Del: 5 Gennaio 2025 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Tutti hanno dei segreti a Natale, Benjamin Stevenson (Feltrinelli) – recensione di Matilde Elisa Sala

Dopo essere sopravvissuto a una serie di omicidi nei quali era coinvolta la sua famiglia e a una banda di spocchiosi scrittori di gialli, Ernest Cunningham è alle prese con il suo terzo caso. Quale miglior connubio se non un bel giallo natalizio? Letteralmente, qualsiasi cosa. Nessuno si meriterebbe di risolvere un giallo a Natale. Ma eccoci qua, ancora una volta presi per mano dal nostro narratore affidabile, che non cercherà mai di depistarci ma ci fornirà tutte le indicazioni per poter risolvere il caso assieme a lui. Questa volta Ernest è alle prese con un gruppo di imbroglioni, persone del mondo dello spettacolo e della magia. Insomma, dissimulatori per professione. La vittima è il committente dello spettacolo di magia di Rylan Blaze, gli indizi lasciati sembrano servire davvero a poco. Con poca sorpresa, perché come ricorda Ernest siamo pur sempre a Natale, un grande aiuto arriverà da un Calendario dell’Avvento. Ed è proprio così che è costruito il terzo romanzo di Benjamin Stevenson: 24 capitoli più l’epilogo finale. Una storia da leggere tutta d’un fiato o un capitolo al giorno (pensateci per il prossimo dicembre). Stevenson, scrittore e stand up comedian, ancora una volta non delude. Ernest è di nuovo il protagonista di un giallo fresco e molto divertente e ironico che, come sempre, tiene con il fiato sospeso fino alla fine.


Abolizionismo. Femminismo. Adesso, Davis, Angela Y., Dent, Gina, Meiners, Erica R., e Richie, Beth E. (Edizioni Alegre) –Recensione di Jessica Rodenghi

Un’opera collettiva, perché anche la pratica femminista è da sempre un lavoro a più mani. Si tratta di abolizionismo delle carceri, intese come “un regime che rappresenta una forma di schiavitù in scala minore”. L’obiettivo è trovare alternative valide alla punizione, all’incarcerazione, al controllo e alla sorveglianza.

In effetti, la punizione in teoria dovrebbe spaventare al punto tale da dissuadere chiunque dal delinquere, invece si rivela inefficace, dato che sempre più persone finiscono in carcere: spesso individui emarginati, privi di risorse, senza un sistema di supporto e di conseguenza impossibilitati ad accedere agli arresti domiciliari. Si tratta spesso di immigrati e questo alimenta lo stereotipo degli “stranieri che delinquono“, che dovrebbe invece essere sostituito con “i poveri delinquono“. Quando non hai forme di sostegno e ti trovi a vivere per strada, quali alternative restano?

Anche nell’ambito della violenza di genere, difficilmente l’incarcerazione degli aggressori risolve il problema, poiché le radici di questa violenza sono profondamente radicate nella società stessa, per cui l’aggressore è soltanto la punta dell’iceberg. Esistono parallelismi tra la violenza dello Stato nelle carceri e la violenza di genere: entrambi rappresentano un esercizio arbitrario dell’autorità, un abuso di potere con impunità, e il controllo totale di corpo, mente e spirito delle persone colpite. In entrambi i casi, l’impatto della violenza viene spesso ignorato o minimizzato.

Nella violenza di genere, ad esempio, si assiste alla vittimizzazione secondaria con frasi come “se l’è cercata”, mentre chi è incarcerato viene giustificato come detenuto “per il suo bene”.

Questo testo collettivo rappresenta un punto di riferimento fondamentale sia nell’ambito delle letture femministe, sia più in generale nel contesto dei diritti umani. Un’opera che evidenzia come il sistema carcerario sia un’ istituzione repressiva, che blocca fisicamente chi delinque, ma è incapace di risolvere i problemi sociali che ne sono all’origine.


Resto qui, Marco Balzano (Einaudi) – recensione di Matilde Elisa Sala

L’unica cosa rimasta visibile della vecchia Curon è il suo campanile. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, infatti, i fascisti minacciano la cittadina con la costruzione di una diga che inonderà la cittadina. Alcuni fuggiranno di fronte a questa situazione, altri resteranno. Tra questi c’è anche Trina, personaggio femminile di spicco, protagonista assoluta della vicenda, donna forte e coraggiosa, che non ha paura di lottare e opporsi a ciò che i fascisti le impongono. Un romanzo storico che racconta gli effetti del fascismo sul territorio italiano e le terribili conseguenze anche sulle persone. Non la più recente pubblicazione di Balzano, ma un’ottima riscoperta per chi ancora non si fosse imbattuto in questo romanzo. A cent’anni dall’inizio del fascismo, una storia come quella raccontata da Balzano in Resto qui può ancora essere testimonianza del nostro passato e un modo per prendere sempre consapevolezza nel nostro presente, grazie a uno sguardo diretto sulle famiglie di quel luogo.


Happy Place, Emily Henry (Sperling & Kupfer) – recensione di Matilde Elisa Sala

Harriet e Wyn sono fidanzati dai tempi del college. Sembrano la coppia perfetta, complice e molto affiatata, praticamente inseparabile. Peccato che si siano lasciati da sei mesi, costretti a fingere che nulla sia successo di fronte ai loro amici più stretti. Per celebrare gli ultimi momenti insieme nel cottage nel Maine, casa vacanze del cuore ora però in vendita, decidono di fingere per un’ultima volta, per il bene dei loro amici in modo tale che conservino un bel ricordo. La vicinanza li porterà a ripercorrere parte del loro passato. Che sia l’occasione perfetta per rimescolare le carte del presente? L’ultimo romanzo arrivato in Italia di Emily Henry racconta storie di vite e dinamiche che cambiano nel corso del tempo. Non sarà difficile cercare di mettersi nei panni di entrambi i protagonisti, ognuno segnano dalle proprie difficoltà e dalle proprie debolezze. Spesso ciò che accade costringe a mettere dei paletti, quello che si dimentica è che spesso viene offerta l’occasione per ripensarci e recuperare ciò che sembrava andato perso.


The Bromance Book Club, Lyssa Kay Adams (Mondadori) – recensione di Matilde Elisa Sala

Gavin Scott, famoso giocatore di baseball dei Nashville Legends, è in forte crisi, personale e di coppia. Sua moglie Thea vuole divorziare e lui, non sa cosa fare. Chi lo avrebbe mai detto che i consigli sarebbero arrivati dai suoi compagni di squadra? Oltretutto, in maniera poco usuale. Gavin scopre infatti che gli altri giocatori sono riusciti a superare i momenti di crisi di coppia grazie ai libri. Molti di loro fanno parte di un book club nel quale leggono romanzi d’amore dai quali trarre ispirazione per le proprie relazioni. Una storia poco convenzionale ma molto divertente, ideale lettura leggera per staccare un po’ la testa. The Bromance Book Club rompe qualche stereotipo, rendendo anche gli uomini protagonisti e, soprattutto, lettori di romanzi rosa, dai quali riescono persino a trarre insegnamenti utili. Il romanzo, inoltre, rispetto alla maggior parte dei libri sul mercato dello stesso genere, rende protagonista una giovane coppia sposata con figli. Anche questo poco convenzionale, rispetto alle numerose storie adolescenziali pubblicate negli ultimi anni, ma sicuramente efficace. Una dinamica nella quale emergono difficoltà e ostacoli, molto spesso frutto del loro passato, non ancora superate in età adulta.

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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