Del: 18 Giugno 2023 Di: Giulia Maineri Commenti: 0

I tormentoni estivi catturano con il loro ritmo incalzante, ma sono anche ricchi di immagini, luoghi e persone, parte dell’immaginario comune, che si possono prendere come spunto per imparare qualcosa di nuovo.

Prendiamo ad esempio Disco Paradise, la nuova canzone di Fedez, Annalisa e Articolo 31. Si inizia citando Hammamet, città tunisina diventata celebre come meta turistica in quanto scelta come luogo di villeggiatura da personaggi come Churchill e Flaubert, ma in Italia ricordata soprattutto in relazione a Bettino Craxi, che qui morì latitante, in fuga dai processi giudiziari aperti in seguito allo scandalo Tangentopoli. Nel testo entrano entrambi questi due aspetti: l”io cantante” dice infatti di andarsene ad Hammamet in quanto nella ricerca del colpevole, «quest’anno hanno deciso che tocca a me» . Poco dopo però si parla dell’aspetto vacanziero di Hammamet, un posto in cui «si sfila sulla spiaggia come Gigi Hadid». Gigi Hadid è la top model per eccellenza del momento e in questo accostamento si vede anche l’evoluzione dell’immaginario comune nel tempo: anni fa sarebbe stata menzionata Naomi Campbell oppure Claudia Schiffer.

Le idee platoniche si evolvono con gli anni nella costruzione di un linguaggio comune, oggi più di un tempo, in continuo cambiamento.

C’è poi un po’ di ansia generazionale ( «se penso al mio futuro vado in panico» ), un sentimento volubile che sale e scende «like a yo-yo» per dirla con Sabrina Salerno, che tradotto in slang giovanile nella canzone diventa «tipo yo-yo».

Si dice poi che gli italiani all’estero non votino e su questo i numeri danno ragione agli autori della canzone: alle ultime elezioni politiche, l’affluenza dei votanti fuori dall’Italia si è fermata al 26% contro il 64% dei votanti in suolo italiano. I grandi assenti alle elezioni comunque sono stati i giovani e in particolare i fuori-sede, per i quali proprio in questi giorni è sfumata la possibilità di votare nel comune di domicilio.

Si gioca con le situazioni della vita di tutti i giorni, come quando ci si telefona a vicenda ma non ci si raggiunge mai; situazione comune già raccontata dalla stessa Annalisa nel suo ultimo singolo, dal ritornello incalzante «quando lei chiama lui che chiama te che chiami me » .

La strofa si collega al ritornello con una citazione del grande Lucio Battisti e della sua “Mi ritorni in mente”. Le bolle di sapone fanno pensare a Mina, mentre veniamo trasferiti in un mood Anni Settanta, quello della Disco Dance, appunto, che dà il nome anche a una delle altre hit di quest’estate, cantata da gIANMARIA e Francesca Michielin. La Disco Paradise in particolare è una stazione radio che trasmette la musica dance di quegli anni, da vinili 12 pollici.

Nel suo pezzo rap, Ax cita il Mai Tai, cocktail a base di rum, la pole dance e l’Oktoberfest, che sembra essere immancabile nel singolo estivo di Fedez e compagni di turno, visto che compariva già l’anno scorso in “La dolce vita”, quando Tananai diceva di voler « fare la fest » . Si parla poi di andare «in ciabatte sul red carpet» ; questo è un fatto molto attuale visto che poco fa a Cannes Jennifer Lawrence ha sfilato con un elegantissimo abito rosso indosso e un semplicissimo paio di infradito ai piedi, in contrasto con il dress-code tradizionale. Del resto non è la prima a rompere gli schemi: già Kristen Stewart si era ribellata alla regola dei tacchi sul tappeto rosso.

C’è poi un riferimento esplicito a “Girls just want to have fun”, a cui in realtà era già stato fatto un riferimento implicito, per il jingle e il ritmo del brano.

Per finire, un paio di frasi a difesa della cultura pop, contrapposta a quella letteraria, tradizionalmente ritenuta più aulica e nobile: chi non sa chi è Neruda, ma conosce Gino Paoli non ha niente di cui vergognarsi. Sapore di sale è tanto importante quanto l’Ode al giorno felice.

Oltre a questo trio, protagonisti dell’estate saranno la coppia Elodie-Mengoni con il singolo “Pazza Musica”, il duo Mr Rain-Sangiovanni con il brano “La fine del mondo” e a completare il quadro delle collaborazioni è in arrivo un inedito con Marracash e Tananai.

Ci saranno poi naturalmente i Pinguini Tattici Nucleari, con due nuovi brani, “Coca Cola” e “Rubami la notte”, entrambi dai testi interessanti. Del resto, il gruppo indie è noto per i testi intricati e ricchi di riferimenti.

“Coca Cola” parla di cambiamento, sotto diversi punti di vista. È un confronto tra generazioni diverse, un millenial parla ad una boomer, una «signora mia» . Il primo argomento toccato è sociale: si parla di una coppia di ragazze – la nipote della signora in questione e una sua amica – che hanno fatto coming out. Non ci sono alternative, è un aut aut: la scorsa generazione deve imparare ad accettare il cambiamento. Altrimenti «il lume della ragione si incendia» : e il riferimento al razionalismo è lecito perché spesso chi si rifiuta di vedere ciò che considera fastidioso non si lascia guidare dalla ragione, ma da vecchi ideali senza fondamento. Anche perché «chi non si adegua, muore»: è bene quindi alzare la testa «tipo la giraffa di Lamarck». Qui il riferimento è alla teoria evoluzionistica, ormai ampiamente superata, secondo cui le giraffe hanno sviluppato il collo lungo nello stendersi verso l’alto per afferrare le foglie più buone.

La teoria è sbagliata, ma il messaggio è giusto: bisogna sforzarsi di guardare oltre, spostare lo sguardo dall’altezza occhi, spingersi altrove, togliersi il paraocchi.

Nel ritornello si prevede un’Italia anti-religiosa e anti-patriottica, in cui «toglieranno Gesù dalla parete» e «l’inno di Mameli si canterà in inglese» , mentre la signora mia rimpiangerà «quando c’era lui», un lui che per costruzione sintattica dovrebbe essere Cristo ma che in realtà in questo contesto porta ad una interpretazione diversa, dunque aggiungiamo anche un’Italia anti-fascista.

Si torna a toccare il tema del gender fluid, già presente in apertura e nel ritornello, alla fine della seconda strofa, quando si dice che «fan più casino i pa-pillon» , un riferimento al politico Simone Pillon – che tra l’altro indossa sempre il farfallino al collo – convinto omofobo che si oppose fortemente al ddl Zan e che da anni si scaglia contro la «teoria gender», che francamente non si capisce cosa sia.

Si gioca poi sull’assonanza «mito» e «me too» , con una frecciatina al bigottismo, in cui risuonano le parole di De Andrè (l’ordine costituito di “Bocca di Rosa”).

Il riassunto del testo è ben descritto dalla frase «un Paese di vecchi difetti che fan pace con sensi di colpa giovani» . In chiusura, la nipote della signora mia citata all’inizio torna a casa e le insegna a far lo SPID e ci si augura di non cercare più «l’oro alla fine del rainbow washing» , giocando sulla credenza popolare secondo cui alla fine dell’arcobaleno c’è una pentola di denaro e sul concetto di sfruttamento dell’inclusività arcobaleno meramente finalizzata al guadagno.

Insomma, come ogni anno, canteremo tante canzoni, con la leggerezza e la spensieratezza con cui si cantano le hit estive, ma ogni tanto, anche soffermandoci sul significato che i testi portano con sé, a dimostrazione del fatto che il divertimento non esclude il contenuto interessante e costruttivo.

Giulia Maineri
Instancabile curiosona, ho sempre una domanda sulla punta della lingua. Leggo di tutto e di tutti per capire chi sono. Coltivo la passione per la storia dell'arte per capire chi siamo. Studio fisica per rispondere ai come. Esploro il mondo in un’esasperata, ma entusiasmante, ricerca dei perché.

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