Il 1° settembre 2024, il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland ha ottenuto un risultato storico, aggiudicandosi per la prima volta dal 2013, anno della sua fondazione, le elezioni in uno Stato tedesco con una vittoria netta in Turingia, dove è stato ottenuto oltre il 30% dei voti. Così, a pochi mesi di distanza dalle elezioni europee, in occasione delle quali il partito si era affermato come seconda forza politica in Germania al di sotto dei Cristiano-democratici e sopra ai Socialdemocratici del Cancelliere Scholz, arriva un’altra vittoria per AfD, che non sembra prossimo ad arrestarsi.
La vittoria di AfD nelle elezioni dello Stato libero di Turingia
Il Land della Turingia è uno Stato federato situato nell’area che, fino al 1990, formava la Germania Est. In termini di PIL e Reddito pro capite è uno degli Stati meno ricchi della Germania e, a partire dalla fine della Guerra Fredda, la riorganizzazione economica e amministrativa dello Stato è stata al centro delle politiche pubbliche nel territorio. In particolare, dopo 24 anni durante i quali i Cristiano-democratici (CDU) hanno governato la Turingia, a partire dal 2014 è prevalso il partito di estrema sinistra Die Linke, che si è così posto alla guida di uno Stato tedesco per la prima volta dalla riunificazione della Germania.
La sinistra ha quindi governato lo Stato ininterrottamente per 10 anni, fino alle elezioni di questo 1° settembre in cui si è manifestato il crollo del partito, che ha perso circa 20 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni del 2019. Hanno perso molto anche i Socialdemocratici, i Verdi e i Liberali, che hanno ottenuto rispettivamente il 6,1%, il 3,9% e l’1,1%. A guadagnare sono il Bündnis Sahra Wagenknecht, partito populista di sinistra nato come derivazione del Die Linke meno di un anno fa, che ha ottenuto oltre il 15% dei voti, i Cristiano-Democratici – che con il loro 23,6% si garantiscono un ruolo significativo in quella che sarà la formazione di un nuovo governo nello Stato in qualità di secondo partito – e, soprattutto, Alternative für Deutschland che, sotto la leadership di Björn Höcke è stato coronato primo partito nella Turingia con quasi il 33% dei voti.
Così, per la prima volta dopo il 1945, un partito di estrema destra è diventato primo partito in uno Stato tedesco.
È da segnalare come i risultati rispecchino il quadro che era emerso dalle elezioni parlamentari europee di giugno, in cui nella totalità dei territori dell’ex Germania Orientale si era registrata la vittoria di AfD. Inoltre, si deve osservare come AfD abbia ottenuto più del 30% dei voti anche nelle elezioni in Sassonia dove, però, il primo partito continua ad essere quello dei Cristiano-Democratici.
Alle elezioni seguiranno difficili periodi di trattative tra i partiti col fine di formare una coalizione governativa. Con riferimento a ciò, va detto che le altre forze politiche sembrano voler escludere un qualsiasi coinvolgimento di AfD nella creazione di un governo, anche se al momento non è chiaro se sia uno scenario realistico quello in cui l’estrema destra non entra in alcuna maniera a far parte del gabinetto federale dello Stato.
Cosa comporta l’ascesa del partito nella Germania nel suo insieme
Il fenomeno dell’ascesa di AfD va inserito nel quadro della realtà dei populismi di destra che si stanno imponendo in tutto il mondo; cionondimeno, occorre sottolineare come questa ascesa rappresenti per certi versi un fenomeno più grave e significativo rispetto a quella di altri analoghi movimenti.
Innanzitutto, le posizioni del partito tedesco sono tra le più estreme e radicali dell’intera realtà politica occidentale, in particolare in riferimento a temi quali l’Unione Europea, la politica estera e l’immigrazione, e la sua crescita è stata – e continua a essere – rapida e costante. Tra i punti più controversi di questa realtà partitica, si sottolineano le giustificazioni dell’operato delle SS, l’uso di motti nazionalsocialisti illegali da parte di Höcke in più occasioni, le posizioni nettamente filo-Putin in riferimento alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e le posizioni reazionarie su temi quali famiglia, matrimonio e aborto. Frequente è anche il riferimento a teorie del complotto come quella della “grande sostituzione”.
Come già sottolineato, a partire dalla sua fondazione AfD è cresciuto senza sosta, e ad oggi rappresenta il secondo partito più forte in Germania dopo la CDU.
Immaginando il proseguimento di questa crescita e un domani in cui il partito si possa consacrare come parte di una coalizione governativa – se non come primo partito della Repubblica Federale Tedesca – è facile giungere alla conclusione che la politica costituzionale entrerebbe in crisi.
Infatti, il partito è stato analizzato dalle corti costituzionali di quasi tutti gli Stati tedeschi e, in molti casi, esse hanno ufficialmente riconosciuto come esso sia, a tutti gli effetti, un partito di estrema destra.
Mozioni contro il partito sono state sollevate da quasi tutte le altre forze politiche tedesche, centrodestra incluso, ma ciò non sembra scoraggiare l’elettorato, anzi: come sottolinea il politologo Benjamin Höhne, ogni azione rivolta all’AfD sembra finire per avvantaggiarlo.
Un’eventuale leadership di AdD rischierebbe, inevitabilmente, di deformare le istituzioni democratiche in modo da strumentalizzarle in chiave illiberale, come ha sottolineato il Professor Lukas Stötzer, ponendo l’attenzione su come le posizioni estremiste siano state difese e continuino ad essere difese in Turingia. Ciò dovrebbe essere esemplificativo per comprendere come il partito potrebbe agire “a livello macro” in Germania.
Un altro punto interessante è stato sollevato da Dario Fabbri in una recente intervista. In un’analisi che si concentra sulla genesi della Germania come unione di diverse nazioni, Fabbri sottolinea che le popolazioni della Germania Est, tagliata fuori dalle dinamiche politiche tedesche a lungo in quanto non unite alla Repubblica Federale Tedesca, esigono oggi un ruolo nuovo nella politica tedesca.
In ciò, il giornalista osserva come, da un punto di vista geopolitico, la Baviera deve essere vista come un possibile punto di svolta, in quanto anch’essa condivide una storia di marginalizzazione dai ruoli esecutivi centrali in Germania – ciò perché l’ascesa dei bavaresi a Berlino è stata inevitabilmente associata al nazismo. Così, se AfD riuscisse a spingersi oltre i confini dell’ex Germania dell’Est imponendosi con successo in Baviera, ciò costituirebbe un punto di svolta per la Germania e per l’Europa.
La Germania sta attraversando dei cambiamenti politici, economici e sociali importanti, ed è in ciò che AfD va concettualmente inserito, in un quadro di mutamento che include anche un aumento di influenza degli estremismi populisti; ciò va a discapito delle forze di centrodestra e centrosinistra che, per molti anni, hanno rappresentato il fuoco della politica tedesca. L’ascesa di AfD si può dunque spiegare con i contrasti che esistono tra i popoli tedeschi, uniti dalla bandiera ma divisi in termini di cultura, economie e, soprattutto, traumi storici che li caratterizzano.