Del: 5 Giugno 2023 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
Bookadvisor, consigli di lettura di giugno

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow, Gabrielle Zevin (Editrice Nord) – recensione di Matilde Elisa Sala

Una mattina del 1995, Sam Masur scorge da lontano, ferma in mezzo alla stazione della metropolitana, Sadie Green, la sua amica d’infanzia. Sono passati otto anni, ma il tempo sembra non essere trascorso. Li lega ancora un grande bene e, soprattutto, il loro amore per i videogiochi. Grazie a questa passione comune, prende vita una splendida collaborazione, che vedrà coinvolto anche Marx, il compagno di stanza di Sam, e che porterà alla creazione di Ichigo, il loro primo gioco. Non sarà l’ultimo, ne faranno molti altri… cresceranno insieme, lavorativamente e personalmente. Affronteranno tante difficoltà e incomprensioni, si perderanno spesso per ritrovarsi sempre.

Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow è un romanzo toccante e delicato. I personaggi entrano nel cuore del lettore, pagina dopo pagina, creando un rapporto di intima empatia.

Interessante, anche per i non giocatori, la spiegazione di tutto il lavoro creativo che sta dietro lo sviluppo di un videogioco. Come recita il sottotitolo in copertina «questa non è una storia d’amore, ma parla d’amore», dell’amore puro e sincero che c’è tra persone che si vogliono bene profondamente. È commovente il modo in cui questo tipo di amore ci viene descritto. È un amore che si ha con poche persone, che non scappano di fronte alle fragilità o alle difficoltà, litigano tanto, si lasciano per un po’, per poi incontrarsi di nuovo, esattamente come prima. Insomma, una bellissima storia di vita, uno dei romanzi più coinvolgenti che siano usciti negli ultimi mesi.


Mi limitavo ad amare te, Rosella Postorino (Feltrinelli) – recensione di Giulia Scolari

Forse il candidato al Premio Strega di cui più si sente parlare e non a caso: Mi limitavo ad amare te è un libro che entra dentro e non si dimentica più. Una lettura che toglie il respiro; pesante, ma cui non si riesce a rinunciare.

I protagonisti sono un gruppo di bambini – poi ragazzi e infine uomini e donne – affidati a un orfanotrofio durante la guerra a Sarajevo. La maggior parte di loro non ha perso i genitori, ma essi sono impossibilitati a tenerli con loro e pur di saperli al sicuro li lasciano all’interno della struttura. Tutto cambia quando il conflitto si inasprisce e i bambini vengono trasferiti in Italia senza avere la possibilità di scegliere. Arrivati nella penisola, si trovano difronte a una nuova lingua, una nuova cultura e nuove famiglie pronte ad accoglierli come fossero figli loro.

Così Omar si ritrova a soffocare in un abbraccio che è una prigione; Nada si chiude in sé stessa e si affida a Danilo, che non è in grado di lasciare spazio a sofferenze altre dalla sua; Seb ne approfitta per diventare il figlio unico che non è mai stato.

Postorino scrive di una realtà con la quale non abbiamo ancora fatto i conti, ma che è sotto i nostri occhi ogni giorno. Scrive di vite strappate e di diritti calpestati, di un’Italia cieca e sorda come la peggiore delle Germanie, di storie che non siamo pronti a sentire. 


Mussolini il capobanda, Aldo Cazzullo (Mondadori) – recensione di Nina Fresia

«Mussolini ha fatto anche cose buone», frase che per scherno o per convinzione, è entrata a far parte della cultura popolare italiana. Aldo Cazzullo con Mussolini il capobanda spiega perché tale espressione sia inequivocabilmente falsa: il libro rappresenta, infatti, una preziosa guida per orientarsi tra i sanguinosi eventi dell’ascesa al potere del fascismo, della dura repressione del regime che ne è scaturito e della caduta finale del Duce.

Il giornalista sfata miti e chiude ad ogni possibile revisionismo in modo semplice e articolato al tempo stesso: limitandosi, cioè, a riportare fatti storici dimostrati e documentati, senza ricamarci sopra alcuna fantasia o romanzo. La lotta contro la disinformazione passa anche attraverso una narrazione che, per quanto densa di dati, rimane accessibile e pulita al lettore, anche grazie ad un tono confidenziale ben dosato dall’autore.

Tutto ciò è funzionale a divulgare il messaggio centrale del libro ad una platea quanto più vasta possibile: Duce e fascismo sono sinonimi di violenza e delinquenza. E lo sono da sempre. Non è stata l’alleanza con Hitler ad inasprire Mussolini, dipinto come spietato addirittura sin dall’infanzia e nei rapporti amorosi. Così come la crudeltà è stata propria delle camicie nere ben prima dell’arrivo sul suolo italiano dei nazisti.

Cazzullo riserva, inoltre, grande spazio al ricordo di chi è caduto nel tentativo di resistere al capobanda Mussolini, sia raccontando i grandi personaggi passati alla storia (Matteotti, Gramsci, Gobetti tra gli altri), sia tenendo viva la memoria di coloro che più rischiano di essere dimenticati: sono molti i nomi che nessuno conosce, riportati meticolosamente affinché si comprenda quanto dovremmo vergognarci del fascismo.


Ne uccide più la lingua, Valeria Fonte (DeAgostini) – recensione di Jessica Rodenghi

«Resistere, opporsi, vivere, mai più sopravvivere». Ci hanno insegnato ad essere gentili, timid3, a non alzare la voce, soprattutto se sta parlando un uomo. Quando trasgrediamo questa regola fondamentale, siamo troppo aggressiv3 e dovremmo essere ricondott3 alla norma, lo fanno notare cercando disperatamente di rinchiuderci nella gabbia di costrizioni culturali che l’essere femminile comporta.

L’uomo si incazza, la sua rabbia deve far paura, è incontrollabile, al contrario si viene paragonat3 ad uno scoiattolo nervoso, che al massimo può lanciare le pigne. Abbiamo il diritto di rivendicare tutto lo spazio che non ci è stato concesso, gridando a squarciagola e incazzandoci quanto ne sentiamo il bisogno.

Insieme a Valeria Fonte spezzeremo il confine della gabbia, distruggendolo a morsi. Non siamo mai state sol3, perché tra le sbarre ci stiamo da secoli e, ormai, ci vanno strette. Questo libro è un manuale di contestazione, un incitamento ad incazzarsi contro una repressione di genere portata avanti da sempre, ma che ora non siamo più dispost3 ad accettare. È da prontuari come questo che passa la lotta del femminismo intersezionale: non mancate all’appuntamento con la lotta al patriarcato, perché tutto ciò di cui si parla lo viviamo sulla nostra pelle, ogni giorno.

Basti pensare alle radici profonde del nostro linguaggio, nato per spiegare un mondo patriarcale, in cui le istituzioni si formano a misura maschile e non femminile, in cui le professioni di spicco sono “da uomo” e le schwa risvegliano i fondatori dell’Accademia della Crusca dalla tomba. La discriminazione passa dalle parole, che, nonostante sembrino un veicolo vuoto, sono profondamente segnate da società e cultura. Niente è immobile, rivendicare i propri spazi è un diritto sacrosanto.


Strano che tu me lo chieda, Elissa Sussman (Mondadori) – recensione di Giulia Scolari

Chani è una giovane giornalista emergente quando le viene assegnato l’articolo che le cambierà la vita: un’intervista con la sua celebrità del cuore, Gabe Parker. Se in un primo momento riesce a fatica a formulare domande interessanti, nel corso della giornata che passeranno insieme arriverà ad avere sempre di più l’impressione di conoscere Gabe da sempre. Tutto ciò avviene dieci anni prima rispetto al tempo in cui è ambientata la storia.

La Chani narratrice è una donna divorziata con una carriera avviata proprio da quel pezzo, insoddisfatta e cinica. Non ha più fiducia nelle sue capacità e non vuole ammettere a sé stessa di aver lasciato un pezzo di sé a quel Gabe Parker di cui non vuole più sentir parlare.

Quando dall’ufficio stampa dell’attore – ormai un uomo dalla carriera troncata, ingrassato, reduce dall’ennesimo rehab – arriva la richiesta per un nuovo articolo che possa risollevare la sua situazione, i due si ritroveranno seduti allo stesso tavolo cui si sono trovati dieci anni prima e dovranno fare entrambi il meglio che possono per creare una narrazione ancora interessante delle loro vite.

Sussman ha saputo creare due personaggi interessanti e complessi, in cui non è difficile ritrovarsi. I personaggi di contorno sono funzionali e pieni di vita, ma Gabe e Chani sanno far spegnere il mondo attorno a loro e ci si scorda facilmente di tutti gli altri. Una lettura leggera, una protagonista originale, un libro perfetto per aprire la stagione estiva.

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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