Del: 11 Giugno 2024 Di: Edoardo Fazzini Commenti: 0
Elezioni britanniche, la (probabile) caduta dei Conservatori

Lo scorso 22 maggio, il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato che il 4 luglio si terranno le elezioni generali in Gran Bretagna. Esse stabiliranno la composizione dell’House of Commons, la camera bassa britannica, e saranno vitali nella creazione del prossimo governo britannico che è creato dalla stessa camera.

Si tratta di elezioni fondamentali per il futuro della Gran Bretagna: il loro esito sarà determinante. Saranno le prime elezioni generali successive all’uscita del Paese dall’Unione Europea e, per molti analisti, vedranno il ritorno del Partito Laburista al potere dopo 14 anni di governi democratici.

Come è noto, il Regno Unito è organizzato in un assetto bipartitico, con due grandi partiti, Conservatori e Laburisti, che si alternano al vertice governativo da secoli. Però, a differenza del sistema statunitense (che vede una sostanziale assenza di altri partiti oltre ai due principali) il Regno Unito assiste alla presenza di numerosi partiti minori con importanza storicamente regionale e locale, primo tra tutti il Partito Nazionale Scozzese o il partito nordirlandese Sinn Féin, o rappresentanti di istanze politiche terze, come i Liberal Democratici.

Il partito che attualmente rappresenta la maggioranza parlamentare e che compone l’esecutivo è il Partito Conservatore, guidato dal già citato premier Rishi Sunak.

Come anzidetto, molte testate danno al partito dello sconfitto ancora prima delle urne. Infatti, i Tories accusano i colpi di tutti i problemi conseguiti alla Brexit e di una lunga serie di scandali di carattere locale e nazionale. A questo si aggiunge una divisione che si è consumata all’interno del partito negli ultimi anni e che ha visto un’importante porzione di parlamentari e politici conservatori abbandonare il Conservative Party per unirsi a Reform UK, partito di destra che costituisce l’istituzionalizzazione dei movimenti che hanno condotto la Gran Bretagna ad abbandonare l’Unione Europea. Tra le principali proposte del partito troviamo un aumento delle spese militari, il consolidamento del Piano Ruanda, garanzie sul sistema pensionistico e politiche economiche volte ad abbassare l’inflazione e a diminuire le tasse.

Gli elementi ora citati, sommati a una crescente impopolarità del partito, soprattutto tra i giovani (basti guardare la recente proposta di introduzione di un servizio di leva militare obbligatoria nel Paese in caso di vittoria) appaiono cruciali per determinare una sconfitta del partito nelle elezioni, in una situazione che ricorda quella del 1997, anno in cui, dopo una lunga fase di predominio dei Tories, vinsero i laburisti di Tony Blair.

In questo quadro, risultano insufficienti gli sforzi di Sunak per riportare il partito alla sua forma politica e retorica precedente al fenomeno della Brexit, che ne ha condizionato l’intero assetto – si veda la nomina come Segretario agli esteri nel novembre 2023 dell’ex premier David Cameron, conservatore che, pur annunciando il referendum del 2016 sull’uscita del Paese dall’UE, ha sostenuto la permanenza della Gran Bretagna «in un’Unione riformata».

Il secondo partito a completare il quadro bipartisan, dato da molti sondaggi per preannunciato vincitore, è il Partito Laburista guidato da Keir Starmer. I laburisti si sono fatti forti dei problemi delle politiche conservatrici e della Brexit, dello storico supporto dei giovani e dell’importante opera di rinnovamento del Labour Party nell’organico e nelle proposte politiche operata da Starmer, che fa di ciò uno dei suoi strumenti mediatici, secondo l’idea per cui se si può modernizzare un partito, si può anche modernizzare il Paese.

Keir Starmer


Starmer è un leader pragmatico e ha avuto un ruolo centrale nel rilancio del Partito; secondo molti elettori, il suo punto debole è il basso livello di carisma, come osservato a seguito del recente primo dibattito face-to-face di Sunak e Starmer. Tuttavia, questo sembra non essere sufficiente per intaccare la netta maggioranza di cui il Partito gode.

Le proposte del Partito consistono nel miglioramento del sistema di richiesta asilo, in investimenti mirati a migliorare l’apparato difensivo britannico, in misure che possano stabilizzare l’economia britannica, favorendo al contempo la transizione energetica.

Tornando al già citato Reform UK, sebbene sia difficile immaginare che il Partito possa intaccare il bipartitismo, resta significativo l’aumento di consenso verso un gruppo che in pochissimi anni si è consolidato come terzo partito britannico e che, stando ai sondaggi, sembra destinato a ottenere almeno il 10% dei voti, prendendo una grossa fetta di elettori storicamente conservatori. Significativa è la recente candidatura ufficiale al ruolo di parlamentare di Nigel Farage, leader storico e simbolico del Partito che è da pochi giorni subentrato a Richard Tice al vertice del Partito.

L’obiettivo dichiarato di Farage è quello di scavalcare i Tories alla guida dell’opposizione a seguito della vittoria – data per certa – dei Laburisti. Di fatto, la sua candidatura crea delle turbolenze nel sistema conservatore, al punto che alcuni hanno parlato del fatto che Reform finirà per favorire più i Laburisti che la destra britannica. Le proposte di Reform sono costituite da generali tagli delle tasse, dall’abbandono degli obiettivi relativi alla transizione energetica, da investimenti nella difesa e da un pugno più duro nella sicurezza interna.

Di fronte a un quadro politico così particolare, le elezioni britanniche appaiono vitali nella definizione del futuro del Paese. Il risultato sembra già scritto, ma la necessità di guardare alle elezioni deriva anche dalla corsa che si giocherà per i gradini più bassi del podio, che determinerà la composizione dell’opposizione e dell’intera destra britannica.

Edoardo Fazzini
Sono uno studente al secondo anno di Scienze Internazionali e Istituzioni Europee presso l’Università degli Studi di Milano, amante delle tematiche geopolitiche internazionali e dell’informazione scientifico-politica.
Penso che concretizzare la mia passione sia qualcosa di bello, perché di fronte a crescenti sfide l’informazione deve progredire, e solo conoscendo la realtà e diffondendo quanto si apprende si può immaginare un futuro migliore.

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