Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a una trasformazione significativa nel settore del turismo. La pandemia globale ha portato a un arresto improvviso dei viaggi internazionali, imponendo restrizioni che hanno limitato la nostra capacità di esplorare il mondo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, il 2020 ha visto una riduzione drammatica degli spostamenti internazionali tra il 20% e il 30%, con perdite economiche che hanno superato i 30 miliardi di euro. D’altro canto, questo ha rivoluzionato il panorama turistico e spinto molti a riconsiderare le proprie abitudini e modalità di viaggio, innescando una profonda riflessione sugli stili di vita frenetici e portando alla riscoperta delle bellezze del nostro pianeta.
Infatti, in un momento in cui il mondo si sta lentamente riprendendo, è il turismo lento a presentarsi sia come un’opportunità unica per riappropriarsi del fascino della lentezza, che come una strada sostenibile per la ripresa del settore turistico, per vivere i territori in maniera diversa e più profonda.
Dunque, in questa cornice dominata dall’iperconnessione, questo tipo di turismo si inserisce perfettamente e rappresenta un invito a rallentare e ad apprezzare i piccoli piaceri della vita. Anche per questo, in seguito ai cambiamenti che ci sono stati inizialmente dovuti al distanziamento sociale, i viaggiatori cercano esperienze che concedano loro di godere appieno degli spazi aperti.
Ma questo fenomeno non è una novità dell’era post-pandemia. Le sue radici affondano nel 1986, quando Carlo Petrini, scrittore e sociologo, fondò il movimento Slow Food in risposta alla crescente diffusione del fast food. Questo movimento non si limitava alla gastronomia, ma si estendeva a un più ampio ritmo culturale “slow”, applicabile a molti aspetti della vita.
La tutela dell’ecosistema e la valorizzazione consapevole delle esperienze di viaggio sono solo due delle caratteristiche del turismo lento, che si impegna attivamente per la divulgazione di pratiche sostenibili.
In un mondo sempre più attento alle questioni ambientali, questa pratica in costante crescita – definita “tendenza turistica del 2024” – si sta affermando come un’antitesi all’overtourism – noto semplicemente anche come turismo di massa.
Così, contribuisce a favorire il rispetto per il territorio e preservare le risorse naturali, rappresentando una promettente via per un futuro turistico più responsabile e gratificante, dove il viaggio diventa un’opportunità di benessere per i viaggiatori che cercano esperienze autentiche piuttosto che semplici attrazioni turistiche, consentendo alle comunità di mantenere il loro carattere distintivo e di preservare il loro tipico stile di vita.
Grazie a questo approccio, il fenomeno mette in primo piano la scoperta della cultura, della storia e delle caratteristiche del territorio, piuttosto cheil modo artificioso di collezionare vacanze. In merito a questo, infatti, questa forma di turismo si sposa anche con la conservazione delle tradizioni culturali e al sostentamento delle piccole economie, anziché le catene globali.
È evidente come il turismo lento offra numerosi benefici e impatti positivi sia a livello ambientale che culturale.
Esso contribuisce alla riduzione dell’impronta di carbonio attraverso l’utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili come i treni, rispetto agli aerei, e all’adozione di ritmi più lenti che limitano le emissioni globali di Gas Serra legate ai trasporti, e non solo. Inoltre, permette di adoperare più responsabilmente le risorse naturali, consentendo ai turisti, che tendono a consumare meno, di scegliere opzioni più eco-friendly durante il loro soggiorno.
Mentre, dal punto di vista culturale incoraggia una proposta rispettosa alla scoperta delle destinazioni, al fine di valorizzare il patrimonio ed evitando la commercializzazione e la banalizzazione delle esperienze turistiche.
L’agriturismo in Italia, per esempio, promette esperienze gastronomiche, mentre i cammini storici come il Cammino di Santiago in Spagna permettono di esplorare luoghi ricchi di storia e cultura. In alternativa, il turismo in bicicletta nei Paesi Bassi offre un sistema sano per scoprire il paesaggio rurale e le città storiche.
In luoghi come Costa Rica, invece, i viaggiatori possono sperimentare attività eco-sostenibili, che consentono loro di connettersi più profondamente con la natura e le comunità locali, e allo stesso tempo permettono la conservazione dell’ambiente.
Perciò, che ci si stia immergendo in antichi sentieri, esplorando paesaggi montani attraverso sentieri escursionistici, o in un villaggio remoto, ogni momento di questo viaggio lento segna un modo per osservare con nuovi occhi il territorio che ci circonda, con lo scopo di intervenire sulla nostra natura cosmopolita.