Del: 5 Novembre 2023 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
BookAdvisor, consigli di lettura di novembre

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Le piccole libertà, Lorenza Gentile (Feltrinelli) – recensione di Matilde Elisa Sala

Le piccole libertà - Lorenza Gentile - Libro - Feltrinelli - I narratori |  IBS

Oliva è una donna di trent’anni, non vive una vita frenetica, non fa il lavoro dei suoi sogni e teme costantemente il giudizio della sua famiglia e del fidanzato Bernardo. È molto legata a zia Vivienne, con la quale ormai non ha più contatti da anni per motivi ancora a lei sconosciuti. Inaspettatamente però, Oliva riceve proprio da zia Vivienne un biglietto per Parigi, dicendole di aspettarla lì per incontrarla e spiegarle finalmente tutto. Contro ogni razionalità, Oliva parte, ignara del fatto che questo viaggio cambierà per sempre la traiettoria della sua vita. Tra incontri inaspettati ed esperienze sorprendenti, Oliva si rende conto di non aver mai vissuto appieno e che forse questa è l’occasione giusta per farlo.

Le piccole libertà è un romanzo toccante, divertente e sbalorditivo, oltre a essere una bella coccola. Regala tanti spunti di riflessione e tante, contrastanti emozioni. Fa sorridere, commuovere, sognare a occhi aperti e talvolta, provare un po’ di malinconia. Ma soprattutto, cerca di far capire che le nostre vite, in fondo, sono composte da tasselli di piccole libertà che noi stessi costruiamo. Quante persone sono insoddisfatte di ciò che fanno, o hanno costantemente paura di deludere chi hanno attorno e, dunque, preferiscono fare delle rinunce? Forse molte, ma non dovrebbe essere così. La vita è sempre una storia tutta da (ri)scrivere, sempre, in qualunque momento desideriamo, creandoci una piccola libertà dopo l’altra, così da poterla vivere come una grande libertà.


La guerra dei Bepi, Andrea Pennacchi (People) – recensione di Nina Fresia

La guerra dei Bepi è una raccolta di testi e monologhi in cui Andrea Pennacchi ci racconta dell’intreccio che lega la storia della sua famiglia con la guerra. Il nonno dell’autore, Bepi, è infatti il protagonista della prima parte, in cui vengono raccontati gli orrori della Grande Guerra, mentre la seconda sezione è riservata al padre, che sceglie Bepi come nome da partigiano, e alla sua atroce esperienza nel campo di concentramento di Ebensee. L’ultima storia, invece, è più recente: Pennacchi ricostruisce gli eventi della battaglia del checkpoint Pasta in Somalia attraverso gli occhi di un gruppo di soldati italiani coinvolti nello scontro dentro un autoblindo. Pennacchi riesce a spiegarci che cosa sia la guerra concentrando in poche pagine le sue mille sfaccettature: la guerra vissuta da un ragazzino e la guerra affrontata da un adulto, quando abbiamo combattuto contro l’invasore e quando gli invasori sembravamo noi italiani. Ci mostra cosa c’è dietro un conflitto (sogni di gloria) e cosa un conflitto si porta dietro (morte, distruzione, tortura). Ed è inconfondibile l’impronta dell’autore, che non è dovuta solo alle numerose espressioni venete: anche quando verrebbe da sorridere, lo si fa amaramente, perché Pennacchi abilmente concilia una pungente ironia con crude verità. Bepi, quindi, è un soldato che ha vissuto una guerra, così come avrebbe potuto viverle tutte. La storia si ripete, variano le parti in gioco, ma alla fine la sostanza rimane sempre la stessa: come in una celebre canzone, nessuno si sognerebbe di tornare a casa pensando «che la guerra è bella anche se fa male». Eppure, Bepi torna a combattere, a sanguinare e a far sanguinare. Ma come ci spiega Pennacchi attraverso le parole di un suo personaggio, è il paradosso del cane. «Ecco, se sparisse l’ingiustizia, la guerra dal mondo la nostra vita saria come quella dei cani. Vita da cani, proprio. Che robe, ahn? Hai bisogno dell’ingiustizia: la guerra tira fuori l’uomo dall’uomo».


Il diavolo e l’acqua scura, Stuart Turton (Neri Pozza) – recensione di Matilde Elisa Sala

Il diavolo e l'acqua scura - Stuart Turton - Libro - Neri Pozza - I  narratori delle tavole | IBS

Nel 1634 a Batavia, nelle Indie orientali olandesi, la Saardam è pronta a salpare verso Amsterdam. I passeggeri si imbarcano, Jan Haan, il governatore generale, seguito dalla moglie Sara e dalla figlia Lia, Samuel Pipps, celebre detective e Arent Hayes, tenente e guardia del corpo, nobili, membri dell’equipaggio e famiglie. Poco prima della partenza però, un lebbroso annuncia un presagio funesto: nessuno a bordo della Saardam si salverà e la nave non giungerà mai a destinazione. Nonostante l’avvertimento abbia spaventato parte dei passeggeri, il governatore generale non vuole sentire ragione e decide di salpare. Ma, poco dopo la partenza, un simbolo misterioso, un occhio con una coda, compare su una delle vele e da quel momento misteri e omicidi si abbatteranno sulla nave. Stuart Turton, autore del bestseller Le sette morti di Evelyn Hardcastle, torna con un nuovo intricatissimo giallo, pregno di suspense e colpi di scena. Nonostante inizi in maniera lenta, dopo qualche capitolo ci si addentra nel vivo della storia e sarà impossibile posare il libro. Proprio come nel romanzo precedente la testa viene riempita di innumerevoli informazioni e sembra quasi impossibile giungere a una conclusione: ma il gioco funziona, ancora una volta, e si rimarrà davvero sbalorditi.


Una ragazza d’altri tempi, Felicia Kingsley (Newton Compton Editori) – recensione di Matilde Elisa Sala

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La giovane Rebecca Sheridan è una studentessa di Egittologia a Londra, lavora nella biblioteca dell’Università, determinata, responsabile, e con una grandissima passione per l’epoca Regency. In un suo diario ha persino scritto come sarebbe stata la sua vita se fosse nata e vissuta nell’Ottocento, con descrizioni dettagliate anche di tutti i suoi ipotetici familiari e della sua migliore amica. Rebecca ama anche partecipare alle rievocazioni in costume proprio di quest’epoca e, durante uno di questi eventi, organizzato alla libreria Hatchards, le accade qualcosa di incredibile: viene catapultata nel 1816! Rebecca si trova immersa proprio nel mondo che lei stessa aveva scritto e immaginato tra le pagine del suo diario. Viene da una famiglia della nobiltà londinese e sta per debuttare in società. Un mistero però, fa capolino nella sua permanenza nel passato e Rebecca si ritrova a doverlo risolvere. Ma non sarà sola, verrà aiutata dal corsaro Reedlan Knox, tanto affascinante quanto misterioso. Riuscirà a risolvere il mistero e tornare al presente?

Felicia Kingsley è, senza ombra di dubbio, l’autrice italiana di romance più amata dal pubblico, basti anche solo tenere d’occhio le classifiche o vedere quante persone rimangono in coda in libreria in attesa di un suo autografo. Rispetto a ciò che è stato scritto in precedenza dall’autrice, questo romanzo è decisamente innovativo e un azzardo ben riuscito. Oltre alla componente romance, Kingsley si è cimentata in tanti altri trope, senza però perdere il filo e riuscendo a scrivere una storia veramente accattivante. Traspare dalle pagine l’attenzione dell’autrice nella descrizione del 1800 e delle dinamiche del periodo, arrivando talvolta a toccare anche tematiche molto importanti. Un romanzo dolce e intrigante, in cui i personaggi principali, ruberanno il cuore al pubblico. Senza dubbio, Una ragazza d’altri tempi è uno dei romanzi più belli scritti dall’autrice, in grado di far sognare a occhi aperti.


La paziente silenziosa, Alex Michaelides (Einaudi) – recensione di Matilde Elisa Sala

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Alicia Berenson è chiusa in un ospedale psichiatrico. Non pronuncia più una parola da quando ha sparato a suo marito e si rifiuta di fornire qualsiasi tipo di informazione. Lo psicologo criminale Theo Faber è convinto di poterla aiutare e, prima o poi, di riuscire a farla parlare. Così si avvicina a lei e decide di passarci del tempo insieme e pian piano Alicia sembra aprirsi sempre di più. La verità viene a galla, ma in maniera completamente sconcertante e il finale lascia completamente a bocca aperta.

La paziente silenziosa è uno dei gialli più enigmatici usciti negli ultimi anni, controverso e dibattuto. Prende i lettori, li porta con sé nella mente dei due protagonisti, tra flashback e racconti del presente, li confonde e poi li sconvolge. Nonostante ciò, il pubblico, per certi aspetti, non ha un’opinione concorde: molti hanno criticato la traduzione italiana, trovandola a volte ripetitiva in alcune espressioni, e hanno giudicato poco veritiera la narrazione delle dinamiche dell’ospedale psichiatrico. Altri ancora non hanno trovato particolarmente innovativo il finale. In ogni caso, il romanzo, come parte del genere gialli e thriller fa il suo lavoro più che dignitosamente.

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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