Viaggiare ha sempre affascinato l’essere umano, e in questi ultimi anni il van è diventato un mezzo di trasporto molto popolare.
Tante persone si limitano a passarci una vacanza, ma esistono viaggiatori che hanno voluto provare a viverci stabilmente. Molti sono affascinati da questo stile di vita, ma giustamente si pongono molte domande.
Questo articolo vuole cercare di dare risposta ai quesiti più comuni che riguardano questo argomento. Gabriele, un viaggiatore provetto che ha voluto buttarsi in questa avventura, ci racconterà la sua esperienza.
L’intervista è stata editata per motivi di brevità e chiarezza.
Come ti è venuta in mente questa idea? Hai preso ispirazione da qualcuno?
Io e il mio compagno di avventure Guillame abbiamo sempre amato sperimentare. Durante il lookdown abbiamo venduto la nostra grande casa nel sud di Londra per andare a vivere sui canali della città con una narrowboat, e non abbiamo mai pensato che fosse piccola. Molte persone potrebbero considerarla come un’abitazione minuscola, ma per noi 17 metri di barca erano anche troppi.
Dopo due bellissimi anni in barca ci è venuta l’idea di acquistare un van con l’intenzione di girare il mondo. Volevamo un mezzo, ma anche un’abitazione, che ci permettesse di spostarci più liberamente e che abbassasse i costi dei viaggi e della vita in generale.
Com’è strutturato il vostro van?
Il van ha tutto ciò che serve: cucina, doccia, toilette, tavolo con sedie e anche il divano. È piccolo, ma è una vera casa in miniatura su ruote. Abbiamo preferito acquistare un furgone e realizzare la camperizzazione piuttosto che acquistare direttamente un van tradizionale, ciò significa che abbiamo dovuto fare un restauro totale e ci siamo occupati personalmente di tutto: installazione delle finestre, impianti, arredi, isolamento termico, eccetera.
Questa è stata la scelta migliore che potessimo fare: abbiamo potuto avere un van che risponde totalmente alle nostre esigenze.
Ho saputo che avete camperizzato il van in Italia, com’è stata la vostra esperienza con la burocrazia?
Pessima, per la nazionalizzazione del van la lentezza e la mancanza di informazioni e di assistenza erano all’ordine del giorno. L’ACI addirittura non sapeva come muoversi.
Per quanto riguarda la camperizzazione del van non è andata meglio, perché in Italia non è permesso camperizzare un mezzo da soli. Mi sono dovuto così rivolgere alla Germania utilizzando un veicolo tedesco, in questa maniera la procedura è stata molto più facile e veloce.Allo Stato italiano non interessa rendere la vita più semplice, anzi.
Come fai a sostenerti economicamente?
Con investimenti e risparmi. La vita in van è molto più economica rispetto al vivere in una casa tradizionale. Inoltre essendoci occupati personalmente della ristrutturazione del van abbiamo potuto anche occuparci di arginare ulteriormente il problema dei costi, infatti il van è completamente off grid e ciò ci permette un’autonomia tale da non dover utilizzare i camping, che molte volte sono cari come gli hotel.
Che meta consiglieresti a qualcuno che vorrebbe prendere confidenza con la vita in van?
La Sardegna, senza alcun dubbio, in particolar modo la parte meridionale e in bassa stagione. Il mare più bello del mondo, e dico ciò con cognizione di causa siccome ho viaggiato per quasi tutto il globo, posti meravigliosi e gratuiti per le soste e strade di tutte le tipologie in modo da testare al meglio l’esperienza con il van.
Qual è la cosa che ti manca maggiormente da quando non hai più una dimora fissa?
Le bollette e le tasse (N.d.A. Gabriele ride ironico). Parlando seriamente, non ci manca assolutamente nulla. Grazie a questa nuova casa stiamo vivendo esperienze completamente nuove. Stiamo documentando tutti i nostri ricordi tramite il nostro progetto che si chiama BALENCIAVAN: ci trovate sia su YouTube sia su Instagram.
Se avete altri dubbi sui viaggi in van non esitate a contattarci, io e Guillame saremo lieti di aiutarvi.