Del: 24 Aprile 2024 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
Challengers. Quando la vita è come una partita di tennis

Arriva oggi, 24 aprile, in tutte le sale italiane Challengers, il nuovo film diretto dal regista italiano Luca Guadagnino.

La pellicola racconta la storia di Tashi Duncan (Zendaya) giovane promessa del tennis, incredibile e irraggiungibile, ammirata da tutti. Durante una festa conosce Art Donaldson (Mike Faist) e Patrick Zwieg (Josh O’Connor), anche loro due tennisti, ma soprattutto grandi amici. Entrambi interessati a Tashi si ritroveranno più volte in competizione tra loro per guadagnarsi la stima e le attenzioni della ragazza, innescando così un vero e proprio gioco di seduzione.

Art si dimostra sempre molto accomodante e accondiscendente, membro perfetto del “fan club di Tashi”, mentre invece Patrick riuscirà più volte a tenerle testa, causando non poco disturbo a una ragazza abituata a condurre il gioco. La carriera di Tashi subisce però una brutta svolta a causa di un infortunio al ginocchio che la costringerà a ritirarsi. Nonostante ciò, la ragazza non abbandonerà mai il mondo del tennis.

Con una perfetta alternanza tra narrazioni al presente e flashback, scopriamo che Tashi si è sposata con Art ed è diventata la sua allenatrice. Art però sembra aver perso la sua grinta e determinazione, provocando così grande disappunto nella moglie che cerca in ogni modo di spronarlo, forse più per sé stessa che per vedere realmente felice il marito. Decide quindi di iscriverlo all’ATP Challenger Tour nel quale, per un gioco del destino, si ritroverà come sfidante proprio Patrick, suo vecchio amico ed ex fidanzato di Tashi, più determinato di Art nel vincere il torneo.

Attraverso una narrazione a tratti comica e a tratti drammatica, arrivando verso il finale risulta evidente che dietro il tennis ci sia molto altro.

Il tennis è infatti l’enorme pretesto dietro il quale si cela il vero gioco che i protagonisti, in qualche modo sempre legati, hanno portato avanti per tutta la vita: i due amici, Art e Patrick, sono sfidanti non solo sul campo da tennis ma anche in quello dei sentimenti, entrambi innamorati di Tashi. Tashi invece è alla ricerca di un riscatto per sé stessa: dopo l’infortunio l’unico modo che ha per non lasciare il tennis è prenderne le redini, ma da un altro lato.

Challengers - Warner Bros. Entertainment Italia

Ognuno di loro si distingue nel corso della pellicola per i suoi pregi e difetti, nessuno di loro è un santo, spesso empatizzeremo con loro e ancora più spesso storceremo il naso. A loro modo, Tashi, Art e Patrick sono vincitori della loro partita personale, ma ad alzare la coppa del torneo sarà sempre lui, il tennis. Le scene sono accompagnate da una colonna sonora imponente, a tratti invadente, ma fondamentale per far percepire allo spettatore l’intensità e il crescendo della storia.

Guadagnino, ancora una volta, ci regala una meravigliosa prova di regia con sequenze scattanti, coinvolgenti e talvolta stranianti, al punto tale che, in un certo momento, ci ritroveremo a guardare la partita dal punto di vista della pallina da tennis.

La sceneggiatura di Justin Kuritzkes ci permette di conoscere i protagonisti a 360°, ma ciò non sarebbe stato possibile senza la bravura dei tre attori. Zendaya, finalmente nel ruolo di una donna adulta, dà prova delle sue risapute doti da attrice in maniera assolutamente impeccabile, bella, elegante e stratega al punto giusto. Mike Faist riesce a trasmettere tutte le insicurezze e le difficoltà di Art, laddove invece Josh O’Connor regala al suo Patrick la sfacciataggine che lo contraddistinguerà dall’inizio alla fine.

Challengers è un film coinvolgente, dal quale è impossibile staccare gli occhi e nel quale ci si ritroverà pienamente immersi proprio come se stessimo partecipando anche noi a quella grande partita di tennis che è la vita.

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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