Del: 24 Aprile 2023 Di: Michela De Marchi Commenti: 0
Reato di ecocidio, una possibilità di salvare il pianeta

All’interno dell’Unione Europea potrebbe entrare presto il termine legale di ecocidio: il Parlamento ha annunciato il proprio sostegno per includerlo nelle nuove direttive sui reati ambientali ed è a tutti gli effetti un passo avanti importante, soprattutto perché i reati ambientali non sono da sempre perseguiti con la stessa attenzione di altre situazioni criminose. 

Ma che cos’è l’ecocidio? 

Con il termine si intendono «gli atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di causare danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente». Questa definizione ufficiale è stata elaborata da un team di giuristi riuniti nella coalizione Stop ecocide: l’obiettivo è di rendere l’ecocidio un crimine internazionale, aggiungendolo ai quattro già previsti nello Statuto di Roma e quindi perseguibili dalla Corte penale internazionale (genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimine di aggressione). Esso copre i danni diretti causati alla terra, al mare, alla flora e alla fauna all’interno degli ecosistemi colpiti nonché l’impatto che ne deriva sul clima, ma il danno non è solo ambientale, può essere culturale, psicologico ed emotivo, inoltre interessa le comunità stesse.

Il termine “ecocidio” comparve per la prima volta alla fine degli anni Settanta nella Conferenza sulla guerra e la responsabilità nazionale a Washington, successivamente molti accademici e studiosi di diritto ne hanno sostenuto la criminalizzazione: la spinta a farne una dimensione legale di criminalità internazionale è il primo passo per stabilire un dovere, non solo morale ed etico, ma legale nei confronti di tutte le forme di vita sulla terra.

Ad oggi, non c’è una legge di protezione della Terra che sia giuridicamente vincolante a livello internazionale, perciò gli individui, i gruppi e le aziende possono distruggere ecosistemi e comunità senza timore di essere perseguiti. In realtà i singoli paesi hanno leggi e regolamenti ambientali, ma questi vengono sovente violati e le sanzioni per i reati ambientali, che si limitano il più delle volte a compensazioni di tipo monetario, vengono dirette alle aziende piuttosto che ai singoli individui con potere decisionale all’interno di quelle aziende. 

Da alcuni anni se ne parla nelle sedi comunitarie ed era stato inserito tra i disastri ambientali, ma non era stato mai trattato a livello penale:

ora le cose sono cambiate e recentemente il Parlamento Europeo si è riunito per discutere sulle pene da infliggere a coloro che compiono questi crimini (parliamo di incendi, sversamenti in mare di prodotti inquinanti, discariche abusive, sversamenti di petrolio nelle acque o di prodotti chimici sul terreno, deforestazione, incendi boschivi, coltivazioni illecite che comportano deforestazione e distruzione di habitat…). 

In questi mesi è in corso l’iter della revisione della direttiva 2008/99 sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale: già lo scorso 21 marzo la Commissione giuridica del Parlamento europeo aveva votato all’unanimità per includere anche l’ecocidio, una posizione che è stata poi supportata dal Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria il 29 marzo.

Esprime soddisfazione Jojo Metha, direttrice esecutiva della campagna Stop ecocide international: «Il Parlamento europeo ha oggi dimostrato leadership, lungimiranza e una reale solidarietà con le numerose nazioni e comunità vulnerabili che subiscono gli effetti dell’ecocidio. Confidiamo nel fatto che tutte le istituzioni dell’Unione europea riconoscano questo testo per il dono che rappresenta, accogliendolo nel diritto europeo».

Fa eco Marie Toussaint, membro del Parlamento in forza ai Verdi: «La situazione ecologica del pianeta è oltre la criticità. C’è bisogno di una nuova era della legge. Il Parlamento europeo ha avuto oggi la chiarezza di comprenderlo forzando gli Stati membri a riconoscere l’ecocidio».

La decisione in merito all’inserimento dell’ecocidio nel diritto europeo sarà presa in accordo dal Consiglio europeo e dalla Commissione europea sulla posizione proposta dal Parlamento:

nei prossimi mesi, i rappresentanti di ciascuna delle tre istituzioni si impegneranno in un processo di consultazione noto come negoziato “trilogo”, portando a una decisione che potrebbe essere una svolta storica.

L’ecocidio infatti non è qualcosa da sottovalutare e possiamo fare numerosi esempi di come questo crimine stia distruggendo la terra: nel 2019, la deforestazione in Amazzonia brasiliana ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni (9.762 chilometri quadrati) e la foresta è stata abbattuta al ritmo di un campo da calcio al secondo, provocando danni alle popolazioni indigene e alla flora e fauna che abitano quei territori. Le attività estrattive e di deforestazione che piagano l’Amazzonia sono ecocidio, quindi una legge che lo rende un crimine internazionale sarà un forte deterrente e potrebbe essere un catalizzatore per trovare nuovi modi sostenibili di operare.

La deforestazione è una delle cause maggiori dello spillover, ovvero il salto di un virus dagli animali all’uomo: 

secondo l’organizzazione d’informazione ambientale Mongabay, lo scoppio di Covid-19 è probabilmente legato al commercio di animali selvatici e alla distruzione della biodiversità da parte dell’umanità, i ricercatori affermano che il crescente slancio della deforestazione amazzonica sta creando le condizioni per lo scoppio di future pandemie.

Un altro esempio sono le miniere di nichel nella Svezia artica che stanno avvelenando gli antichi pascoli della comunità Sami e minacciano i loro mezzi di sussistenza, oppure il fatto che nella Papua occidentale un consorzio internazionale vuole abbattere una foresta pluviale incontaminata, con fauna e flora che non si trovano in nessun’altra parte del mondo, per piantare palme da olio senza il consenso delle popolazioni indigene. Pratiche come la pesca a strascico in acque profonde distruggono interi ecosistemi, dragano il fondo dell’oceano comportando la perdita di tantissime specie animali; inoltre occorre modificare le industrie della produzione e del trasporto dei rifiuti in plastica, che giocano un ruolo importante in questa battaglia. 

Insomma a pagare le conseguenze di tante azioni criminose siamo tutti quanti: occorrono interventi maggiori e immediati per impedire ulteriori danni all’ambiente, infatti l’ecocidio commesso nel corso di decenni ha generato l’emergenza climatica ed ecologica che ora ci troviamo ad affrontare. 

Michela De Marchi
Studentessa di Scienze umanistiche per la comunicazione che aspira a diventare una giornalista. Sono molto ambiziosa e tendo a dare il meglio di me in ogni situazione. Danza, libri e viaggi sono solo alcune delle cose che mi caratterizzano.

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