Del: 16 Settembre 2024 Di: Gaia Bassanini Commenti: 0

Tra poco meno di una settimana finirà l’estate, cioè la stagione dell’anno che notoriamente associamo alle vacanze e alle ferie. È quindi opportuno fare un punto della situazione su un tema molto discusso in particolar modo negli ultimi mesi: l’overtourism. Gli effetti e le cause di questo fenomeno sono ben noti già da diversi anni e sono stati oggetto di studi e interventi delle istituzioni.  

Viene definito overtourism quel fenomeno per il quale un eccessivo afflusso di turisti in determinate località porta a problemi ambientali, sociali ed economici.

I residenti delle città interessate hanno a lungo contestato questo fatto in più forme: dall’attaccare adesivi anti-turista per le strade fino a delle vere e proprie marce pacifiche con cartelloni riportanti frasi come “tourist go home”.

Il sovraffollamento turistico sta interessando numerose città e località balneari di un po’ tutto il mondo: il rapporto annuale McKinsey &Company “The state of tourism and hospitality 2024” mostra che le tre città maggiormente afflitte da questo fenomeno sono Dubrovnik, Venezia e Macau. Al tredicesimo posto troviamo Roma, posizionata subito dopo Parigi.

I principali problemi, ma non gli unici, creati da flotte di turisti concentrati in una ristretta area e nel medesimo lasso di tempo sono essenzialmente tre.

Il primo è la crescente presenza di appartamenti affittati per brevi periodi ai turisti, a discapito del mercato degli affitti a lungo termine per chi vuole risiedere stabilmente in città.

I proprietari delle case prediligono la prima modalità di locazione perché è più redditizia rispetto alla seconda, oltre ad essere semplificata da piattaforme quali Booking e Airbnb. La riduzione del numero di appartamenti affittati a lungo termine ha sicuramente concorso all’innalzamento dei loro prezzi, non essendone comunque l’unica causa.

La seconda criticità all’overtourism è lo spopolamento dei centri storici e la trasformazione del tessuto commerciale per soddisfare esclusivamente le esigenze dei visitatori. Si assiste ad una conversione di molti servizi essenziali per la vita quotidiana e botteghe storiche in ristoranti, locali e negozi di souvenir.

Il sovraffollamento delle località turistiche porta inevitabilmente anche ad un terzo problema: l’aumento dell’inquinamento e dei rifiuti: in molte città è sotto gli occhi di tutti l’incapacità del servizio urbano di smaltire tutto ciò che i turisti accantonano negli angoli delle strade o accumulano nei cestini.

Le amministrazioni locali e statali di tante aree stanno cercando di trovare delle soluzioni a questi disagi.

A giungo il sindaco di Barcellona, in risposta alla crisi abitativa, ha annunciato che nei prossimi anni non rinnoverà le licenze degli oltre 10mila appartamenti affittati a breve termine ai turisti. A luglio è nato a Copenaghen il programma pilota Copenpay per incentivare i viaggiatori a raccogliere i propri rifiuti e spostarsi in bicicletta, riducendo il proprio impatto ambientale. In cambio i turisti ricevono pasti offerti e ingressi gratuiti nei musei. Si è parlato molto anche della decisione del Comune di Venezia di avviare un periodo (da aprile a luglio 2024) di sperimentazione introducendo un contributo d’accesso alla città, in vista di misure permanenti previste per il 2025.

Le numerose iniziative istituzionali sono sicuramente cruciali per minimizzare l’impatto negativo che può avere l’overtourism, ma anche a livello individuale la maggiore sensibilità sviluppatasi negli ultimi anni verso temi più sociale e ambientali ha spinto i visitatori stessi ad impegnarsi per diventare “turisti responsabili”. Abbiamo già parlato su Vulcano, ad esempio, di turismo lento.

Per facilitare ed incentivare questa tendenza varie organizzazioni internazionali specializzate sul tema, come il Center for Responsible Travel (CREST), hanno stipulato varie raccomandazioni per i viaggiatori.

Alcune indicazioni basilari sono viaggiare fuori stagione (le città e le località riusciranno a gestire meglio un flusso di turisti, comunque consistente, ma almeno spalmato nel tempo) e prediligere, quando possibile, gli spostamenti in treno al posto che in aereo.

Inoltre il CREST raccomanda di pernottare in hotel, alberghi e b&b tradizionali (nelle grandi città non hanno prezzi molto più elevati rispetto agli appartamenti affittati su Airbnb e, soprattutto quelli a conduzione familiare, contribuiscono all’economia locale). Un altro consiglio, forse scontato, ma comunque degno di nota, è scegliere mete non tradizionalmente turistiche e magari affidarsi a tour operator che si occupino specificatamente di organizzare esperienze di turismo responsabile.

Gaia Bassanini
Mi chiamo Gaia e nella vita cerco di capire cosa voglio fare da grande, nel frattempo cucino, mi faccio incuriosire da ciò che non conosco e provo a capire cosa ci sta dietro. Mi affascinano i testi scritti bene e le persone che conoscono tanti aneddoti. Nel resto del mio tempo studio giurisprudenza.

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