Volti segnati, sguardi intensi, espressioni ricche di significato. Una accanto all’altra, ciascuna ugualmente importante.
Fino al 15 marzo alla Fabbrica del Vapore si può visitare la mostra Straordinarie, curata da Renata Ferri. Le fotografie in bianco e nero sono state realizzate da Ilaria Magliocchetti Lombi.
Una scelta, quella del bianco e nero, che avevamo da poco visto al cinema nel capolavoro di Paola Cortellesi e che qui diventa un modo per non farsi distrarre dai colori, per concentrarsi sull’espressività di queste donne. Complice il non-cromatismo di queste fotografie, la mostra rischiava di essere una galleria di volti incorniciati, come gli antenati di una nobile casata nel corridoio di una ricca villa.
Invece questi ritratti sono estremamente immersi nel presente, senza perdere l’ambientazione nel tempo di cui ogni donna è figlia. Sono protagoniste del nostro oggi, che hanno dato e danno continuamente un contributo importante in vari campi della società, ma che si portano addosso il loro passato.
Dall’essere una mostra di fotografie, diventa un carosello di storie, interpretate dalle dirette interessate e raccontate in silenzio. Il corpo diventa un manifesto. Il linguaggio non verbale ha tante parole e a volte arriva dove la voce non riesce.
Amalia Ercoli Finzi guarda verso l’alto, il suo mondo, quello delle stelle e delle missioni spaziali in cui è stata una vera pioniera. Concita De Gregorio è seduta a gambe accavallate e ti guarda negli occhi, come a invitarti al dialogo. E’ il suo modo di esprimersi, quello di raccontare, guardando in faccia la realtà. Serena Dandini se la ride a braccia conserte, un riso così sincero e spontaneo che sembra di sentirlo. Ilaria Capua si sporge in avanti, quasi a volerti osservare da vicino, a ispezionarti con attenzione.
La più giovane, Ariete, con il suo immancabile Beanie; la più anziana, Natalia Aspesi, in una posa iconica. Alina Marazzi, un sorriso appena accennato, lo sguardo perso, il garbo che la contraddistingue. Alessandra Ferri, i capelli al vento, come stesse danzando anche mentre sta ferma. Liliana Segre, un passato così pesante eppure lo sguardo sempre fisso sul futuro.
Il volto simpatico ed empatico di Michela Murgia, l’unica accanto al cui nome ci sono due date, trasmette un carico emotivo per forza di cose maggiore delle altre. E dà l’impressione che non se ne sia mai andata.
In effetti la grandezza di queste donne è proprio questa: hanno lasciato un segno che il tempo non laverà via. Un esempio che permette a bambine e ragazzine di sognare in grande. Questo è quello che fa questa mostra anche nel concreto: il progetto è realizzato in collaborazione con Terre des Hommes, la onlus che da più di dieci anni porta avanti una campagna a protezione dei diritti delle giovani donne di tutto il mondo. #indifesa: in difesa di chi è indifesa.