Vi spieghiamo perché esiste davvero la possibilità per la “capitale della moda” di entrare a far parte del Patrimonio Unesco. E cosa accadrebbe, tra luci ed ombre
L’idea di candidare Milano come Patrimonio dell’Umanità risale allo scorso 2013, anno in cui è stata avviata la pratica ad opera di Angelo Caloia, allora Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.
La presentazione della domanda tecnica, di fatto non è stata mai inviata a Parigi, a seguito delle dimissioni dello stesso, mantenendo così inalterata la richiesta per alcuni anni. Il numero di candidature che ogni stato può presentare ogni anno è pari ad uno, secondo quanto previsto dal Ministero della Cultura.
Complice la campagna elettorale, l’assessore alla Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli si è recentemente interessato alla continuazione della pratica, l’invio della candidatura e la presentazione della domanda tecnica, assieme al Dossier e il Piano di Gestione.
Certo è che l’iter per la candidatura non è affatto semplice, dura un triennio e richiede un lavoro di valutazione preliminare. È il Comitato del Patrimonio mondiale a decidere se un sito verrà iscritto sulla Lista del Patrimonio mondiale.
L’Italia è lo stato che detiene il primato dei siti dichiarati Patrimonio Unesco. Il primo patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco a Milano è stata la chiesa di Santa Maria delle Grazie, assieme al Refettorio con L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, nel 1980.
La Lombardia è la regione d’Italia che conta più siti Unesco. Forse per questo il Duomo di Milano non ne fa ancora parte?
Inoltre, cosa comporti realmente l’inserimento nella lista dei siti Unesco, è tutto da capire. Sappiamo che l’Unesco adotta un bilancio su base biennale, bilancio rettificato a giugno 2022 per 1,5 miliardi di dollari. Da dove arriva questo denaro? Gran parte dei contributi pervengono dalle Nazioni Unite, non solo, anche e soprattutto da ciascun stato, che ogni anno versa un contributo obbligatorio. Ma c’è di più, l’Unesco destina circa il 3% del proprio budget per ciò che riguarda la tutela del patrimonio mondiale e di queste, poco o nulla entra nelle casse degli stati. Si tratta di una scelta che ha sicure ricadute sul turismo, ma sicuramente onerosa da sostenere.
Fino al 2019 sono stati finanziati più di 300 progetti per un totale di 28.714.337,17 euro per i siti culturali e naturali e in parte da destinare per i Piani di Gestione. 1300.979,89 euro sono stati destinati a sostegno della tutela e della fruizione di siti ed elementi della Convenzione Unesco.
Quanto a finanziamenti, Caloia si era espresso in passato:
È chiaro che a fronte di un riconoscimento Unesco, sarebbe lecito aspettarsi per esempio l’irrevocabilità dell’impegno Statale. Sarebbe importante che tutti i soggetti anche istituzionali interessati al bene di Milano si muovessero, ciascuno nel proprio ambito, per favorire quell’opera di convincimento a livello internazionale più che mai necessaria affinché l’operazione si concluda positivamente.”
La regione Lombardia negli ultimi anni ha devoluto più di 5 milioni, in parte utili al restauro della guglia maggiore e il riallestimento del museo del Duomo.
Misure di sostegno sono previste dalla Legge n.77 del 2006, approvata il 20 febbraio 2006, la quale prevede interventi finanziari a sostegno delle attività di valorizzazione, comunicazione e fruizioni destinati esclusivamente ai siti Unesco inseriti nella Lista del Patrimonio mondiale culturale e naturale, volti: allo studio delle specifiche problematiche culturali, artistiche, storiche, ambientali, scientifiche e tecniche relative ai siti italiani Unesco, ivi compresa l’elaborazione dei piani di gestione; alla predisposizione di servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico, nonché servizi di pulizia, raccolta rifiuti, controllo e sicurezza; alla realizzazione, in zone contigue ai siti, di aree di sosta e sistemi di mobilità, purché funzionali ai siti medesimi, e, infine, alla diffusione e alla valorizzazione della conoscenza dei siti italiani Unesco nell’ambito delle istituzioni scolastiche, anche attraverso il sostegno ai viaggi di istruzione e alle attività culturali delle scuole.
Non si tratta solo di tutelare la cattedrale dei milanesi e il suo museo, ma l’intero progetto storico addietro curato dalla Veneranda Fabbrica, le cave di marmo di Candoglia sul lago maggiore, i Navigli, Ticino, e la cappella musicale della Veneranda Fabbrica, sotto il nome di Sistema Duomo.
Per marzo 2024 è prevista la verifica della documentazione trasmessa ed eventualmente integrata, da parte del Comitato, quindi si può ben sperare sulla iscrizione del Duomo di Milano nella Word Heritage List per il prossimo 2025.
Articolo di Candida Battaglia