Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.
Come d’aria, Ada d’Adamo (Elliot) – recensione di Matilde Elisa Sala
Le storie di Ada e Daria sono fin da subito indissolubilmente legate. Daria è la figlia, nata con una malformazione al cervello, l’oloprosencefalia, che le causa gravi difficoltà visive, motorie e comunicative. Ada, la madre, dedica il suo tempo e le sue energie alla figlia, imparando a conoscere un corpo diverso dal suo, fragile e minuto, e a comunicare con chi non ha modo di farlo con la parola.
Ada si scontra con sguardi giudicanti e pareri indesiderati, ma soprattutto con una realtà che non agevola minimamente le famiglie con persone disabili, e non consente loro di vivere in maniera serena. Nel 2008 scrive una lettera a Corrado Augias, ai tempi curatore di una rubrica su Repubblica, denunciando proprio la mancata tutela delle famiglie con persone disabili e, soprattutto, la mancata introduzione di leggi che permettessero il diritto all’aborto, che lei stessa avrebbe praticato per interrompere la sua gravidanza, se fosse venuta prima a conoscenza della malformazione della figlia.
Ada trova comunque grande conforto in altre famiglie come la sua, con le quali si confronta e che l’appoggiano. La vita la mette però di fronte a un ulteriore male, il tumore, che la costringe a vedere il suo stesso corpo cambiare, farsi piccolo e meno forte, bisognoso di cure tanto quanto quello della figlia.
Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada. Saro D’Aria…
Vincitore del Premio Strega 2023, Come d’aria è il primo romanzo di Ada d’Adamo, deceduta il 1° aprile 2023 a causa della sua malattia, da lei stessa definito un memoir. Ada scrive direttamente alla figlia, raccontando passo dopo passo il suo percorso di vita, tra scelte, difficoltà, perdite, lutti e sogni mai realizzati.
È a dir poco toccante la lucidità e la razionalità con cui d’Adamo ha raccontato la sua storia, senza lasciarsi andare a commenti, senza farci provare pietà, ma solo un preciso resoconto di tutta la sua vita, consegnata nelle nostre mani. Non c’è spazio per i giudizi, ma solo per la realizzazione, capitolo dopo capitolo, di tutto ciò che ancora oggi manca nel nostro paese: tutela e diritti. Servono passi in avanti per migliorare le condizioni di vita delle persone disabili e serve avere il diritto di scegliere sempre che cosa fare con il proprio corpo. La testimonianza di Ada d’Adamo dev’essere una grande occasione per riflettere e per spingerci a volere un cambiamento, necessario oggi più che mai.
Una testa dura, Edith Ayrton Zangwill (Garzanti) – recensione di Jessica Rodenghi
L’origine di questo romanzo è una storia vera: la vita dinamica della scienziata britannica Hertha Marks Ayrton, matrigna dell’autrice divenuta una suffragetta a inizio ‘900. Scienziata è un termine riduttivo, in realtà: fu ingegnera, fisica e matematica, ma anche la prima donna a tenere una conferenza alla Royal Society, un mondo dominato totalmente da uomini.
Anche Ursula ricopre alcune tappe simili alla musa del racconto: è molto intelligente e promettente nel proprio settore, ma spesso non viene considerata in quanto donna. Le sue giornate trascorrono rinchiusa nella soffitta buia, che ha ritrasformato in laboratorio, in cui prepara esperimenti sull’azoto liquido. Proprio il suo lavoro sarà la chiave di lettura che le spalancherà le porte dell’attivismo: com’è possibile che una mano maschile valga di più di una femminile, quando il risultato permane straordinario?
In un intreccio di scienza, cortei, amori lontani e vicini, Ursula troverà la sua vera “chiamata” nell’attivismo delle Suffragette. Un percorso lungo e difficile, che nasce dallo scetticismo e giunge nella convinzione totale di dover supportare i movimenti per il diritto al voto delle donne, ma non soltanto. Ad oggi Una testa dura è più che fondamentale, per conoscere le radici di chi ha messo in gioco tutto ciò che aveva per garantire diritti a tutt3.
Le cose che ci salvano, Lorenza Gentile (Feltrinelli) – recensione di Matilde Elisa Sala
Gea ha ventisette anni, vive sui Navigli a Milano. Non esce mai dal suo quartiere e trova eterno conforto nella sua quotidianità, composta dai volti che incontra ogni giorno. Gea è una tuttofare, aggiusta qualsiasi cosa crede possa essere recuperabile e conserva oggetti che potrebbero magari servire. Non si fida di niente e di nessuno, cresciuta in un paese sperduto con un padre che le insegnava a prepararsi per qualsiasi catastrofe potesse accadere, e non si trova proprio nel mondo in cui vive.
Ma forse le cose potrebbero cambiare quando finalmente, dopo anni di attesa, Gea vede di nuovo alzata la serranda rossa de Il Nuovo Mondo, negozio di antiquariato che tanto l’aveva affascinata da bambina, quando era stata a Milano per far visita alla nonna. Peccato che il negozio sia stato comprato da un’agenzia immobiliare… ma Gea farà di tutto per salvarlo.
Un romanzo toccante e delicato e una bellissima coccola per il cuore, Le cose che ci salvano racconta una storia meravigliosa, la crescita e il cambiamento di una persona, permeata da innumerevoli paure, che in semplici oggetti, momenti, occasioni o persone è riuscita a trovare salvezza. Convinta in principio di essere molto sola, Gea, dopo essersi data un obiettivo è riuscita a trovare qualcosa, e qualcuno, a cui aggrapparsi, e grazie al quale salvarsi.
Con somiglianze e differenze, la storia di Gea potrebbe essere quella di ognuno di noi: con forza e determinazione, per caso o no, sul nostro percorso di vita ci saranno sempre innumerevoli cose che ci salveranno.
Io non mi trucco, Simona Cantelmi (Les Flâneurs Edizioni) – recensione di Camilla Restelli
A intrecciarsi, nel romanzo Io non mi trucco sono le storie di quattro donne: quella della dolce Sara, ragazza-madre incinta di sette mesi che, a seguito dell’ennesimo tradimento da parte del suo compagno, decide di vivere la maternità da sola, cercando di riscoprire se stessa e di ricucirsi; quella di Betty, fotografa e videomaker, ragazza audace quanto timorosa del giudizio altrui, specie di quello del padre, a cui non vuole confidare di essersi innamorata di una coetanea; la storia di Viola Greco, ambiziosa giornalista di un quotidiano emiliano, costretta a fare i conti con un sentimento intricato nei confronti di un uomo sposato, e, infine, quella dell’esuberante Tamila, l’unica tra tutte che sembra vivere una storia d’amore da sogno, se non fosse per quell’immancabile nostalgia che nutre verso il suo paese d’origine, la Russia, che cerca di placare rifugiandosi in cucina, preparando pietanze deliziose che funzionano da antidoto contro la tristezza.
Tutte e quattro si trovano a vivere un momento di resa dei conti, da un punto di vista personale e lavorativo: quello che tra i 30 e i 40 anni di età ti spinge a fare un bilancio della tua vita e a scontrarti con le aspettative e le sfide che la società contemporanea impone, soprattutto se sei donna.
Il romanzo di Simona Cantelmi è un potente inno di solidarietà e di amicizia tutta al femminile che sprona le proprie lettrici a ripartire da loro stesse, soprattutto in quei momenti di transizione, fisica ed emotiva, in cui sembra di non riconoscersi più, soprattutto quando si è alle prese con sensazioni ed esperienze nuove e sconvolgenti.
E come ci dimostrano le quattro protagoniste, questo lo si può fare non solo facendo leva su di sé, ma potendo contare su quell’indissolubile rete di sostegno, supporto e comprensione reciproca che le donne sono sempre state in grado di creare, sfatando dunque quei falsi miti che le hanno dipinte da tempo immemore come acerrime nemiche e crudeli rivali.
Raybearer, Jordan Ifueko (Fazi Editore) – recensione di Matilde Elisa Sala
La giovane Tarisai è cresciuta in solitudine nel regno di Swana, carente delle attenzioni di sua madre, Lady, donna molto temuta, fredda e calcolatrice. Proprio da lei viene mandata, con altri bambini, nella città di Oluwan per poter entrare a far parte del Concilio del principe Dayo, erede al trono. Per entrare nel Concilio, Tarisai dovrà dimostrare di possedere il Raggio e amare davvero il principe. Ciò che però Tarisai non sa è che è vittima di un incantesimo, frutto dei poteri della madre: la giovane dovrà uccidere l’erede al trono. Riuscirà a venir meno al compito, inconsapevolmente assegnatole dalla madre, e a diventare l’autrice del suo destino?
Primo di una dilogia e romanzo d’esordio di Jordan Ifueko, Raybearer è un fantasy che ha conquistato il pubblico. Oltre a una storia accattivante, fitta di colpi di scena, magia e rituali, e a personaggi meravigliosi, ognuno con le proprie caratteristiche, la trama è davvero ben costruita, passo dopo passo, con calma, senza la fretta che di solito porta a dei buchi di trama.
Dato il suo successo diventerà anche una serie televisiva per Netflix e ancora si attende l’uscita italiana del secondo romanzo, attesissima visto il finale aperto del primo volume.