Posted on: 6 Giugno 2025 Posted by: Francesco Sossi Comments: 0
La Trama Fenicia, il nuovo film di Wes Anderson

In seguito al sesto attentato fallito avvenuto nei cieli dei Balcani, Zsa Zsa Korda decide di nominare come erede della sua miliardaria impresa, nota come la Trama Fenicia, la figlia Liesl, futura suora. Il film prende avvio dal rapporto tra padre e figlia per sviluppare un intreccio di storie che, dalla visione della pellicola, dovrebbe rappresentare l’umanità.


Dai legami familiari che caratterizzano la Trama Fenicia, ai simboli e riferimenti religiosi, fino ad arrivare alla perfetta geometria e simmetria che rendono noti tutti i film di Wes Anderson, il regista ci dona un film apprezzabile, senza risultare eccessivamente complicato.


Zsa Zsa Korda è un ricco imprenditore, ricercato in vari parti del mondo per aver sfruttato a proprio vantaggio le regole del libero mercato a scapito dei diritti dei lavoratori e del rispetto dell’ambiente. Sopravvissuto a sei attentati, riesce sempre a uscirne vivo. Tuttavia, l’ultimo attentato gli provoca un’esperienza di premorte che porta il protagonista faccia a faccia con Dio. Da quell’evento, Korda, consapevole di non essere immortale e che la settima volta potrà essere quella decisiva, decide di nominare un erede.

Zsa Zsa Korda ha nove figli maschi e una figlia femmina, Liesl. I nove figli maschi, ancora piccoli, sembrano desiderare la morte del proprio padre ancor prima di aver raggiunto l’adolescenza, mentre Liesl è l’unica figlia che Zsa Zsa non vede da tanto tempo e a cui è molto affezionato, per tanto, vorrebbe lasciare a lei la propria impresa. L’unico ostacolo è che Liesl vorrebbe farsi suora e dovrebbe rinunciare ad ogni bene e legame materiale per potersi avvicinare spiritualmente a Dio. Tuttavia, dato che i figli odiano il padre e la missione religiosa della figlia è aiutare il prossimo, la ragazza decide di dare una possibilità all’impresa Trama Fenicia.

Pertanto, come se fosse uno stage, la figlia viene assunta come futura erede per un mese di prova. 

Questo periodo si rivelerà molto più duro del previsto. Il governo statunitense, che da anni cerca di ostacolare l’attività di Zsa Zsa Corda, decide di mettere sul mercato un oggetto talmente piccolo ma che riuscirà a mettere in crisi l’ultimo grande progetto del ricco magnate.

Padre e figlia dovranno mettere in salvo i propri interessi attraverso la Trama Fenicia: un complesso sistema di legami familiari ed economici che, in una sorta di matrioska russa, in cui ogni decisione dipende da un’altra. Se solo una persona decidesse di uscirne, il progetto di Zsa Zsa Korda crollerebbe come un castello di carta. 


Tra i personaggi principali del film spiccano Zsa Zsa Korda, interpretato da Benicio del Toro; Liesl, interpretata dalla talentuosa Mia Threaplteton e Bjorn Lund interpretato da Micheal Cera, ma è arricchito anche da numerosi personaggi secondari, ognuno portatore di interessi differenti. Sebbene occupino pochi minuti sullo schermo, sono onnipresenti nell’universo di Anderson Bill Murray nel ruolo di Dio e Willem Dafoe. Il film ha suscitato un dibattito vivace tra fan e critici, anche per quanto riguarda lo stile di Wes Anderson. 

Dal punto di vista tematico, il soggetto centrale della pellicola è la critica al sistema capitalista, che negli ultimi anni ha mostrato crescenti segni di inefficienza nel soddisfare i bisogni delle persone.

Pertanto, il regista immagina un’evoluzione del protagonista verso la religiosità, incarnata da frequenti apparizioni divine, dai sacrifici religiosi e dal legame con una figlia che vuole farsi suora e che porta in casa il “verbo di Dio”. Tuttavia, la religiosità viene trattata in maniera piuttosto laica. Viene, infatti, interpretata come un sistema secolare che, alla pari di quello capitalista, ha influenzato profondamente le vite delle persone a partire dall’azione di base della società che è quella di prendere decisioni per superare delle sfide. Il film, infatti, può essere visto come un videogioco in cui, a ogni livello, deve essere sconfitto un boss fino ad arrivare allo scontro finale con  lo zio Nubar (interpretato da Benedict Cumberbatch, grandioso nel cortometraggio pubblicato su Netflix nel 2023 intitolato La Meravigliosa Storia di Henry Sugar tratto dai racconti di Roald Dahl). 

A ogni livello, un fattore esterno interviene per salvare i protagonisti: può essere economico o religioso, basato sulla capacità oratoria di Zsa Zsa Korda oppure sulle preghiere di Liesl. Altre interpretazioni sono state fornite per spiegare anche la sottotrama fatta di violenza e tentati omicidi che caratterizzano il film. Secondo alcuni, l’uomo è naturalmente e intrinsecamente violento; secondo altri, l’uomo è predisposto al perdono e all’amore. Questa seconda tesi trova sostegno nel finale del film.

Per quanto riguarda lo stile, i film di Wes Anderson sono riconoscibili per le seguenti caratteristiche: simmetria perfetta, uso di colori ricercati molto accesi, dialoghi veloci, movimenti dei personaggi decisi fino al dettaglio. La ricerca accurata di questi elementi fa dei film di Anderson un insieme di veri e propri quadri. Tale forma è frutto di un’evoluzione artistica del regista ha raggiunto il suo apice con il tanto acclamato Gran Budapest Hotel, in cui una trama avvincente si unisce a un’estetica affascinante.

Perciò, si possono distinguere due fasi: prima e dopo Gran Budapest Hotel. In precedenza, le inquadrature erano un po’ più sporche, più cupe, seppur ci fosse una ricerca attenta della simmetria quasi perfetta. Ma la sceneggiatura rendeva il pubblico partecipativo, creava empatia. Nei film recenti, come Asteroid City e La Trama Fenicia, l’elemento catartico è stato sacrificato a favore della bellezza visiva. Le storie restano interessanti, ma il modo in cui sono sviluppate sullo schermo tende a raffreddare il coinvolgimento emotivo dello spettatore. L’artificialità della scena rende il rapporto tra il soggetto rappresentato e il pubblico troppo distante. Ogni regista ha un proprio stile. Ma il problema nasce quando la libertà espressiva della propria arte si trasforma in prigionia, indebolendo la potenza del soggetto rappresentato. 

La Trama Fenicia risente un po’ di questa caratteristica di incatenamento che annichilisce il significato del film e le emozioni del film. Tuttavia, resta pur sempre un’opera di Wes Anderson, con un cast stellare. Sarà soddisfacente l’interpretazione di Micheal Cera nei panni di Bjorn oppure interessante è il personaggio di Mia Threapleton. Certamente, andare a guardarlo non sarà considerato perdita di tempo.

Francesco Sossi
Studente di SIE, che ha visto troppi film. Interessato alla scrittura e sognatore.

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