cantante, o almeno ci si prova. Vivo di playlist, studio comunicazione e mi piace fotografare ciò che mi sembra arte, probabilmente perché amo romantizzare la vita. Tra le tante robe che adoro fare, mi piace scrivere di musica e intervistare la gente che vorrebbe vivere di questo. Mi piace diffondere arte per un mondo più sincero.
Angela Perego
Matricola presso la facoltà di Giurisprudenza, “da grande” non voglio fare l’avvocato. Nel tempo libero amo leggere e provare a fissare i miei pensieri sulla carta.

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