Del: 11 Giugno 2023 Di: Laura Colombi Commenti: 0
La Milano per pochi, tra gentrificazione e polarizzazione sociale

In occasione del ventesimo anniversario dalla fondazione di Vulcano Statale, il giornale degli studenti dell’Università Statale di Milano, abbiamo pensato alla creazione di un numero speciale, di carta, che a partire da questa settimana potrete trovare nelle diverse sedi dell’Ateneo, oltre che leggere giorno per giorno sul nostro sito. Per ulteriori informazioni, seguici sulla nostra pagina Ig: @vulcanostatale.


La chiamano polarizzazione sociale. Le città globali, quelle che vogliono ritagliarsi un ruolo di primo piano nel mondo, funzionano così. (Pochi) ricchissimi e (tanti) poverissimi convivono nello stesso luogo.

Nella capitale della moda, il fenomeno raggiunge numeri mai visti in Italia: oggi il 40% dei redditi della città è in mano a poco meno dell’8% della popolazione. Tradotto in cifre, significa che circa 75mila persone assorbono ricavi per oltre 13 miliardi. E, d’altro canto, che meno del 2% della ricchezza prodotta è destinato al 10% più povero.

Non sempre è stato così, nemmeno a Milano. Lo sappiamo: con la chiusura delle fabbriche a partire dagli anni Settanta, la struttura sociale, da rombo, si è fatta piramide – anche perché, in parallelo, il ruolo dello Stato è stato progressivamente rimarginato (fino ad approdare all’odierna politica della concertazione, che affida al capitale dei privati le sorti delle nostre città). Come la sua società, Milano è cambiata. Le fabbriche, scomparse, sono divenute aree dismesse, a Milano così come in tutte le città post-industriali.

E si è fatta strada la gentrificazione, che altro non è che la riqualificazione e il rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane.

Ecco che, nei quartieri più noti come esempi di riqualificazione – Romolo, Bicocca, Portello, Rogoredo, Bovisa per citarne alcuni – i prezzi delle aree conoscono un raddoppio del valore immobiliare in pochi anni, come nel caso di Romolo dopo gli investimenti intrapresi da IULM, o del quartiere residenziale sorto di recente attorno ai grattacieli di Sky a Rogoredo. O, ancora, Isola, Nolo, Corvetto. Un raddoppio dei prezzi che si estende oltre i confini della città, e che riguarda, in modo particolare negli ultimi anni, il Sud Milano, a partire dal semicentro sino alla periferia. E che, in una città con solo il 29% di stock immobiliare in locazione (a Parigi gli affitti sono il 70%, a Berlino il 60%), arriva a coinvolgere noi studenti, con cifre folli anche per una stanza in condivisione.
Se è a rischio il diritto allo studio, a molti viene negato il diritto a una vita dignitosa: per l’Osservatorio Internazionale per la coesione e l’inclusione sociale “la gentrificazione e la conseguente espulsione delle fasce sociali più fragili dalla città centrale (…) sono il vero motore di cambiamento urbano di Milano”.

Per continuare a sopravvivere nello scenario globale, Milano espelle quella che ritiene essere la sua parte più debole. Dimentica che, anche storicamente, la sua ricchezza sta nell’incontro.

Foto di copertina di MilanoInvisibile, collettivo unitosi con lo scopo di realizzare inchieste per narrare la Milano degli invisibili tramite video, fotografie e articoli. Le loro inchieste sono state pubblicate su Witness Journal, Il Corriere della Sera e Perimetro, e sono disponibili su YouTube e al sito.

Laura Colombi
Mi pongo domande e diffondo le mie idee attraverso la scrittura e la musica, che sono le mie passioni.

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