Del: 5 Marzo 2025 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Manuale di caccia e pesca per ragazze, Melissa Bank (ACCENTO) – recensione di Matilde Elisa Sala 

Jane non sa bene come approcciarsi agli altri. Sarà per la sua innata ribellione, che la accompagna fin da ragazza, la battuta sempre pronta e un grande senso dell’umorismo. Ciò che le manca forse è un po’ di fiducia in sé stessa, soprattutto nel momento in cui si trova a doversi relazionare con gli altri. Ha osservato suo fratello (non una grande fonte di ispirazione, sia chiaro) e non è certa di aver capito come funzionino i sentimenti. La sua vita procede a passi leggeri, prima adolescente, ora una giovane donna, alle prese per la prima volta con un uomo del quale forse si è innamorata sul serio. Per questo motivo decide di affidarsi a un manuale. Lui ti cerca? Fallo aspettare un po’. Ti chiede di uscire? Sii vaga. Hai un’affermazione spiritosa da dire? Tienila per te. Insomma, sarà stata la scelta giusta credere a questo libro?

Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1999 da Frassinelli, e riproposto da ACCENTO nel 2022, Manuale di caccia e pesca per ragazze è un romanzo che ha tenuto occupata Melissa Bank per ben dodici anni. Una storia ironica e divertente che ogni tanto tira qualche pugno nello stomaco. È la storia di chi crede che giocare lanciando l’amo e poi ritirarlo forse sia la soluzione migliore, trasformandosi in persone che forse nemmeno sono ma che si crede sia meglio essere. Ma la chiave di un buon manuale alla fine è essere semplicemente sé stessi, senza giochi e senza fronzoli. Questa è la storia di tante Jane che cercano per tutta la vita il lieto fine, non capendo che, quando arriva, è inaspettato e travolgente. 


Il mistero di Anna, Simona Lo Iacono (Neri Pozza) – recensione di Viviana Genovese 

Sicilia, 1968. Anna Cannavò è una bambina di dieci anni affascinata dalla magia delle parole poetiche e con un amore sconfinato per la letteratura. Vive in una realtà semplice, ma il suo talento la porta a vincere un concorso che le permette di trascorrere del tempo a Milano con la celebre scrittrice Anna Maria Ortese. L’incontro tra le due Anna diventa un viaggio emozionante e intenso tra parole, sogni e malinconie, in cui la giovane protagonista scopre il potere trasformativo della scrittura. 

Simona Lo lacono, con il suo stile denso e appassionato, intreccia realtà e immaginazione in un romanzo delicato e profondo, dove la voce ingenua della piccola Anna si altena a quella più complessa e tormentata della Ortese, creando un equilibrio tra leggerezza e profondità. L’autrice riesce a restituire un ritratto vivido di un’epoca ormai perduta e di due donne unite dall’amore per la letteratura.

La narrazione, inizialmente introspettiva, si apre a poco a poco, rivelando una storia coinvolgente che lascia il lettore con il desiderio di scoprire ogni sfumatura del mistero che lega le due protagoniste. Il mistero di Anna è un’opera che celebra la forza delle parole e la loro capacità di cambiare le vite, lasciando nel lettore un senso di meraviglia e riflessione.


Io Khaled vendo uomini e sono innocente, Francesca Mannocchi (Einaudi) – recensione di Giulia Riva

Fin dal titolo di questo romanzo scritto dalla giornalista Francesca Mannocchi facciamo la conoscenza del protagonista: Khaled, un uomo come un altro, combattente durante la primavera araba libica del 2011, rivoluzionario che ha vinto su Gheddafi ma ha perso un fratello, e ora cerca un modo per sopravvivere a una Libia dilaniata, povera, dominata da chi imbraccia le armi. È per garantire a sé e alla sua famiglia una vita agiata che Khaled ha deciso di dedicarsi al commercio più redditizio: il traffico di persone migranti. E non gli importa se per questo viene disprezzato. «Noi siamo gente di Misurata, sudiamo per mantenere ricchezza e potere. Il potere che ho l’ho conquistato, si rassegnino».

Così, anno dopo anno Khaled raccoglie vite, le trattiene qualche giorno sulla costa e poi, quando il clima è buono, le carica su un barcone e le fa partire. Sulla spiaggia rimangono i resti delle loro storie: felpe, ciabatte, zaini, i panini incartati che una madre ha preparato per i figli e non ha potuto portare con sé.

A volte, poche ore dopo la partenza, il mare restituisce i corpi. Ma, dice Khaled, lui rimane innocente. Innocente come la sua Libia, piena di speranze eppure così corrotta, così inerte. La sua voce risoluta e insieme malinconica, impregnata dei ricordi di un nonno figlio del deserto che, parlando per enigmi, cercava di aiutarlo a crescere in un clima di paura e repressione, delinea pagina dopo pagina una vita fatta di compromessi e rassegnazione, incarnando l’anima di un Paese che ancora non conosciamo abbastanza anche se a separarci c’è solo il Mediterraneo.


Blue Sisters, Coco Mellors (Fourth Estate) – recensione di Alice Villa 

L’archetipo delle quattro sorelle già visto (e amato) con Piccole donne sembra non fallire mai, soprattutto se nelle mani di Coco Mellors. Con il suo secondo romanzo l’autrice esplora le complicate e profonde relazioni tra tre sorelle distanti, sia di luogo che di affetto, a un anno dalla morte della quarta, Nicky.

Avery, Bonnie e Lucky, le sorelle Blue, newyorkesi di origine, ora sparse nel mondo, già alle prese con fallimenti di carriera, dipendenze e difficoltà relazionali, sono obbligate ad affrontare il lutto per la sorella quando i genitori decidono di vendere la loro casa di infanzia.

Questo romanzo esplora in maniera eccellente i complicati rapporti di affetto e odio all’interno di una famiglia, le difficoltà nel convivere con i propri errori e le ricadute in abitudini distruttive, attraverso personaggi che appaiono da subito reali e che non si può fare a meno di aver a cuore, soprattutto grazie ai capitoli, scritti ognuno dal punto di vista di una delle sorelle, che ci fanno spazio all’interno dei pensieri di personaggi fallaci e incredibilmente umani. La comprensione e umanità con cui Coco Mellors riempie le pagine nello scrivere dell’affrontare, superare e convivere con dipendenze e alcolismo e la profondità con cui descrive il doloroso attraversamento di un lutto traspirano attraverso la sua scrittura fluida e poetica. 

Una lettura perfetta per chi ama dei personaggi ben delineati e una profondità di contenuti.


Una conquista fuori menù, Felicia Kingsley (Newton Compton Editore) – recensione di Matilde Elisa Sala 

L’agente segreto Dwight Faraday si è ormai immedesimato in tantissimi personaggi per cercare di stanare criminali e svolgere al meglio il proprio lavoro. Questa volta deve diventare un cuoco provetto per poter entrare nel ristorante italiano della famiglia Villa, sospettata di intrattenere rapporti con i clan malavitosi di New York. Contrariamente alle aspettative, sembra che l’ostacolo maggiore per Dwight, ribattezzato Romeo per questa operazione speciale, sia Julia, la figlia del proprietario del ristorante. Ragazza dura e molto chiusa, non si fida affatto di Dwight/Romeo, che nel frattempo cercherà di cambiare le cose e far sì che lei possa diventare una chiave d’accesso ai segreti di famiglia.  

Come in ogni romanzo di Felicia Kingsley che si rispetti il colpo di scena imprevisto è proprio l’amore. Sembra infatti che l’odio che i due provano l’uno per l’altra sia presto destinati a trasformarsi in altro.

Una storia divertente, scorrevole, adatta per staccare la spina. Tra incidenti ai fornelli e litigi focosi, Kingsley inserisce anche tematiche molto importanti, dimostrando ancora una volta l’interesse a rappresentare il tutto nella maniera più veritiera e corretta possibile.  

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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