Del: 13 Febbraio 2025 Di: Andrea Pravato Commenti: 0

“The Hunter” non è il titolo di un fumetto, né tantomeno quello di un videogioco. Non è altro che l’epiteto che si è guadagnato Donald Trump Jr., primogenito dell’attuale Presidente degli Stati Uniti, al centro di una polemica per aver presumibilmente abbattuto un’anatra protetta in una riserva di caccia nel Veneziano.

La vicenda risale allo scorso dicembre, quando Trump Jr., insieme ad altri sei amici, si era recato per una sessione di caccia nella valle Pierimpiè a Campagna Lupia, un’azienda operante nell’industria ittica e – appunto – nella caccia. Siamo a conoscenza dei fatti per merito di un video pubblicato sul sito Field Ethos con il titolo Duck hunting Venice – Italian Job. Nella première, si possono vedere Trump Jr. e i suoi amici sparare ai pennuti, oltre a essere ripresi in momenti conviviali e in visita a Venezia.

Ma perché Trump Jr. e i suoi amici sono andati a cacciare proprio nelle “valli” della laguna veneziana?

Le valli in questione (da vallum, in latino “argine”) sono delle aree palustri separate dalla laguna lungo gli argini, dove si pratica l’itticoltura intensiva. In alcune di esse, i proprietari concedono la possibilità di praticare la caccia, di solito un giorno a settimana, perché generalmente queste riserve fungono da rifugio per gli uccelli migratori. In quel giorno le valli sono il paradiso in terra per i cacciatori e diventano un inferno per gli animali presi al bersaglio.

Tuttavia le porte per queste oasi venatorie non sono aperte a tutti. Per entrare occorre essere soci o amici dei soci. O anche amici degli amici, dietro adeguato sostegno economico. L’invito esterno può anche costare 2000 euro a giornata e, come ci ha confidato una fonte vicina ai gestori di una di queste valli, «può essere pure superiore. Spesso il prezzo lo si fa in base anche a chi si ha di fronte». Inoltre, spesso le battute di caccia si trasformano in occasione dove tessere relazioni tra uomini d’affari, industriali e politici.

Cosa non torna nella battuta di caccia di Donald Trump Jr.?

Dopo essere entrato in possesso del video incriminato, Andrea Zanoni, da poco consigliere regionale di Europa Verde ed ex Europarlamentare, ha presentato una denuncia ai Carabinieri forestali di Mestre. Secondo Zanoni, si sarebbero commessi due illeciti, uno amministrativo e l’altro di natura penale.

Zanoni, in primo luogo, contesta il fatto che Trump Jr. e i suoi amici, in quanto cittadini stranieri, non avrebbero potuto cacciare nella valle veneziana, in quanto non in possesso del tesserino regionale. La risposta della Regione è che, per possedere tale tesserino, serve una «copia del documento di identità o passaporto, dell’autorizzazione alla caccia nello Stato di residenza, polizza assicurativa, bollettino di versamento della tassa di 84 euro, invito del concessionario di una azienda faunistico-venatoria». Sostanzialmente, dunque, è sufficiente pagare una quota per essere invitati in questi circoli d’élite della caccia. Secondo la Regione Veneto, il reato contestato da Zanoni non sussiste, in quanto Trump Jr. sarebbe stato in possesso di questi elementi, come confermato dall’assessore regionale alla Caccia e Pesca, Cristiano Corazzari.

Zanoni, in secondo luogo, contesta una cosa più grave, passabile di denuncia penale. Nel video online compare un esemplare morto di anatra casarca (tadorna ferruginea), una specie protetta sia a livello nazionale (dalla legge 157/92) che a livello europeo (dalla direttiva Uccelli).

La responsabilità di chi l’ha uccisa è però difficile da verificare.

Infatti, come sostengono Giuseppe Ederle, presidente veneto di Eps, il sindacato degli istituti venatori privati, e Andy Surabian, portavoce di Trump Jr., dal video non è possibile capire chi sia stato a sparare. Nonostante il fatto che l’anatra protetta sia intorno a Trump Jr. e che da un controllo preliminare sembrerebbe morta da poco, non ci sono elementi sufficienti per identificare un responsabile. Ederle evidenzia che l’anatra potrebbe essere già stata trovata morta, oppure colpita da cacciatori di una valle vicina e portata lì dai cani.

Nonostante questo piccolo incidente, l’episodio non ha il potenziale per divenire un “Duckgate”. Ma non è comunque la prima volta che un figlio del Presidente USA metta in imbarazzo la Casa Bianca. L’episodio più recente, e ben più grave, risale a quando il figlio di Joe Biden, Hunter, venne accusato di possesso illegale d’arma da fuoco ed evasione fiscale, e fu poi graziato dal padre durante gli ultimi giorni del suo mandato.

Andrea Pravato

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