
L‘8 maggio è una giornata decisamente frizzante: è questa la data, infatti, in cui nel 1886 lo statunitense John Stith Pemberton inventò la bevanda gassata più famosa della storia, la cui creazione venne ufficializzata il 13 ottobre dello stesso anno e che prenderà il nome di Coca Cola.
Per quanto strano possa sembrare, dietro la nascita di un successo planetario si profilano però le sofferenze di uno scienziato la cui vita fu funestata da una serie di tragedie personali: John Stith Pemberton.
Nato a Knoxville, in Georgia (USA), nel 1831, Pemberton fu fin da subito un appassionato uomo di scienza dall’ampio spettro di conoscenze: esperto di chimica, divenne medico a soli 19 anni e a Filadelfia acquisì persino una qualifica di farmacista.
Nei suoi primi anni di attività si specializzò come “steam doctor”, ossia dottore esperto delle proprietà curative di bagni di vapore, erbe e prodotti naturali. Sposatosi con Ann Clifford Lewis a 22 anni, ebbe da lei il suo unico figlio, Charles, nel 1854. Ma la vera svolta nella sua vita si ebbe il 16 aprile 1865, e fu una svolta tragica. Arruolatosi come tenete colonnello nell’ esercito confederato, in quella data venne colpito da una sciabolata all’addome e al petto durante la sanguinosa Battaglia di Columbus.
La ferita, che gli provocava dolori lancinanti, venne trattata con ampio uso di morfina, da cui Pemberton divenne presto dipendente. A guerra finita, egli cercò in tutti i modi di trovare un sostituto all’oppioide che potesse alleviare la sua dipendenza. Investendo tutti i propri risparmi nella ricerca, Pemberton riuscì a formulare una bevanda a base di Cephalanthus occidentalis a cui diede il nome di “Dr. Tuggle’s Compound Syrup of Globe Flower”.
Pubblicizzata nel 1866 sulla testata giornalistica Enquirer come bevanda curativa contro malattie respiratorie e dipendenza, lo sciroppo ebbe un grande successo, il che permise a Pemberton di trasferirsi ad Atlanta e a creare una miscela di vino, damiana e coca (il cosiddetto “French Wine Coca”), intesa come trattamento contro la tossicodipendenza e la nevrosi.
Nel 1886 tuttavia la Georgia iniziò una dura campagna contro il consumo di alcool, e il prodotto a base di vino fu danneggiato dalle restrizioni statali. Pemberton cercò allora di creare una variante analcolica della sua bevanda che potesse essere venduta liberamente. Insieme al farmacista Willis Venable, Pemberton decise di sostituire il vino con uno sciroppo zuccherino, e l’estratto di damiana con quello di noce di cola.
Nasceva così la bibita gassata Coca-Cola, il cui nome venne creato da un socio di Pemberton, Frank Robinson, combinando i nomi dei due ingredienti principali.
Di immediato successo, la bevanda non riuscì però nell’intento che il suo creatore si era prefissato: ormai completamente morfinomane, Pemberton dovette praticamente svendere i propri diritti sulla bibita per evitare la rovina finanziaria dovuta alla sua dipendenza. Nemmeno il figlio Charles riuscì a trarre profitto dall’invenzione del padre: a sua volta distrutto dall’oppio, lasciò che fossero grandi magnati come Asa Candler e Joseph Biedenharn a ottenere i maggiori guadagni dalla commercializzazione della Coca-Cola.
Pemberton morì nel 1888, in completa povertà e dopo sofferenze atroci. Solo negli anni ’40 del Novecento oppioidi sintetici e semisintetici iniziarono a emergere come possibili sostituti alla morfina. Nello stesso periodo, oltre 5 miliardi di bottiglie di Coca-Cola vennero spedite ai soldati americani impegnati nel secondo conflitto mondiale, anche se ormai solo come gustosa bibita per tenere alto il morale delle truppe, e non con lo scopo curativo che John Stith Pemberton aveva un tempo sperato che la sua bevanda potesse avere.