Del: 13 Settembre 2023 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
Il Tempo delle Donne 2023. Il potere della libertà

Dall’8 al 10 settembre, Triennale Milano ha ospitato Il Tempo delle Donne, un ciclo di giornate organizzate da Corriere della Sera. Giunto alla sua decima edizione, l’evento ha coinvolto numerosi ospiti provenienti dal mondo del giornalismo, della politica e dello spettacolo, pronti a discutere e riflettere insieme al pubblico, sviluppando nelle sue mille sfaccettature, il tema chiave di quest’edizione: la libertà. Libertà individuale e collettiva, libertà di espressione, libertà di scelta, libertà di amare, libertà corporea e libertà di pensiero.

Le voci che si sono alternate sui palchi della Triennale hanno dato modo agli spettatori di riflettere e di aprire la mente, anche su argomenti e situazioni che molto spesso sono ritenuti dei tabù, o troppo distanti da noi.

Se, ad esempio, si sente parlare di menopausa, troppo spesso ci si spaventa come se il corpo femminile avesse ormai intrapreso una tortuosa discesa verso la vecchiaia. Dal dialogo intrapreso tra Chiara Bidoli, caporedattrice di Corriere della Sera redazione Salute, Paola Barale, giornalista, conduttrice televisiva e autrice, Monica Calcagni, dottoressa specializzata in ginecologia, Martina Socrate, content creator, e Cinzia Leone, illustratrice e giornalista, emergono numerose falle sull’argomento, tutte dettate da una forte disinformazione e un mancato dialogo, in famiglia, tra coetanei e specialisti.

Da sinistra: Monica Calcagni, Martina Socrate, Paola Barale e Chiara Bidoli

O ancora si rabbrividisce, venendo a conoscenza del fatto che solo in Italia sono state ben due milioni le vittime del cosiddetto “revenge porn”, di cui il 70% donne.

L’avvocato Francesca Florio ha voluto sottolineare quanto sia errata questa definizione, “revenge porn”: non si può parlare di vendetta di fronte a degli abusi, e non si può parlare di un corpo come porno, perché il porno propone del materiale d’intrattenimento, che in questo specifico caso si trasforma in un’oggettivazione del corpo della vittima. Sarebbe quindi più corretto parlare di abuso sessuale per immagini: le persone hanno la libertà di scegliere di mandare foto o video a chi vogliono, ma nessuno deve avere il diritto di condividere in maniera massiva quei contenuti.

Il Tempo delle Donne ha lasciato a ogni ospite la possibilità di definire che cosa fosse per loro la libertà.

La giornalista Cecilia Sala ha definito libertà la possibilità di parlare con persone provenienti da paesi come Iran, Ucraina e Afghanistan: grazie a questi dialoghi, Sala ha avuto modo di raccontare e spiegare tutte le differenze presenti tra le giovani generazioni di questi paesi e la nostra.

Se in Italia i giovani intorno ai venti e trent’anni non dominano le cronache, in Ucraina, ad esempio, non è così: i giovani ucraini hanno potere e lo hanno dimostrato con la protesta messa in atto nel 2014, senza la quale non possiamo essere in grado di comprendere ciò che è accaduto nel febbraio 2022. I ragazzi in Ucraina influenzano la politica internazionale.

E lo stesso vale per l’Iran, dove i giovani sono indipendenti ed emancipati, alcuni anche molto digitalizzati, nonostante la censura presente nel loro paese. In Iran le donne sono la maggior parte nelle Università, di cui il 70% nelle materie STEM (in Italia ad esempio sono solo il 22%). Sala sottolinea quanto le donne siano protagoniste in Iran, e la società non può farne a meno. Le proteste messe in atto dalle donne iraniane hanno trovato sostegno persino dai conservatori.

Al contrario invece i giovani afghani sono molto soli e spesso le donne trovano il modo di vivere in maniera più tranquilla solo in matrimoni fittizi.

Da sinistra: Jessica Chia e Francesca Florio (prima immagine); Marilisa Palumbo e Cecilia Sala (seconda immagine)

È stato toccante, e pure disturbante, notare però quanto spesso, seppur nella diversità dei discorsi e delle tematiche affrontate, emergesse di fondo un fortissimo problema culturale.

In Italia le donne sono vittime di una cultura fortemente patriarcale e maschilista: devono essere madri e badare alla casa, e spesso non hanno nemmeno un conto corrente a loro intestato; devono essere seducenti, ma non troppo, perché poi il corpo femminile induce in tentazione, come emerso dai monologhi di Milena Gabanelli e Dacia Maraini; se subiscono abusi, probabilmente o se la sono cercata o devono stare più attente al modo in cui si pongono e ciò che fanno.

La verità è che in Italia manca cultura e manca tanta, tantissima educazione. Serve un cambiamento che non deve partire solo dalle donne, ma anche dagli uomini, e un’emancipazione sia maschile che femminile, come hanno sottolineato Giulia Minoli, Fiorella Mannoia e Massimiliano Caiazzo, in rappresentanza dell’associazione Una, Nessuna, Centomila.

Deve esserci più informazione legata all’affettività e alla sessualità, perché non sono temi tabù ma sono normali e importanti. Serve anche conoscere ciò che ci sta attorno, ciò che accade alle persone di altri paesi, per ampliare il nostro bagaglio culturale.

Il Tempo delle Donne è sempre, ora più che mai, e non solo in occasione di questi eventi. Anzi, il tempo è di chiunque, perché ognuno dovrebbe volere un cambiamento in avanti, e per far sì che accada non bisogna farlo solo a parole, o frasi acchiappaconsensi pronunciate in conferenza stampa, servono fatti concreti. Dal Governo non sono ancora arrivati, ma forse potrebbe iniziare proprio la società a farsi motore di questo cambiamento verso una vera forma di libertà.

Le fotografie inserite sono state scattate dalla redazione di Vulcano Statale

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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