Del: 8 Marzo 2025 Di: Gaia Bassanini Commenti: 0
La sospensione degli aiuti umanitari esteri statunitensi e l’ultima sentenza della corte suprema

Già all’inizio del suo secondo mandato, coerentemente con il proposito di concentrarsi sugli interessi nazionali, il presidente statunitense Donald Trump sta cercando, e in parte già riuscendo, a congelare fondi per l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID), un’agenzia del governo federale che da decenni fornisce assistenza per lo sviluppo e aiuti umanitari in numerosi paesi in tutto il mondo. 

Pochi giorni dopo il suo insediamento ha, infatti, emanato un ordine esecutivo che sospendeva per 90 giorni i progetti sostenuti dall’agenzia, portando alla chiusura di molte cliniche e al licenziamento del personale di organizzazioni umanitarie.

Il 5 marzo arriva in merito una sentenza della Corte Suprema, che ricordiamo essere composta prevalentemente da giudici nominati da amministrazioni repubblicane. I giudici si sono espressi contro il già citato decreto, stabilendo che il governo non può congelare fondi già autorizzati dal Congresso. La decisione ha comunque una portata limitata: statuisce semplicemente che i dipendenti debbano essere pagati per il lavoro già svolto, secondo, quindi, misure già approvate. Nulla viene detto in merito ai piani del presidente statunitense sul futuro dell’agenzia. 

Lo USAID nasce dopo la fine della Seconda guerra mondiale

Inizialmente fornendo aiuti ai paesi europei reduci dal conflitto e, nei decenni successivi, gestendo in tutto il mondo programmi di istruzione, sostegno ai governi democratici e in particolare di assistenza medica. 

Tra gli interventi e i finanziamenti più importanti dell’agenzia ritroviamo sicuramente la campagna contro HIV e AIDS portata avanti in diversi paesi africani. Un taglio ai fondi potrebbe essere particolarmente dannoso per il Sudafrica, quest’ultimo è infatti il paese con il numero più alto di persone positive all’HIV (circa 8 milioni). La professoressa Linda-Gail Bekker, direttrice del Desmond Tutu HIV Centre presso l’Università di Città del Capo, ha dichiarato: «Non è un’esagerazione dire che prevedo un disastro enorme».

Tutto ciò avverrebbe in un momento in cui la ricerca scientifica stava facendo progressi nello sviluppo di vaccini e nuovi farmaci preventivi, i quali avrebbero potuto incidere sensibilmente sulla diffusione della malattia.  

Un altro paese molto colpito sarebbe lo Zimbabwe: lo USAID ha finanziato con 360 milioni di dollari programmi di assistenza medica e di sviluppo dell’agricoltura, ma i tagli porterebbero, e hanno portato, al licenziamento di migliaia di operatori sanitari che lavorano in organizzazioni non governative e gruppi della società civile a sostegno di servizi legati a malattie quali l’AIDS. 

A riguardo, il Guardian riporta la testimonianza di una giovane infermiera, Chiedza Makura, madre single di tre figli, che ha perso il lavoro la sera del 28 gennaio, pochi giorni dopo l’emanazione dell’ordine esecutivo in cui il presidente statunitense annunciò la sospensione degli aiuti esteri per 3 mesi.

«Mi sono sentita distrutta, il mio lavoro era la mia unica fonte di reddito. Ora non so cosa fare»

Attraverso i fondi dello USAID, gli Stati Uniti sono anche la fonte principale degli aiuti umanitari per l’Ucraina fin dall’inizio della guerra perpetrata dalla Russia. Da febbraio 2022, infatti, hanno fornito più di 37 miliardi di dollari per sostenere la popolazione rimasta nel territorio.

Sono stati ora sospesi programmi di reinserimento dei soldati rientranti dalla guerra, di assistenza alle famiglie di uccisi e feriti, di costruzione di rifugi antiaerei nelle scuole, di distribuzione di acqua, cibo e legna. In Ucraina i finanziamenti erano destinati anche a decine di testate indipendenti.

Quelli citati sono solo una piccolissima parte degli interventi e programmi finanziati dallo USAID, e l’incertezza del suo futuro sta destando grandi preoccupazioni in tutto il mondo. Saranno cruciali le prossime settimane per osservare l’evolversi della situazione, soprattutto dopo la sentenza della Corte Suprema.

Gaia Bassanini
Mi chiamo Gaia e nella vita cerco di capire cosa voglio fare da grande, nel frattempo cucino, mi faccio incuriosire da ciò che non conosco e provo a capire cosa ci sta dietro. Mi affascinano i testi scritti bene e le persone che conoscono tanti aneddoti. Nel resto del mio tempo studio giurisprudenza.

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