Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 il Mudec di Milano ospita la mostra Picasso. La metamorfosi della figura, prima delle due mostre dedicate all’artista Pablo Picasso (1881-1973), la seconda in arrivo a Palazzo Reale a settembre, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte.
L’esposizione, curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del Museo Picasso di Barcellona, e Ricardo Ostalé Romano, contiene oltre quaranta opere dell’artista, dipinti, sculture e persino i bozzetti preparatori.
Organizzata in cinque sezioni, la mostra cerca di seguire il percorso di formazione dell’artista e la metamorfosi delle figure all’interno delle sue opere. Emerge fin da subito la grande dinamicità e la propensione al cambiamento di Picasso: fortemente influenzato da tanti altri tipi di arte, prima fra tutte l’arte africana, prettamente tribale, seguita dall’arte egizia e da quella iberica, l’artista arriva a ripensare totalmente le forme, decidendo di iniziare a rappresentare il corpo umano secondo canoni totalmente distanti da quelli occidentali.
«Al pittore che arriva a Parigi manca qualcosa, qualcosa che gli permetta di volare con le proprie ali e di esplorare quelle strade che lo porteranno a porsi alla guida dell’arte parigina e, per estensione, europea. A diventare il campione delle Avanguardie» scrivono Gual e Ostalé Romano nella prefazione al catalogo dedicato alla mostra. Sarà proprio l’incontro con le forme d’arte citate sopra a fargli scoprire la sua arte, a portarlo alla ricerca della sua bellezza e del suo modo di esprimersi.
Anche quando, nel 1906, Picasso entra ufficialmente a far parte del movimento cubista, dove prevale una totale geometria della forma e della figura, l’arte tribale farà sempre da sfondo.
E così sarà anche quando Picasso abbandona il cubismo, alla fine della Prima Guerra Mondiale, per tornare a rappresentazioni più classiche, fino ad arrivare all’ultima fase dell’artista, quella che gli esperti chiamano per l’appunto di totale “metamorfosi” della figura nei soggetti rappresentati dall’artista.
Passare di sezione in sezione permette ai visitatori di addentrarsi completamente nel genio creativo di Picasso, in tutte le sue forme e sfaccettature. La mostra consente di ammirare opere concluse e bozzetti: è a dir poco affascinante osservarli e cercare di capire lo studio e gli innumerevoli tentativi dell’artista di arrivare a creare quello che per lui era il soggetto perfetto per quell’opera.
Pablo Picasso era indubbiamente un genio, un artista attento, grande osservatore e sperimentatore, fondatore di un’arte completamente nuova e decisamente all’avanguardia.
È davvero emblematico il termine “metamorfosi” per descrivere questa mostra: la metamorfosi è trasformazione in qualcosa di nuovo, è un cambiamento, non sempre radicale, in grado di immettere un tassello in più, prima mancante.
La mostra permette di immergersi in questo mondo, di osservare e di rendersi conto, una volta usciti, che di fronte all’arte e a opere di questo genere, anche noi abbiamo intrapreso un percorso di metamorfosi. L’arte consente una libera interpretazione a chi la osserva e, anche se magari non ce ne si rende conto, farà sempre scaturire un cambiamento, in noi e in tutta la cultura che ci circonda.
Crediti immagine di copertina: Carlotta Coppo