A partire da settembre 2024, le studentesse e gli studenti della Facoltà di Giurisprudenza avranno a disposizione un appello in meno rispetto a quelli attualmente disponibili per poter sostenere i propri esami.
Questo perché, giovedì 20 aprile, il Comitato di Direzione ha approvato la rimozione dell’ultimo appello di settembre, motivando questa decisione con la necessità di anticipare l’inizio dei corsi.
Da tempo, infatti, alcuni docenti facevano presente una difficoltà legata al completamento delle ore previste per lo svolgimento dei corsi nel primo semestre; sul punto, però, non era mai stata instaurata una discussione che coinvolgesse anche i rappresentanti della comunità studentesca, accennando soltanto di quando in quando alla necessità di mettere mano al calendario accademico, eventualmente anche prevedendo una riduzione del numero di appelli.
Quest’ultima soluzione – da sempre considerata dai rappresentanti del corpo studentesco come una semplice proposta, rispetto alla quale sarebbe stato dato loro tempo e modo di instaurare un dialogo con il corpo docenti, prima di arrivare ad una votazione in merito – è invece diventata realtà proprio lo scorso 20 aprile, quando il Comitato di Direzione è stato chiamato ad approvare l’Anno Accademico 2023-2024 come ultimo punto all’ordine del giorno.
I rappresentanti degli studenti presenti in Comitato di Direzione – uno per ciascuna delle tre liste che hanno ottenuto più voti alle elezioni di maggio 2022: Giacomo Zagaria per Obiettivo Studenti, Beatrice Esposito per UniSì e Laura Taetti per Studenti Indipendenti – si sono insomma trovati a dover votare la proposta relativa alla rimozione dell’appello di settembre con un preavviso di neanche 24 ore, essendo venuti a conoscenza dell’oggetto specifico della votazione soltanto dai loro colleghi presenti alla discussione in Collegio Interdipartimentale, riunitosi il giorno prima.
Proprio in Interdipartimentale, infatti, il presidente del Collegio Andrea Tina aveva avanzato la proposta relativa, in origine, alla rimozione dell’appello non di settembre, bensì di dicembre:
proposta poi riformulata probabilmente a seguito dell’opposizione manifestata dalla componente studentesca all’interno del Collegio.
«Sebbene alla fine si sia riusciti ad evitare l’abolizione dell’appello di dicembre – cosa che a nostro avviso avrebbe avuto effetti disastrosi sulla carriera degli studenti, essendo uno dei più partecipati, nonché fondamentale per chi deve laurearsi a inizio febbraio –, l’alternativa che ci è stata presentata, legata alla rimozione dell’appello di settembre, non è venuta dagli studenti; si è trattato di una risposta del corpo docente a fronte della reazione che si è avuta in Collegio Interdipartimentale una volta palesata la volontà di intervenire sull’appello di dicembre – hanno spiegato Beatrice Esposito e Jacopo Marchesi, rappresentanti per UniSì rispettivamente in Comitato di Direzione e Collegio Interdipartimentale – Non si tratta però di un compromesso, perché noi studenti non abbiamo mai sostenuto questa proposta; da qui al prossimo anno lavoreremo affinché questo appello possa essere reintrodotto».
Beatrice Esposito ha poi chiarito le motivazioni che l’hanno spinta ad astenersi in Comitato di Direzione, dove invece Studenti Indipendenti e Obiettivo Studenti hanno votato contrari: «Non ho espresso un voto contrario perché, a nostro avviso, la questione riguardava non solo il fatto di votare sulla rimozione dell’appello, ma anche il fatto di votare in quelle modalità: siamo stati messi davanti a una proposta senza alcun margine di discussione. Non vogliamo essere chiamati a votare in queste condizioni, per questo ci siamo astenuti».
La scorrettezza del metodo utilizzato è stata fortemente ribadita anche dagli altri rappresentanti coinvolti.
Studenti Indipendenti parla di una decisione «presa in fretta e con poco preavviso, nel tentativo di mettere a tacere l3 rappresentant3 della facoltà, scavalcando il metodo democratico dell’organo», e ha organizzato lo scorso 27 aprile un’assemblea aperta nel chiostro Legnaia per poter organizzare una forma di opposizione. In questa occasione, si è deciso di organizzare una raccolta firme, al fine di manifestare il dissenso della comunità studentesca (potete trovarla a questo link).
Obiettivo Studenti sottolinea come lo scarso preavviso abbia precluso «ogni possibilità di un confronto e un dialogo con gli studenti che, per ovvie ragioni, sono i primi e diretti interessati da qualunque intervento sul numero degli appelli. Far sì che tutte le componenti, a partire da quella studentesca, siano coinvolte nei processi decisionali del nostro Ateneo, deve essere il modus operandi consolidato e rispettato per permettere che l’Università si affermi come luogo di sviluppo e crescita».
«Non c’è stato alcun lavoro dietro la proposta su cui siamo poi stati chiamati a votare – ha ribadito Riccardo Zagra, rappresentante per Obiettivo Studenti in Collegio Interdipartimentale – Abbiamo deciso di votare contro la rimozione dell’appello di settembre dal momento che questa proposta va a svantaggio di tutti gli studenti, oltre che per il fatto che non ci è stato dato modo di confrontarci né con i professori, né con gli studenti».
«La discussione relativa alle ore didattiche – problema che comunque non è mai stato affrontato in maniera concreta, essendo mancato un dialogo con la rappresentanza studentesca e non avendo ricercato alcuna soluzione alternativa rispetto ad una riduzione del numero di appelli – a mio avviso andrà avanti ancora a lungo, perché l’impressione è quella che i professori vogliano arrivare ad una rimozione anche dell’appello di dicembre – ha spiegato invece Roberto Mazza, rappresentante in Collegio Interdipartimentale per Studenti Indipendenti – Questo grosso problema probabilmente passerà ai prossimi rappresentanti, che potrebbero essere ancora meno rispetto a quelli attualmente presenti negli organi, qualora continui a registrarsi un’affluenza così scarsa alle elezioni. Un fatto, questo, che finisce per ritorcersi contro gli stessi studenti, dal momento che in questo modo il lavoro dei rappresentanti viene continuamente sminuito da alcuni professori, secondo i quali noi “non rappresentiamo nessuno”».
Preoccupa anche l’idea di Università verso la quale ci si sta muovendo.
«Molti professori sarebbero favorevoli ad un modello di Università senza parziali, con lezioni che si tengono da settembre sino ad aprile/maggio, appelli d’esame fino a luglio e un appello di recupero a dicembre – ha spiegato ancora Riccardo Zagra – Si tratta di un modello irrealizzabile, che andrebbe a stravolgere tutto l’assetto seguito dalla Statale fino ad ora, ma comunque si parla già di una riduzione a 7 appelli».
«La nostra impressione è che in questo modo si stia promuovendo un modello di eccellenza contro il quale Studenti Indipendenti si schiera con decisione – ha affermato Roberto Mazza – Una riduzione degli appelli va certamente ad impattare sul percorso degli studenti e sulla loro salute mentale; tutto ciò nonostante le notizie di cronaca in cui protagonisti continuano ad essere, tristemente, universitari che si sono tolti la vita sentendosi inadeguati a causa delle difficoltà riscontrare nel loro percorso di studi».