Del: 4 Marzo 2025 Di: Viviana Genovese Commenti: 0

Negli Stati Uniti, il morbillo è tornato a preoccupare. Da fine gennaio, un focolaio in espansione ha fatto registrare un’impennata dei casi in otto stati. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), al 20 febbraio sono stati segnalati 93 contagi in Alaska, California, Georgia, Kentucky, New Jersey, New Mexico, New York City, Rhode Island e Texas. Quest’ultimo è l’epicentro dell’emergenza, con 164 infezioni confermate e un primo decesso avvenuto il 26 febbraio: un bambino in età scolare non vaccinato.

Il dato più allarmante è che il 95% dei casi riguarda individui non vaccinati o con stato vaccinale sconosciuto. Inoltre, il 25% dei pazienti è stato ricoverato a causa di complicazioni. Di fronte alla diffusione del virus, le autorità locali hanno lanciato allarmi sanitari, cercando di arginare il fenomeno con misure mirate, ma la recrudescenza della malattia è strettamente legata alla riduzione della copertura vaccinale e all’aumento delle esenzioni dalla vaccinazione, segnali di una fiducia sempre più fragile nel sistema sanitario.

Alla luce di questi dati allarmanti, quella che un tempo sembrava una battaglia vinta si sta trasformando in una nuova sfida. Quindi è importante capire perché il morbillo rappresenta una minaccia così seria e quali rischi comporta.

Il morbillo è una delle malattie più contagiose al mondo: si trasmette per via aerea e può rimanere attivo fino a due ore in ambienti chiusi. Non è solo un’eruzione cutanea: può provocare polmonite, encefalite e, nei casi più gravi, la morte. Nel 2000, grazie alla diffusione del vaccino MMR (morbillo, parotite, rosolia), il morbillo era stato dichiarato eliminato negli Stati Uniti. Ma negli ultimi anni, la riduzione della copertura vaccinale ha aperto la strada alla sua ricomparsa. 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il ritorno della malattia è legato a una crescente esitazione vaccinale, alimentata da disinformazione e diffidenza verso le istituzioni sanitarie. 

Le piattaforme digitali sono diventate terreno fertile per i movimenti antivaccinisti, permettendo loro di divulgare falsità e alimentare dubbi infondati sulla sicurezza dei vaccini mentre, sui social media, Fake news e teorie prive di fondamento hanno giocato un ruolo cruciale nell’instillare dubbi infondati sulla sicurezza e continuano a diffondere paura, come il presunto legame tra il vaccino MMR e l’autismo, ampiamente smentito dalla comunità scientifica

Ma oltre alla disinformazione, anche lo stesso timore degli effetti collaterali, spesso amplificato da contenuti allarmistici, ha spinto molti a rifiutare il vaccino, favorendo la diffusione della malattia ed esponendo la popolazione a un rischio evitabile.

Inoltre, la ridotta percezione del rischio ha contribuito a questa crisi sanitaria: molte persone ritengono erroneamente che il morbillo sia una malattia ormai debellata, sottovalutandone la pericolosità.

Questa ondata di casi riaccende i riflettori sulle scelte politiche in materia di salute pubblica.

Robert F. Kennedy Jr., attuale segretario alla Salute degli Stati Uniti, è noto per le sue posizioni antivacciniste. Infatti, inizialmente, aveva minimizzato l’epidemia definendola “non insolita”. Inoltre, in passato ha diffuso false informazioni sul vaccino MMR, contribuendo alla sfiducia di una parte della popolazione. Questo ha contribuito in modo significativo al calo della fiducia nei vaccini da parte di una fetta della popolazione americana, con conseguenze oggi visibili in Texas.

E sebbene ora abbia riconosciuto la gravità della situazione e annunciato che il governo fornirà 2.000 dosi di vaccino MMR al Texas, le sue posizioni passate sollevano dubbi sulla gestione dell’emergenza.

D’altro canto, secondo un’inchiesta del The Guardian, Kennedy ha recentemente proposto una riduzione della trasparenza nelle politiche sanitarie, limitando la partecipazione pubblica nelle decisioni del Dipartimento della Salute. Una scelta che, in piena emergenza, potrebbe complicare ulteriormente la risposta alla crisi.

L’epidemia può allargarsi?

Infine, le autorità sanitarie hanno dichiarato che questa epidemia di morbillo è la più grave registrata nello Stato negli ultimi tre decenni alimentando ulteriormente le preoccupazioni sulla diffusione del virus e sulla copertura vaccinale insufficiente.

Quest’ultima non sta solo alimentando la diffusione del morbillo in Texas, ma sta avendo ripercussioni anche in altri stati e Paesi e segnala un rischio concreto di un’ulteriore espansione del virus.

In Italia, ad esempio, i contagi sono in crescita, come evidenziano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel gennaio 2025, sono stati segnalati 70 casi, con un’incidenza di 14,2 casi per milione di abitanti. Il 95,3% dei contagiati non era vaccinato e si sono registrate complicanze come diarrea, insufficienza respiratoria e, in un caso, encefalite.

Questi numeri confermano che il morbillo è ancora una minaccia concreta e che la vaccinazione resta lo strumento più efficace per prevenirne la diffusione.

Questa crisi sanitaria dimostra che la lotta contro le malattie prevenibili non è mai davvero finita e che è fondamentale agire con tempestività per evitare che l’attuale focolaio si trasformi in un’epidemia su vasta scala. Il morbillo è una minaccia reale ed esiste un vaccino sicuro ed efficace per fermarlo, ma ciò non è abbastanza. Bisogna anche promuovere consapevolezza e rafforzare fiducia nella scienza. Il futuro della salute pubblica dipende dalle scelte che facciamo oggi. Senza un impegno collettivo per combattere la disinformazione e rafforzare la fiducia nella scienza, rischiamo di compromettere seriamente la sicurezza sanitaria globale.

Viviana Genovese
Studentessa di Lettere Moderne e chiacchierona per natura. La curiosità mi guida verso ciò che mi circonda, e la parola scritta è lo strumento di espressione che preferisco.
Nutro uno smisurato amore per i viaggi, il mare e l'arte in tutte le sue forme; ma amo anche esplorare nuovi mondi attraverso letture e film di ogni tipo, immergendomi in diverse realtà e vivendo più vite.

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