Il 6 dicembre 2024, l’Unione europea e il Mercosur hanno raggiunto un’intesa decisiva sulla conclusione di un importante accordo commerciale di libero scambio. L’accordo è stato ufficialmente annunciato e firmato in una conferenza a Montevideo, dove a rappresentanza dell’UE era presente il Presidente della Commissione europea Ursola von der Leyen. Tuttavia, esso non è ancora attivo: mancano ancora approvazioni e ratifiche di tutti e 27 gli Stati Membri dell’UE, procedure che possono richiedere mesi – se non anni – per essere completate e che potrebbero non concludersi, portando all’insuccesso dell’attuazione dell’accordo.
Il Mercosur è un’organizzazione internazionale di carattere commerciale composta da molti paesi sudamericani, ne sono membri Argentina, Brasile, Bolivia, Paraguay e Uruguay, mentre Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù e Suriname sono partner economici associati e Messico e Nuova Zelanda sono osservatori permanenti. Il Venezuela è stato membro dell’organizzazione, ma risulta sospeso dal 2016 per la sua incapacità di adattare il proprio assetto politico interno alle peculiarità dell’intesa commerciale.
Dalle caratteristiche dell’organizzazione si può comprendere la portata di un suo accordo commerciale con l’UE: gli Stati del Mercosur e i 27 Stati Membri dell’Unione producono, assieme, circa il 25% del PIL mondiale. L’accordo creerebbe un’enorme zona di libero scambio, favorendo un incremento delle relazioni commerciali tra i due continenti e le rispettive aziende.
Struttura dell’accordo
L’importanza dell’accordo è primariamente legata al commercio. Infatti, esso permetterebbe di ridurre i dazi doganali per le aziende europee, contribuendo all’abbattimento delle spese burocratiche per le società. Eliminando i dazi, ne gioverebbero significativamente l’industria – in primis quelle automobilistica, dei macchinari, farmaceutica, chimica e dell’abbigliamento – l’agricoltura, il commercio di materie prime e i servizi.
Il testo dell’accordo, creato inizialmente nel 2019, è stato successivamente riequilibrato nel suo contenuto, puntando a un maggior rispetto dei principi di sostenibilità portati avanti dall’UE. Nello specifico, il nuovo testo rispetta l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015, oltre che svariati principi relativi alla sostenibilità.
L’accordo sarebbe capace di aprire nuovi sbocchi finanziari e commerciali per i Paesi del Mercosur in Europa, attraendo nuovi investimenti e opportunità. Allo stesso tempo, l’UE riuscirebbe a diversificare ulteriormente la propria rete di relazioni commerciali.
Inoltre, per quanto apparentemente secondario, non bisogna sottovalutare il ruolo dell’accordo da un punto di vista politico.
l’America Latina è una regione spesso percepita come “contesa” dalle ambizioni commerciali e politiche di Stati Uniti e UE da un lato, e da quelle della Cina dall’altro. A tal riguardo va ricordato che il Paese del Mercosur con il maggior peso demografico ed economico, il Brasile, è un membro fondatore del BRICS, ovvero l’intesa internazionale tra economie emergenti comprendente Cina, India, Russia, Sudafrica e altri cinque stati in crescita economica. Ne consegue che un legame definitivo e duraturo dei commerci tra gli Stati latinoamericani e l’Unione europea potrebbe portare a un forte accostamento politico-commerciale dei primi con la realtà politica occidentale, costituendo un danno significativo alle ambizioni della Cina.
Posizioni di approvazione/critica in UE e in Italia
Le argomentazioni a favore dell’accordo sono chiare e semplici: esso costituirebbe una delle maggiori aree di libero scambio al mondo, aumenterebbe le possibilità di scambio e favorirebbe nuove ondate di investimenti.
In aggiunta, come precedente accennato, l’accordo accrescerebbe il commercio nel settore delle materie prime; ciò è particolarmente rilevante perché, grazie alle materie prime dei Paesi del Mercosur, l’UE potrebbe riuscire a ridurre la sua dipendenza da partner commerciali più politicamente «pesanti», in particolar modo dalla Cina. A tal proposito, una collaborazione più stretta col Mercosur favorirebbe un aumento delle catene di fornitura delle aziende dell’Unione nei Paesi del Mercosur, a discapito della Cina.
D’altra parte, la creazione dell’accordo ha fronteggiato, e continua a fronteggiare, critiche significative da parte di vari stati membri.
Nello specifico, la Francia di Macron ha criticato a lungo la sua stipulazione. Va segnalato, tuttavia, che l’indebolimento politico dell’Eliseo a seguito della caduta del governo Barnes ha fortemente danneggiato Macron sul piano internazionale, rendendo difficile per la Francia guidare una minoranza che possa bloccare l’accordo nel Consiglio europeo.
È particolarmente significativo osservare come l’apertura del mercato agricolo ai Paesi del Mercosur costituirebbe, secondo vari analisti, un rischio per la stabilità del settore primario dei Paesi dell’UE. Parallelamente, gli agricoltori europei hanno sollevato numerose critiche sull’assenza di meccanismi concreti che garantiscano il rispetto delle stringenti regole europee anche dei Paesi del Mercosur – fatto che porterebbe, inevitabilmente, a un netto vantaggio commerciale degli agricoltori del Mercosur su quelli dell’UE.
Inoltre, per quanto il testo rispetti l’Accordo di Parigi, garantire l’osservanza dei principi della sostenibilità nei Paesi sudamericani appare una sfida complessa.
Un altro punto importante è che, di fatto, l’accordo avrebbe un impatto limitato sulle dinamiche dell’UE: il Mercosur è un partner commerciale secondario per l’Europa, costituendo il destinatario di solamente il 2% c.a. del commercio dell’Unione verso terzi.
In Italia, l’opinione pubblica è prevalentemente favorevole all’accordo, per quanto la politica sia divisa sul tema.
Nello specifico, osservando le posizioni del governo, la Lega di Salvini supporta le proteste degli agricoltori, mostrandosi contraria all’accordo, mentre Tajani e Forza Italia hanno ribadito il loro supporto.
La posizione delle organizzazioni della società civile è analogamente divisa, rispecchiando quanto detto finora; per esempio, Confagricoltura ritiene l’accordo inaccettabile, mentre le Camere di commercio italiane e Confindustria lo supportano, ritenendolo un traguardo fondamentale e una porta verso grandi opportunità per il futuro.
In generale, sembra che per garantire il raggiungimento della firma dell’accordo sia necessaria l’implementazione di misure a tutela degli agricoltori, la quale potrebbe convincere anche i membri più scettici del governo italiano e gli Stati Membri dell’UE titubanti.
Conclusione
Nonostante la stesura del testo finale e la sua firma, l’effettività dell’accordo è ancora lontana. Infatti, seguendo le procedure dell’UE, la Commissione dovrà scegliere la base giuridica dell’accordo. È probabile che questo verrà diviso in modo da separare le materie di competenza esclusiva dell’UE (gli aspetti commerciali, i quali vengono approvati via maggioranza qualificata al Consiglio dell’Unione europea e maggioranza semplice al Parlamento europeo) da quelle di competenza anche degli Stati Membri, le quali necessitano della ratifica unanime di tutti i Parlamenti nazionali.
Pertanto, non resta che attendere l’evoluzione degli eventi, cercando di capire se gli Stati Membri riusciranno ad accordarsi sul testo consolidato, quale sarà la posizione definitiva – potenzialmente determinante – dell’Italia e come si evolveranno le posizioni degli altri Stati dell’UE ancora incerti.
Leggi anche: Nucleare in Italia: una storia d’amore mai compiuta?