Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare se si tiene conto dell’inflazione e dell’incertezza economica portata dalla pandemia e avallata dallo scoppio della guerra in Ucraina, «il mercato globale del Lusso ha compiuto un nuovo balzo nel 2022».
Secondo i dati registrati lo scorso anno, la crescita dei marchi di lusso ha messo a segno un’ottima performance generale, con il 95% dei brand in positivo contro il 25% del periodo pre-Covid.
Inoltre, stime recenti che arrivano dal mercato azionario sottolineano come il lusso di produzione europea stia “sovraperformando” quello americano, storicamente più incisivo in termini di percentuali nel mondo azionario globale.
La start-up Starting Finance riporta che lo «STOXX 60, l’indice con le 600 aziende europee più capitalizzate, ha guadagnato quasi +7,5% nel 2023, più del doppio dell’S&P 500 (+3,82%)». A confermarsi i principali hub di consumo sono sempre Stati Uniti e Cina, ai quali però si aggiungono paesi come la Corea del Sud, che vede come nuovi protagonisti le giovani e giovanissime generazioni di acquirenti.
In effetti Millennials e Gen Z «si prevede costituiranno il 30% del mercato del lusso entro il 2030, crescendo 3 volte più velocemente rispetto alle altre generazioni».
Un dato non del tutto sorprendente visto l’interesse dimostrato da queste fasce della popolazione nei confronti del settore. Altrettanto evidente è il fatto che il mondo del fashion si sia avvicinato a tutte quelle battaglie che più stimolano la mobilitazione sociale e social tra i giovani: dalla preoccupazione per l’ambiente, alle campagne dedicate alla body positivity, fino alla promozione della rappresentatività.
Sono tanti i marchi di alta moda che investono sempre di più in una crescita sostenibile, che peraltro viene spesso citata tra le loro priorità (come del resto fanno molte altre aziende in diversi settori). Allo stesso modo sono sempre più diffusi i messaggi di inclusione lanciati dai brand per pubblicizzare i prodotti, in modo tale che arrivino a una fetta più ampia possibile della popolazione, a prescindere dalla taglia, dall’età o da limitazioni di qualsiasi tipo.
Seguendo la medesima logica, molti si sono impegnati a nominare ambasciatori ufficiali di diverse nazionalità, facendo spesso affidamento su personalità influenti (attori, cantanti, influencer, ecc.): un esempio emblematico sono Versace, Chanel e Tiffany&co. Tuttavia, è pur vero che in alcuni casi si tratta semplicemente di strategie di marketing per apparire più vicini ai propri consumatori.
Uno degli ultimi trend di stile ad aver rilanciato la moda ricercata è il cosiddetto old money style, che di fatto prevede una dimostrazione di eleganza più discreta che passa attraverso la scelta di prodotti pur sempre “di marca” ma che non ostentano.
È il paradosso di un’industria che presenta modalità produttive completamente opposte come quella, appunto, dell’old money style, un lusso interessato al rispetto dell’ambiente ma che non tutti si potrebbero permettere, a cui si contrappone invece la grande distribuzione, facilmente accessibile grazie ai prezzi più contenuti, la cui diffusione ha dato origine al fast fashion di cui Shein è ormai uno dei massimi rappresentanti. Si tratta di due mondi paralleli che in realtà si intrecciano più spesso di quanto si possa immaginare.