Il 10 di ogni mese, la prima rubrica di racconti che suggerisce musica per ogni situazione. Oggi quattro consigli per quando si ha voglia di staccare.
A volte hai bisogno semplicemente di volgere lo sguardo altrove: c’è chi lo fa e volge un po’ più di uno sguardo spostandosi materialmente in nuovi lidi, e c’è chi invece non può, perché purtroppo è povero e deve accontentarsi di evadere mentalmente, all’interno della sua coscienza immaginando, svagandosi.
La musica può sicuramente fornire molti modi per evadere ed è quello che cercheremo di fare qui: cercare della musica che serve a scappare da una triste routine e vivere finalmente una vita che non sia caratterizzata dalle solite azioni ripetute meccanicamente. Peccato che potremo farlo solo mentalmente.
Animal collective, Spirit they’re gone, Spirit they’ve vanished
Generi: neo-psichedelia
Boschi incantati, paesaggi naturali, tutto questo è quello che ci passa davanti mentre ascoltiamo questo disco fuori di testa che porta la nostra mente lontano da ciò che siamo abituati, in un mondo diverso in cui possiamo finalmente sognare e vivere, possiamo distaccarci dal nulla della vita quotidiana e provare delle vere sensazioni che vengono da un qualcosa di altro dal solito. Finalmente siamo in un altro posto e ci muoviamo confusi tra suoni che non identifichiamo bene e siamo felici, seppur non troveremo mai la strada per il ritorno, anzi forse siamo felici proprio per questo…
Consigliato a chi vuole staccare per sempre e non tornare più.
Chico Buarque, Construção
Generi: mpb
Un disco per andare in un posto totalmente diverso, tra spiagge incandescenti e il mare sconfinato davanti. Cosa c’è di meglio di evadere in estate in un posto del genere. Vivere in un paradiso terrestre con quel dolceamaro, però questa volta con la consapevolezza che devi tornare: hai staccato apposta per ricaricare la spina. Così sei con la valigia in mano che ti dirigi all’aeroporto e osservi per l’ultima volta quella spiaggia bianca e già senti nostalgia per la prossima volta che ti verrà esigenza di staccare la spina… sempre che questa esigenza non si sia già ripresentata…
Consigliato a chi vuole staccare la spina ma a tornare ci è costretto.
T.P. Orchestre Poly-Rythmo de Cotonou (Bénin), Zoundegnon Bernard (‘Papillon’ guitariste principal)
Generi: Soukous
Però, potremmo sentire il Brasile non troppo distante culturalmente da noi: forse dovremmo andare a ricercare l’altro, il luogo dove staccare la spina, nel continente africano, precisamente nel Benin. Probabilmente una persona in Africa quando vuole staccare ed evadere si ascolterà le bellezze del folk occidentale che richiamano paesaggi lontani chilometri e chilometri, ecco che noi ascoltiamo questo invece. Ed ecco che tutto cambia: un altro mondo, un’altra cultura; mentre ci allontaniamo dalla nostra terra madre quella che sentiamo è pur sempre una chitarra, ma avvertiamo che è altro, quindi camminiamo disorientati col suono che rimbomba nelle orecchie. E mentre proseguiamo, ci rendiamo finalmente conto che ora stacchiamo veramente e lo facciamo lontano, tanto tanto lontano come piace staccare a noi…
Dedicato a chi per staccare vuole andare lontano.
Le Mystère des Voix Bulgares, vol. 1
Generi: Bulgarian folk music
Possiamo tuttavia rimanere anche vicino per evadere. Qui abbiamo l’evasione vera e propria, qualcosa di mistico, qualcosa che, mentre ci allontaniamo dalla solita noia, ci avvicina a qualcosa di più grande, e anche questo è staccare. Non è scappare in una routine per finire in un’altra routine, ma scappare da una routine per non avere mai più una routine in vita tua. Queste voci soavi hanno la soluzione, queste sono veramente la libertà, questo è uno staccare. Ma ricordati che è pur sempre uno staccare mentale, quindi dopo che lo avrai realizzato spegnerai il lettore mp3 e cercherai in ogni modo di replicare quell’emozione. Ma sappi che il prerequisito principale è anzitutto avere il coraggio da alzarti da quel divano…