Del: 20 Febbraio 2025 Di: Alexia Ioana Branzea Commenti: 0
A Milano l’antica arte marziale vietnamita del Viet Vo Dao

E se vi dicessi che nel sud-est dell’hinterland milanese è possibile praticare un’antichissima arte marziale che racchiude e custodisce interi millenni di storia, filosofia e tradizione? Si tratta del Viet Vo Dao, un’arte marziale nata in Vietnam quasi cinquemila anni fa, che fonda le sue radici nella lotta di un popolo per la propria identità, giunta ai giorni nostri attraverso guerre, invasioni e rivoluzioni.

Letteralmente traducibile come “la via (dao) dell’arte marziale (vo) vietnamita (vietnamita)”, il Viet Vo Dao fonda le sue leggendarie origini intorno al 2879 a.C. con la dinastia Hung. Nei secoli e millenni successivi si sviluppa come un vero e proprio sistema militare del popolo vietnamita, spesso sotto attacco da parte della Cina. Un momento chiave della sua storia, in particolare, è il 1427, quando il Vietnam riesce a conquistarsi l’indipendenza dopo anni di cruenta dominazione cinese: in questo momento, più che mai, il Viet Vo Dao diventa l’arte del popolo, che combatte con valore e coraggio per salvaguardare la propria personalità fino a scacciare l’invasore.

Tuttavia, l’assidua frequenza di guerre civili nel paese impedisce l’istituzione di una sola scuola compatta e omogenea dell’arte marziale vietnamita, che finisce invece per dividersi cristallizzandosi in diverse scuole. Addirittura, con la colonizzazione francese, protrattasi dal 1863 fino alla fine della seconda guerra mondiale, il Viet Vo Dao perde completamente ogni rilevanza militare, ormai superato dall’utilizzo delle avanzate armi moderne.

Ciononostante, non decade nell’oblio totale: nel 1938, infatti, Nguyen Loc fonda un movimento di resistenza anticoloniale basato su questa disciplina e ne rilancia la filosofia, riassunta nel motto: “Essere forte per essere utile”. Negli anni ’60, alcuni suoi allievi si trasferiscono in Europa, portando con sé il Viet Vo Dao e perpetuandone una prosperosa rinascita e diffusione. Nasce così, nel 1972, la Federazione Francese di Viet Vo Dao, seguita nel 1973 dall’International Viet Vo Dao.

Gran Maestri fondatori in Europa

In Italia, in particolare, la disciplina si diffonde negli anni ’80 con Gran Maestri ancora presenti sul nostro territorio, quali BaoLan, Nguyen Van Viet e Nguyen Thien Chinh. 

Gran Maestri dell’Italia

Attraverso questa introduzione storica possiamo facilmente capire che si tratta di una disciplina antichissima, la cui pratica ancora al giorno d’oggi è permeata dagli onorevoli valori per i quali si è combattuto per millenni interi. Ma in che cosa consiste esattamente? Il Viet Vo Dao, in poche parole, è un’arte marziale completa. Di fondamentale importanza è la parte individuale, dedita alla pratica dei chien luoc, ossia delle sequenze di tecniche consigliate, e dei quyen, letteralmente delle “forme” di combinazioni di tecniche prestabilite, spesso inventate imitando o animali della tradizione marziale quali tigre, drago, fenice, mantide, serpente, ma anche animali più inconsueti come il gallo, o i cinque elementi di legno, fuoco, terra, metallo e acqua. 

Questi quyen, inoltre, possono essere eseguiti non solo a mani nude, ma anche con armi tradizionali: da quelle più umili e di origine contadina come il long gian (in giapponese conosciuto come nunchaku) o il bastone, a quelle più nobili come la spada o il ventaglio, passando per la lancia, la catena, l’alabarda e molto altro ancora… e nel caso in cui ve lo steste chiedendo: ebbene sì, il ventaglio è un’arma! Veniva usato soprattutto dalle donne a scopo di difesa personale, ma anche dagli uomini quando, nell’entrare a coorte, veniva chiesto loro di depositare le armi.

Vi è poi un’ingente parte di pratica a coppie, costituita da esercizi di difesa personale, attacchi e contrattacchi, e vat, ossia “lotta a terra”, che convergono poi nei cosiddetti songluyen, letteralmente “pratiche a due”, ovvero degli scambi di tecniche, sia a mani nude che con armi, che creano una sorta di coreografia di combattimento prestabilito, spesso anche con elementi acrobatici.

Da ultimo, ma non per importanza, come in ogni arte marziale, vi è anche la pratica del combattimento, chiamato tradizionalmente Dao Tu Do. Ciò che forse contraddistingue di più il Viet Vo Dao, però, oltre alla pratica, è la parte di teoria filosofica che c’è dietro. Per dare un’idea generale, è interessante sapere che alla base di tutto vi è la polarità tra am e duong (più conosciuti con i nomi cinesi di yin e yang), due forze opposte ma complementari che si trovano in equilibrio dinamico garantendo l’armonia dell’universo.

Am e duong

Alquanto importante è anche la teoria dei cinque elmenti che interagiscono tra di loro attraverso i due cicli, l’uno di generazione, in cui ogni elemento nutre e alimenta quello che lo segue, e l’altro di dominazione, dove per ogni elemento ve ne è uno che lo modera e bilancia: in tal modo, nessun elemento può mai prevaricare su un altro e viene garantita l’armonia.

Teoria dei cinque elementi

Andando avanti, si viene a scoprire che la polarità  tra am e duong e i cinque elementi sono alla base di teorie via via più complesse, come quella dei meridiani, dei canali energetici che attraversano tutto il nostro corpo e sono collegati ad organi e viscere, alternarsi delle stagioni, punti cardinali e colori. Tutto l’Universo, insomma, nella filosofia del Viet Vo Dao, si trova in armonica interconnessione e interdipendenza

Si potrebbe approfondire ulteriormente, ma a questo punto lo scopo iniziale dell’articolo può già ritenersi raggiunto: suscitare interesse per un’arte marziale poco conosciuta, ma non per questo meno affascinante di quelle più rinomate. Pertanto, se siete alla ricerca di un percorso che unisca corpo, mente e spirito, in un intreccio che conserva una sorprendente vitalità che ben riesce a mettere in dialogo tradizione e modernità, il Viet Vo Dao potrebbe rivelarsi la chiave per un nuovo modo di vedere il mondo e voi stessi.

Alexia Ioana Branzea
Un'anima in tempesta, vado errando tra gli studi umanistico-linguistici, le arti marziali e le escursioni in montagna. In particolare, amo dilettarmi nella composizione di prose e poesie in diverse lingue ed opinare sulle tematiche che più mi stanno a cuore.

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