Il 21 maggio scorso l’Università Statale di Milano è stata teatro di uno dei fatti più spiacevoli degli ultimi mesi: lo scontro tra gli studenti pro Palestina e i militanti di Lotta Comunista. I due schieramenti divergono sia da un punto di vista organizzativo sia da un punto di vista ideologico.
Il movimento Pro Palestina nasce da un’organizzazione spontanea degli studenti che chiedono il boicottaggio delle collaborazioni tra università italiane e università israeliane poiché indignati per ciò che sta accadendo a Gaza (e più in generale per ciò che da anni si verifica nella striscia ed in Cisgiordania).
Lotta Comunista è, invece, organizzata come un vero e proprio partito, con sedi fisiche (i circoli operai) e con un apparato di elaborazione ideologica che indirizza le azioni dei propri militanti. Proprio questo apparato ha portato LC a sposare, in merito alla questione palestinese, la causa dell’Internazionalismo piuttosto che quella della lotta di liberazione nazionale, viziata, a loro giudizio, da un eccessivo nazionalismo pilotato dalla borghesia palestinese.
Il video della zuffa ha fatto il giro del Web scatenando diverse reazioni sia a destra che a sinistra.
Ma cosa è avvenuto davvero? Dal video in questione si capisce ben poco: urla, spintoni, calci e pugni e una gran confusione generale. Vulcano ha cercato di fare luce sull’accaduto raccogliendo le testimonianze di Marco e Giovanni (nomi di fantasia), rispettivamente un manifestante pro Pal e un attivista di Lotta Comunista, che hanno preso parte allo scontro.
Entrambi ci hanno raccontato come l’episodio del 21 non fosse frutto di un improvviso scoppio di violenza, quanto piuttosto il risultato di diversi giorni di provocazioni e scaramucce. Il diverbio sarebbe nato a causa dell’attività politica che Lotta Comunista continuava a praticare nell’atrio dell’Università, di fronte all’Aula Magna, luogo scelto anche dai manifestanti pro Pal per installare parte dell’accampamento.
Secondo Giovanni, circa una settimana prima del 21 maggio, un membro di Lotta Comunista sarebbe stato avvicinato con fare minaccioso dai manifestanti pro Palestina che, con toni poco accomodanti, gli avrebbero intimato di non volantinare in atrio, sede della loro protesta. Tale intimidazione sarebbe stata replicata il giorno seguente, questa volta ai danni di tre attivisti di LC, tra cui lo stesso Giovanni.
Più tardi in quelle stessa giornata gli studenti pro Pal avrebbero anche organizzato un comizio ai danni di LC in cui li si accusava fondamentalmente di essere dei sionisti. Anche a causa di questo episodio Lotta Comunista avrebbe quindi dato il via alla mobilitazione dei circoli operai con la conseguente presenza in massa dei suoi attivisti in Università allo scopo di operare una “Autodifesa di partito e di classe”, decidendo quindi di difendere la sua attività politica in Università anche a costo dello scontro fisico.
Dunque il 21 maggio gli animi erano già piuttosto agitati quando Lotta Comunista decise di presentarsi in forze per volantinare e all’intimazione dei pro Pal di allontanarsi dall’atrio sarebbe quindi scoppiata la bagarre. Giovanni ha parlato di “qualche scazzottata”, gonfiata mediaticamente per farla sembrare peggiore di quello che era. Marco ha invece insistito sulla modalità squadrista dell’attacco di LC, che avrebbe accerchiato i manifestanti pro Palestina passando dalle scale che conducono al piano intermezzo dando il via ad un vera e propria rissa.
Entrambi concordano sulle tempistiche della vicenda: dopo la prima zuffa, scoppiata alla base delle scale, alcuni membri di LC sarebbero stati identificati dalla DIGOS che tuttavia avrebbe permesso loro di rimanere nei pressi dell’Università creando le condizioni per un secondo scontro. Questo si sarebbe concluso in un paio di minuti dopo che i manifestanti pro Pal si sarebbero compattati al grido “cordone”, riuscendo infine ad allontanare i membri di LC.
Il bilancio in ogni caso non è stato dei più rosei: a parte i numerosi contusi, almeno un Pro Pal e un attivista di LC sarebbero finiti in ospedale e nella confusione sarebbe stato colpito violentemente alla testa anche un ignaro studente di passaggio.
Il 22 maggio un’incidente analogo si è verificato nell’Università La Sapienza di Roma portando molti a pensare che la risposta violenta di Lotta Comunista fosse stata perlomeno preventivata, se non organizzata, dai dirigenti del movimento. A favore di questa tesi la testimonianza di Marco secondo cui i membri di LC, molti dei quali ultra quarantenni, sarebbero entrati in Università da ben tre accessi diversi allo scopo di accerchiare più efficacemente l’accampamento.
Tali accuse sono state fermamente smentite da Lotta Comunista e da Giovanni in particolare, che ha invece parlato di un intervento spontaneo a difesa della propria attività politica, sottolineando che l’età dei membri intervenuti nella rissa non avrebbe superato i 30-35 anni.
Tralasciando le accuse reciproche, l’accaduto, di estrema gravità, è sintomo di un clima sempre più teso fuori e dentro l’Università e tali scontri rischiano di delegittimare le rispettive rivendicazioni. Lotta Comunista, ormai comoda nel suo isolamento, ha ritenuto sufficiente rispondere alle accuse dei Pro Pal e delle altre organizzazioni di sinistra con una dichiarazione dai toni battaglieri che ribadisce sostanzialmente la loro posizione in merito al conflitto israelo-palestinese: l’unione del proletariato arabo con quello israeliano, non specificando però come questa unione dovrebbe attuarsi. I pro Pal, d’altro canto, accusano di sionismo una formazione politica dai metodi forse discutibili ma dalla matrice ideologica chiaramente opposta.
Articolo di Giacomo Pallotta