Le elezioni per la presidenza degli Stati Uniti si stanno avvicinando e con il tramonto del mandato quadriennale del 46º Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla Casa Bianca e i suoi cinquanta Stati che, ancora una volta, portano il peso del mondo intero sulle loro spalle. Un’introduzione certamente drastica, ma non sproporzionata.
Lo sguardo di Donald Trump, che ha servito il suo Paese dal 2016 al 2020, è tornato a posarsi sul gradino più alto del governo americano, e non è mai stato più determinato di ora. Questa sete di potere è causata specialmente dal bramato secondo mandato che avrebbe voluto ricoprire nel 2020, speranza scivolatagli dalle mani come olio dopo la perdita delle elezioni (affrontata, si potrebbe dire, capricciosamente). Le aspirazioni che l’ex presidente ha per il desiderato secondo mandato mirano a colpire in pieno l’America che conosciamo oggi, sconvolgendola a suo piacimento.
Un secondo mandato di Trump è considerato da alcuni esperti – tra cui lo storico presidenziale Douglas Brinkley – addirittura una minaccia alla democrazia. D’altra parte, Trump per i suoi seguaci non è solo un politico; è un condottiero, un guerriero mitologico che sarebbero disposti a seguire ovunque, e per il quale farebbero qualsiasi cosa. Non ci sono limiti all’ammirazione che i seguaci di Trump provano per lui; di questo se ne è avuta la prova il 6 gennaio 2021.
Si possono dire tante cose sul 45º presidente degli Stati Uniti, ma è innegabile il fatto che sia un capo riconoscente, che ripaga gli sforzi fatti a suo nome.
Infatti, ha espresso l’intenzione, una volta ripresa la Casa Bianca, di voler concedere la grazia ai partecipanti all’insurrezione della Casa Bianca del 2021; a suo dire, questi “patrioti”, così definiti da lui, non meriterebbero alcuna condanna. È da mettere in secondo piano il fatto che lui stesso stia affrontando un processo per interferenza elettorale (che ha poi portato all’insurrezione della Casa Bianca) e cospirazione di frode degli Stati Uniti.
Di fatto, Donald Trump non ha ancora superato il “furto”, a detta sua, del secondo mandato nel 2020. Ha sete di vendetta, e ha dichiarato di volerla cercare in un futuro mandato; nessuno dei suoi «nemici» sarà al sicuro. In primis, ha promesso di nominare un procuratore speciale per Joe Biden, accusato di avergli sottratto il gradino più alto della Casa Bianca. Tirarsi indietro da questo incarico, per avvocati e procuratori, non sembra poter essere un’opzione: Trump ha espresso l’intenzione di ottenere il potere di licenziare i procuratori che non perseguano le persone da lui indicate; un evento senza precedenti nella storia del Paese.
Anche togliere tutele a burocrati, da lui ritenuti corrotti, non sarebbe un problema, così da poter prendere di mira le persone legate ai procedimenti legali attuati contro di lui. Ad oggi, non ci sono più molti membri del partito repubblicano a moderare le intenzioni di Trump; sono rimasti praticamente solo suoi fedeli, che appoggiano il suo operato. Trump ha anche ammesso che non assumerebbe nel suo team persone che sostengono la legittima vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali del 2020.
Ma non è solo questa la minaccia alla democrazia di cui parlano gli esperti.
Trump e i suoi alleati, infatti, hanno in mente un progetto peculiare per il suo secondo mandato: seguendo la teoria dell’esecutivo unitario, il team di Trump spera di potersi liberare di vincoli imposti da legislatori e tribunali, in modo da potersi assicurare un comando più saldo, più potente.
Anche l’immigrazione è sempre stata un tema che Trump ha tenuto stretto nella sua presa; a suo dire, il confine meridionale del Paese sarebbe sotto attacco. In un secondo mandato, Trump riprenderebbe in mano diverse legislazioni che hanno visto la luce durante il suo primo mandato, come il programma Remain in Mexico e il Titolo 42. Userebbe l’aumento del traffico di droga e di persone come escamotage per la reimpostazione di queste misure.
A questo giro, però, l’ex presidente punta più in alto. Trump ha in serbo un piano di enorme portata per la deportazione di milioni di migranti senza documenti, che attuerebbe facendo affidamento sulla Guardia nazionale, ignorando il Posse Comitatus Act, legge che garantisce la sicurezza dei cittadini impedendo l’uso della forza militare nei loro confronti. Secondo il suo team, farebbe affidamento anche sulla polizia locale, che verrebbe premiata per il suo aiuto; per coloro che si dovessero rifiutare ha in serbo il colpo di grazia: negherebbe loro i finanziamenti.
Cercando di dare un taglio all’immigrazione illegale, Trump impiegherebbe la Immigration and Customs Enforcement degli Stati Uniti, al fine di mettere in atto l’operazione di deportazione; soprattutto, incaricherà ancora più forze dell’ordine e forze militari di occuparsi dell’immigrazione, senza mai abbandonare il sogno di un muro al confine meridionale, che separerebbe definitivamente il sogno americano dal degrado del Messico. Trump sogna anche di reintrodurre i divieti di visita per turisti provenienti da alcuni paesi a maggioranza musulmana, in modo da impedire l’ingresso nel Paese a «pazzi pericolosi», come da lui definiti.
Per scoraggiare l’immigrazione, rivisiterebbe il 14º emendamento, così da togliere la cittadinanza statunitense per diritto di nascita; per ottenere la cittadinanza, sarà richiesto avere almeno un genitore cittadino o residente degli Stati Uniti.
Anche i senzatetto non sono i benvenuti nell’America sognata da Trump. Nei suoi piani rientra la costruzione di una tendopoli in cui ospitare i senzatetto, vietando invece il campeggio urbano. È poi sua intenzione ripristinare degli istituti psichiatrici per le persone «pericolosamente squilibrate»
Quanto al tema del diritto all’aborto, un secondo mandato di Trump non sembra promettere bene. Infatti, l’ex presidente sostiene di non voler alzare un dito per impedire agli Stati di monitorare le gravidanze (sono più di 20 gli Stati che hanno divieti totali o parziali sull’aborto negli Stati Uniti).
Anche i diritti delle persone transgender non sarebbero al sicuro sotto la guida di Trump, il quale ha intenzione di proporre un disegno di legge atto a stabilire l’esistenza di due (e soltanto due) sessi, determinati in ospedale, alla nascita; spingerebbe anche per vietare gli interventi ormonali o chirurgici, eliminando i fondi agli operatori sanitari che offrano ormoni o interventi transitori.
Mettere fine ai crimini è un altro caposaldo della campagna di Trump, nonostante la diminuzione della criminalità negli ultimi anni dichiarata dall’FBI. Tuttavia, per Trump la criminalità ha delle caratteristiche razziali, percezione condivisa anche dai suoi seguaci: per accontentarli, in un secondo mandato l’ex presidente annullerebbe gli ordini promossi da Biden volti alla promozione dell’equità razziale su suolo americano.
Altro elemento cruciale del secondo mandato di Trump sarebbe un’estensione dei tagli fiscali del 2017. Sta prendendo in considerazione di tariffare oltre il 10% tutti i beni importati dall’estero e addirittura di imporre una tariffa del 100% su alcuni beni cinesi. Quanto a questi ultimi, cercherà di eliminarne l’importazione, inneggiando a una rinascita industriale degli Stati Uniti e ignorando totalmente i costi che queste tariffe avrebbero sull’economia americana secondo gli analisti (sono state misurate perdite di 316 miliardi di dollari e 300.000 posti di lavoro).
In aggiunta, proporrà al Congresso il Trump Reciprocal Trade Act, che gli permetterà di tariffare reciprocamente i paesi che impongono tariffe agli USA.
Trump ha le idee ben chiare anche sulla politica estera: a lui, le amicizie occasionali non piacciono. In un comizio elettorale, Trump ha affermato che, qualora un paese della NATO subisse un attacco e, a suo parere, non stesse spendendo abbastanza per la sua difesa, non verrebbe in suo aiuto: a detta sua, le alleanze stanno derubando il Paese.
Questa scelta potrebbe andare a favore della Russia, più libera che mai di attaccare l’Ucraina, dato che è considerato improbabile che Trump offra a Kiev lo stesso aiuto offertole da Biden. Tuttavia, questa scelta potrebbe avere conseguenze catastrofiche anche in Asia, in quanto senza il deterrente statunitense, la Cina di Xi Jinping non si farebbe scrupoli a invadere l’isola di Taiwan; inoltre, se non considerasse adeguati i pagamenti delle truppe americane sul territorio sudcoreano per tenere a bada Kim Jong Un, valuterebbe di ritirarle.
Per quanto riguarda il Medio Oriente, Trump si schiera con Israele; tuttavia, è critico nei confronti di Netanyahu, che non è riuscito a prevedere l’attacco del 7 ottobre 2023 e per l’operazione a Gaza, che a portato alla morte di oltre 40.000 palestinesi. Ad ogni modo, non si è espresso in merito a un eventuale ritiro degli aiuti americani a Israele per spingere il Pease a un cessate il fuoco.
Un altro obiettivo di Trump è rendere l’energia e l’elettricità fornite dagli Stati Uniti le più a basso costo del mondo, intensificando le trivellazioni petrolifere e offrendo agevolazioni fiscali ai produttori di petrolio, carbone e gas, noncurante del disastro ambientale che provocherebbe. Ribadisce anche la sua intenzione di uscire dagli accordi sul clima di Parigi.
Per quanto riguarda l’educazione, Trump darebbe priorità al finanziamento di distretti scolastici che adottano la retribuzione per merito e consentono l’elezione diretta dei presidi scolastici; inoltre, vorrebbe tagliare il finanziamento di scuole che hanno mandati sui vaccini o sulle mascherine. Vorrebbe promuovere la preghiera nelle scuole pubbliche e l’educazione patriottica, che insegni agli studenti ad amare il proprio Paese e a riconoscere la famiglia composta da una madre e da un padre. Infine, darebbe finanziamenti perché le scuole possano assumere proprietari di armi addestrati come guardie scolastiche armate.
È improbabile che Trump mantenga tutte le promesse tanto rumorosamente sentenziate durante la campagna elettorale. È anche improbabile, però, riuscire a ignorare come anche solo delle parole, o meglio, minacce, possano avere conseguenze catastrofiche non solo per i cinquanta Stati sotto la guida della Casa Bianca, ma anche per il resto del mondo. Se venisse realizzata anche solo una parte delle promesse fatte da Trump, i danni arrecati ai diritti dei cittadini americani e non, all’ambiente e all’economia mondiale sarebbero inestimabili. Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti segneranno il tramonto dell’America di Joe Biden; se Trump dovesse ritornare, ci si dovrà aspettare una lunga, fredda, sofferta notte d’inverno sulla Casa Bianca.
Articolo di Emma Pierri