Del: 4 Ottobre 2023 Di: Jessica Rodenghi Commenti: 0

Foggia, novembre 2022. Un uomo scopre che il figlio è gay e decide per questo motivo di maltrattarlo continuamente; insieme a lui anche la madre finisce nella traiettoria delle violenze, in quanto cercava di far desistere il marito. Le liti sarebbero finite in minacce con coltelli e lesioni lievi accertate in pronto soccorso: la donna dichiara di subire maltrattamenti da anni. Una mattina madre e figlio si svegliano a casa di un parente: la sera prima c’era stata una lite e i due erano scappati. Sarebbero tornati all’appartamento, in quanto l’uomo aveva minacciato di ucciderli ed è qui che c’è stata un’aggressione. Nonostante la condotta violenta dell’uomo, i due sono riusciti a denunciare dopo molti anni e con fatica ed oggi l’avvocato che difende l’imputato dichiara come il caso sia stato ingigantito, che non ci siano mai stati coltelli di mezzo. Allo stesso tempo, però, l’uomo è stato messo agli arresti domiciliari, in quanto era molto probabile che intimidisse i familiari per far ritirare le denunce, oppure che reiterasse le violenze.

Alcune delle frasi pronunciate dopo il coming out del ragazzo sono state “Tu non vali niente” o ancora “Tu sei un gay. Pubblicherò tutte le tue foto da travestito su Facebook. Ti renderò la vita impossibile”.

Intimidazioni, minacce, violenze: ancora la società patriarcale cerca di ristabilire il suo ordine, volendo eliminare tutto ciò che considera una “devianza” rispetto ai propri valori.

Se si trattasse soltanto di ideologie o preferenze, non avremmo escalation di questo tipo; invece in Italia abbiamo un problema sistemico, che intreccia società patriarcale da un lato e cultura omofoba dall’altro. Innanzitutto, si parte dall’idea che una persona non eterosessuale “valga di meno”, nel caso specifico un figlio gay viene ancora considerato come un disonore. La devianza rispetto all’uomo etero e cisgender è calcolata come malattia mentale, confusione, stranezza, aberrazione. A questo punto chi crede in queste idee assurde cerca di ristabilire l’ordine, in quanto si sente in dovere di “mantenere la società così com’è sempre stata”, diventando violento e pericoloso per chi dovesse incrociare la sua strada non seguendo la tanto esaltata “tradizione”.

Un caso del genere è emblematico, perché l’uomo voleva allo stesso tempo punire il figlio per la sua condotta, ma anche la madre, in quanto sosteneva la scelta del ragazzo. Sorvoliamo sul concetto di amore parentale che dovrebbe essere alla base delle famiglie: qui si tratta di persone convinte di poter usare la violenza per ristabilire un fantomatico ordine. Il risultato, fortunatamente, è stata la denuncia alle forze dell’ordine, ma non è noto quanti siano realmente i casi di abuso di questo tipo; esiste un numero infinito di violenze non denunciate che rimangono nell’ombra.

In Italia, secondo omofobia.org, gli episodi omofobi sono stati 876 nel periodo fra il 2012 ed il 2020; in questo stesso tempo le vittime sono state 1.166.

Secondo l’indice Trans Murder Monitoring di Transrespect versus Transphobia Worldwide l’Italia è al primo posto per vittime di transfobia in Europa, con 44 omicidi transfobici avvenuti tra il 2008 e il 2021. Ad oggi, una persona queer che cammina per strada di notte si sente poco sicurə, anche perché sa che se dovesse essere parte di un’aggressione omofoba, non esisteranno aggravanti riguardo il reato d’odio. Nel 2021 una proposta di legge contro l’omolesbobitrasnfobia, la Legge Zan, si proponeva di tutelare le persone nei casi di violenza per motivi basati su sesso, identità di genere, orientamento sessuale e disabilità, ma è stato ostacolato e bloccato in ogni modo.

Dati alla mano, la situazione parrebbe chiara: bisogna tutelare le persone queer, in quanto sono vittima più di altr3 di crimini d’odio, aggressioni e violenze dettate da stereotipi omofobi. Ma il disegno di legge Zan è stato accantonato dal Senato: 154 voti favorevoli alla richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo, affossandola completamente. In Aula, degli applausi imbarazzanti hanno fatto da contorno all’esito dello scrutinio.

A distanza di due anni, il governo Meloni ha deciso di indire una crociata contro tutto ciò che non considera parte della famiglia tradizionale.

Ad esempio, molte regioni non hanno concesso il Patrocinio ai Pride svolti sul proprio suolo, considerandola una mossa troppo rischiosa: nel caso del comune di Roma, perché promuoverebbe la Gestazione Per Altri. Anche questo è un argomento contro cui la maggioranza si sta battendo, avendo introdotto la persecuzione per legge di chi dovesse ricorrere alla GPA anche all’estero. Nonostante la pratica venga praticata più da coppie eterosessuali che da altre, Meloni ha deciso di portare avanti una crociata anche su questo, nella sua cornice delle battaglie “anti-LGBT”. Come se non bastasse, ad oggi le famiglie omogenitoriali non possono registrare l3 figl3 all’anagrafe, in quanto sarebbero nat3 utilizzando la gestazione per altri o la fecondazione assistita, dunque non vengono riconosciuti i genitori non biologici. Giusto, la norma è retroattiva fino al 2018.

Ad inizio legislatura poi erano state presentate almeno tre proposte di legge contro il diritto all’aborto, per cercare di modificarlo e renderlo ancora meno accessibile. Nonostante l’esistenza di una legge che lo tutela, ci sono molte lacune in cui si possono inserire cavilli che impediscano l’esercizio del diritto.

La linea del governo è molto chiara, appoggia la famiglia tradizionale e discrimina tutto ciò che considera una “devianza”, impedendo attivamente a queste persone di esercitare i propri diritti e le proprie libertà. Fuori dal mondo legislativo, però, tutto questo si traduce in un hate speech costante. Quante volte una persona queer è stata aggredita, maltrattata, presa ad insulti solo per il fatto di esistere, camminare per una strada? Ad oggi, non c’è nulla che stia migliorando in Italia. Ad oggi, chi odia la comunità LGBTQIA+ viene sostenuto ed elogiato dalla maggioranza, in quanto portatorə di ideali tradizionali. Il risultato non sarà, ovviamente, una riduzione delle violenze e aggressioni omofobe, è molto più probabile che si verifichi il contrario. Un esempio chiaro riguarda le persone transgender: sembra che una fetta importante dell’opinione pubblica abbia problemi con la loro sola esistenza.

Non a caso i transicidi sono aumentati a dismisura, più di una persona al giorno muore a causa della transfobia

Gli attacchi verso la comunità LGBTQIA+ sono sempre più frequenti, un trend in crescita che sembra non suscitare reazioni di allarmismo al governo. Secondo l’ILGA (International Lesbian and Gay Association) l’Italia è al 34esimo posto su 49 Paesi europei per quanto riguarda i diritti di queste persone, ma stando a quanto riportano le ricerche di Ipsos, il 9% degli italiani si identifica come parte della comunità. Considerando che la popolazione attuale si aggira attorno ai 58 milioni, possiamo indicare che 5.22 milioni si percepisca come parte della comunità queer.

Nonostante a destra si senta dire che la propaganda LGBT si stia imponendo su chi la pensa diversamente, i dati dimostrano esattamente il contrario. Le persone queer sono ancora uccise, picchiate, maltrattate, insultate solo per il fatto di esistere con il proprio corpo. In Italia le condizioni della comunità stanno peggiorando e parte della responsabilità è del governo Meloni.

Jessica Rodenghi
Jessica, attiva nel mondo e nelle società, per fare buona informazione dedicata a tutti e tutte.

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