Del: 30 Giugno 2024 Di: Cristina Bianchi Commenti: 0
Home, la salvezza dei Depeche Mode

I Depeche Mode sono una delle band più longeve del panorama musicale mondiale, formata nel 1980 a Basildon, nell’Essex, vicino a Londra. 

La storia della band inizia in realtà nel 1977, quando Andrew Fletcher e Vince Clark incontrano per la prima volta Martin Gore, formando i Composition of sound. Il nome, però, cambia quando Dave Gahan diventa il frontman e propone Depeche mode. Il nome deriva da una rivista francese e letteralmente significa moda passeggera, che si oppone alla longevità della band che continua a far cantare e ballare i fan. 

La band, come David Bowie, aveva come principale riferimento i Kraftwerk

Questi ultimi sono un gruppo tedesco, fondato a Düsseldorf nel 1970, considerati i precursori della musica elettronica. Caratterizzati dalla sperimentazione e dall’avanguardia, con cui hanno influenzato le nuove generazioni. 

Per i Depeche Mode si prospetta subito la necessità di cercare una casa discografica che voglia produrli. Nasce, quindi, un sodalizio con Daniel Miller della Mute e nel 1981 pubblicano il primo singolo Dreaming of me. Però, è con il terzo singolo Just can’t get enough che raggiungono il vero successo, arrivando ottavi nella classifica inglese. Proprio questo pezzo è diventato, poi, il primo classico del gruppo.

Quando Clark esce dalla band, Gore inizia a scrivere i testi e cambiano le atmosfere e i suoni, che diventano più dure e malinconiche, accompagnate dalla voce più baritonale di Dave Gahan. Nel 1983 Alan Wilder entra a far parte della band e determina un nuovo interesse per l’industrial.

La vera svolta, però, arriva nel 1986 con l’album Black celebration

La voce di Dave Gahan diventa più cupa e il suono della band è più maturo, alternando atmosfere fantastiche caratterizzate da riff aggressivi a momenti più dolci. 

Anche i testi rispecchiano la maturità della band e soprattutto la duplice natura di Martin Gore, il quale regala canzoni che parlano sia di peccato che di sacro, passando dall’amore alle passioni. Iniziano, inoltre, alla fine degli anni ‘80 i primi problemi di dipendenza individuale e di scontri all’interno della band. 

Tutto ciò influenza Violator, uscito nel 1990, che diventa cult grazie a canzoni come Enjoy the silence e Personal Jesus, negli anni successivi soggetti a cover tra cui quelle di Marilyn Manson o di Johnny Clash.

La produzione dell’album portò la band a Milano, ai Logic Studios in zona Mecenate, per registrare le tracce, che avevano diversi temi: il peccato e la religione, droga, pratiche sessuali e nichilismo. 

Ma i problemi della band persistevano: Dave Gahan si sentiva un falso, dal momento che cantava testi non suoi. Iniziò allora a far uso di eroina, arrivando nel 1996 a tentare il suicidio. Anche Martin Gore e Andy Fletcher ebbero dei problemi personali: rispettivamente, un periodo di dipendenza dall’alcol e un esaurimento nervoso. Alan Wilder, infine, lasciò definitivamente la band.

Questi problemi della band si trasformano nel loro nono album, uno dei più importanti della loro carriera: Ultra, uscito il 14 aprile del 1997. 

Ultra è arrivato al primo posto delle classifiche inglesi e al quinto di quelle americane. È l’album del «tutto per tutto»: infatti, Martin Gore riunì Gahan e Fletcher, proponendo loro di provarci per l’ultima volta e di sciogliersi se si fosse rivelato un fallimento.

Il risultato è straordinario: i tre sono riusciti a mescolare il pop al dark blues, creando dei suoni e dei testi che raccoglievano la parte più dolce di Martin Gore e quella più oscura e tragressiva di Dave Gahan. 

Ultra divenne, quindi, l’album della rinascita dei Depeche Mode e dei loro membri. Due sono le canzoni contenute in questo album che risultano delle vere confessioni: Barrel of a gun, la canzone di apertura, la quale sembrerebbe rivivere lo stato di morte che Dave Gahan ha provato per 3 minuti dopo un’overdose da speedball, un mix di cocaina e eroina.

La seconda è Home, scritta e interpretata interamente da Martin Gore, la terza con la sua voce. Una ballata dolce e melodiosa che non ebbe un immediato successo in Inghilterra, a differenza dell’Italia dove raggiunse il cuore di tutti i fan della band.

Home è molto emozionante soprattutto se si analizza il testo: 

una confessione, piena di allegorie, di una persona che sta male e soffre, la quale riesce a riprendersi solo dopo che qualcuno gli abbia indicato la casa. Nella scrittura Martin Gore si riferiva sia a sé stesso che all’amico Dave Gahan. 

Subito nel primo verso – «Here is a song from the wrong side of town, where I’m bound» – Martin Gore esprime la sua solitudine e il suo smarrimento, causati da qualcosa che lo tiene legato alla parte sbagliata della città, allegoria del fatto che avesse preso decisioni sbagliate.

Il ritornello è un inno alla rinascita e alla salvezza, in cui Gore ringrazia qualcuno, che potrebbe essere una terza persona o sé stesso, «for bringing me here, for showing me home, for singing these tears, finally I’ve found that I belong here». È in questi versi che il protagonista ha trovato il lato giusto della città e finalmente si sente come se fosse a casa. 

I Depeche Mode dagli anni ‘80 sono una delle band più importanti del panorama musicale mondiale. 

Andy Fletcher, uno dei fondatori della band, è venuto a mancare nel 2022, a causa di una dissecazione aortica. Questa notizia ha messo in luce il ruolo fondamentale del tastierista che riusciva a tenere uniti Dave Gahan e Martin Gore, ma anche il fatto che non contribuiva più alla parte creativa del gruppo. 

Memento Mori è l’ultimo album della band, il quindicesimo, le cui tracce e il materiale erano già pronti prima della morte di Fletcher: così Gore e Gahan hanno prodotto il nuovo disco e iniziato due tour mondiali tra il 2023 e il 2024, che li hanno riportati più volte in Italia a Milano, Roma, Bologna e Torino.

Cristina Bianchi
Giurista pentita che si è convertita a scienze politiche. Mi interessa molto trovare una connessione tra attualità e cinema, che permetta alle menti creative di viaggiare attraverso le epoche e sviluppare un pensiero critico.

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