Tra il 5 e l’8 giugno 2024 si è tenuto l’annuale Forum economico internazionale, al complesso Expoforum di San Pietroburgo. Sono intervenute 136 nazioni, più del 2023 che aveva registrato 130 paesi con 17 mila partecipanti. Gli stati che hanno preso parte al convegno sono, tra gli altri, quelli dei gruppi BRICS (Cina, Brasile, India e Sudafrica) e SCO (Kazakistan, Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Mongolia, Iran e Pakistan).
Il Forum si è svolto prima del Vertice di pace di Ginevra, che si terrà tra il 15 e il 16 giugno, tra gli stati Occidentali per la pace in Ucraina.
Il 27esimo Forum aveva come argomento principale “La fondazione di nuove aree di crescita come pietra angolare di un mondo multipolare”. Il programma è stato diviso in 4 temi presentati in circa 150 eventi: la transizione economica verso un mondo multipolare, l’economia russa, le tecnologie più importanti per assicurare una buona leadership e una società fatta di valori tradizionali e sviluppo sociale.
Il Forum, dal 1997, ha l’obiettivo principale di fornire, ai partecipanti, la possibilità di scambiare pratiche e competenze al fine di uno sviluppo sostenibile e nuovi rapporti.
Il Presidente russo, Vladimir Putin è intervenuto, aprendo il forum il 5 giugno, come da consuetudine fin dal 2005. A San Pietroburgo, sua città natale, ha parlato di una possibile fine del conflitto ucraino in 2 o 3 mesi, nel caso che l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Europea, non fornissero più armi all’Ucraina. Ha definito la decisione presa dagli Stati occidentali di inviare armi e istruttori militari come “un passo molto pericoloso”.
Putin ha ricordato che l’economia russa ha disatteso le aspettative occidentali, che vedevano una diminuzione del PIL russo di circa il 10% tra il 2022 e il 2023, ma che nella realtà, dopo, una prima diminuzione del 2,1% nel 2022, l’anno dopo è aumentato del 3%.
Il presidente ha, poi, elogiato l’Italia per il suo atteggiamento non russofobico, rispetto agli altri Stati europei. Auspicando una ripresa delle relazioni tra i 2 stati alla fine del conflitto.
Infine, ha parlato anche delle relazioni con il Medio Oriente, dove la Russia continua a difendere la sua presenza, intensificando i rapporti, soprattutto, con l’Iran in campo militare e per le alte tecnologie e con il Kazakistan, il cui presidente Kassym-Jomart Tokayev era uno degli ospiti d’onore del forum.
Il Kazakistan ha sfruttato lo SPIEF per ampliare le collaborazioni con la Russia, attraverso dei progetti congiunti riguardanti i settori strategici: quello energetico, dei trasporti, dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità. Ha, poi, discusso anche dell’Unione Economica Eurasiatica (EAEU), cioè l’unione economica, fondata nel 2015, di cui oltre al Kazakistan e alla Russia, fanno parte Bielorussia, Armenia e Kirghizistan ed ispirata all’integrazione posta in essere dall’Unione Europea. Per cui, grazie alla sua posizione strategica il Kazakistan potrebbe divenire un ponte tra Occidente e Oriente.
Anche il conflitto israelo-palestinese è stato un tema centrale del Forum, Vladimir Putin ha attribuito la quasi totale colpa della guerra a Gaza alla politica estera statunitense volta a mantenere la propria egemonia sulla regione e nei rapporti con lo Stato ebraico. Il Presidente ha accusato fermamente le azioni del governo israeliano, identificandole non come parte di una guerra ma come “distruzione di una popolazione civile”.
Il Kazakistan, invece, sulle tensioni internazionali, sia in Medio Oriente che in Europa, ha mantenuto una posizione di dialogo, cercando una collaborazione tra tutti gli stati del sistema internazionale per mettere fine a queste tensioni.
Lo SPIEF 2024 si è dimostrato un importante teatro per le relazioni della Russia sia con l’Asia, in particolare con la Cina, che con il Medio Oriente, Turchia e l’Afghanistan tra i primi.
La Turchia è stata molto presente in Russia, sia durante lo SPIEF, a cui ha partecipato con una delegazione guidata dall’ambasciatore Tanju Bilgic, la quale ha incontrato le autorità russe per discutere l’aumento delle relazioni tra i due paesi, questione già affrontata alKazan Forum, tenuto tra il 14 e il 19 maggio scorso. La settimana successiva, tra il 10 e l’11 giugno, ha partecipato, inoltre, all’incontro dei paesi BRICS, tenutosi a Nizhny Novgorod, dopo aver fatto domanda per entrare a far parte dell’Organizzazione. Quest’ultima già a gennaio scorso si era allargata, arrivando a 11 paesi membri tra cui Argentina, Egitto, Iran e Arabia Saudita.
Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, al summit, ha definito l’importanza dell’espansione dei paesi BRICS come “una conferma del processo di formazione di un ordine mondiale multipolare”. Criticando fortemente gli stati occidentali di influenzare le decisioni nel sistema internazionale con “armi economiche”.
L’Afghanistan è stato un paese centrale al Forum, poiché Vladimir Putin, ha invitato il governo talebano a prendere parte alla manifestazione, alla quale si è presentato con una delegazione guidata dal ministro del lavoro, Abdul Manan Omari. I rapporti con i Talebani sono migliorati dopo il ritiro delle truppe americane dal paese, dell’agosto 2021, che ha portato il Presidente a decidere il 27 maggio scorso, di voler rimuovere quest’ultimi dall’elenco delle organizzazioni terroristiche. Successivamente ad una decisione del 2003 della Corte suprema russa che li aveva classificati come tale, dopo che nel 1999 secondo le Nazioni Unite, i Talebani erano responsabili di dar rifugio a terroristi internazionali.
Il Kazakistan già nel 2023, aveva preso la decisione di eliminare i Talebani dalla lista delle organizzazioni terroristiche, prima della Russia.
Il Forum economico internazionale è stato importante anche per gli interventi delle figlie di Putin. La prima, Maria Vorontsova ha parlato di bioeconomia, competente in materia grazie alla duplice laurea in biologia e medicina, con la ministra dell’agricoltura russa Oksana Lut.
La figlia più piccola, invece, Ekaterina Vladimirovna, è al suo secondo intervento al Forum economico, il primo nel 2021. Quest’anno è stata presentata come direttrice generale del programma internazionale Innopraktika ed è intervenuta sullo sviluppo militare e sulla “sovranità tecnologica” della Russia.
Il suo discorso, durato poco più di un minuto e mediato da Vladimir Solovyov, agitatore televisivo di Putin, aveva come obiettivo quello di esporre i cambiamenti che il Consiglio per la sostituzione delle importazioni, creato nel 2022 dal Presidente e di cui Ekaterina Vladimirovna è co-responsabile con Aleksandr Shokin, presidente dell’Unione degli industriali e degli imprenditori, ha prodotto. La Russia, infatti, dall’inizio della guerra ha sostituito le importazioni estere, aumentando il know-how interno soprattutto in ambito militare. Secondo un’analisi l’import si è ridotto drasticamente oltre che dall’Occidente, a causa delle sanzioni, anche dalla Cina del 9% e da Taiwan del 60%.
Oltre alle figlie di Putin, sono intervenuti, parlando di sport, Roman Rotenberg, vice-presidente della Federazione Russa di Hockey, figlio di Boris Rotenberg, partner di judo di Putin quando erano adolescenti e Ksenia Shoigu, figlia dell’ex ministro della difesa Sergej Shoigu, appena sostituito da Andrej Belousov.
I temi trattati durante il convegno riflettono le intenzioni russe di voler consolidare le già molteplici alleanze e divenire una valida alternativa all’Occidente, soprattutto agli Stati Uniti, per America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia. L’obiettivo è, quindi, dare una prospettiva per un mondo multipolare, in cui la Russia potrebbe tornare ad essere un polo di attrazione.