Demolizione. Questo è il futuro, con grande probabilità, dello stadio Giuseppe Meazza dopo la delibera per la cessione a Milan e Inter, approvata dalla giunta comunale il 30 settembre scorso. Le società acquisteranno lo stadio e le aree circostanti per 197 milioni di euro, bonificando le aree verdi e ristrutturando, in compartecipazione con il comune, il sottopasso Patroclo. Nel 2031 dovrebbe essere inaugurato il nuovo impianto e l’inizio della demolizione del Meazza è fissata per il 2032; sono in corso discussioni tra le squadre e il comune per conservarne una parte, al fine di adibirla a museo e sede di negozi. Infine, l’astante piazzale Angelo Moratti dovrebbe trasformarsi in una «cittadella sportiva» con servizi annessi: ristoranti, un negozio di merchandising, uffici per le squadre, un centro medico e un hotel.
La vendita di San Siro avverrà entro il 10 novembre, data in cui inizierebbe la tutela del secondo anello da parte della Soprintendenza alle belle arti del comune, essendo passati 70 anni dalla sua costruzione (il 10 novembre 1955). La firma della delibera è stata accelerata proprio per consentire alle squadre di completare l’operazione di acquisto prima della data limite.
San Siro, inaugurato nel 1926 come terreno di gioco del Milan, ospita entrambe le squadre meneghine dal 1947, quando l’Inter lasciò l’Arena civica di Parco Sempione. La sua struttura oggi è piuttosto superata: l’ultimo rinnovamento risale al 1990, quando lo stadio ospitò alcuni incontri dei Mondiali di calcio.
La delibera del comune (passata con 24 voti a favore, 20 a sfavore e due astenuti) ha acuito le proteste di diversi abitanti, favorevoli a che lo stadio rimanesse di proprietà della città. Davide Micco, presidente del Comitato delle case popolari di San Siro, non era tra questi, ma sta comunque seguendo con attenzione l’evoluzione della vicenda:
«Chi abita accanto allo stadio è intimorito soprattutto dall’impatto dei cantieri sulla loro vita e sull’ambiente, tra le polveri generate dalla demolizione e il passaggio dei camion. Inoltre, i lavori sarebbero un ulteriore disagio per una zona già molto affollata a causa del Meazza.
Alcuni residenti in quella zona ci hanno detto che stanno seriamente pensando di vendere casa».
E dunque, era davvero possibile la ristrutturazione? La risposta è affermativa, ma già da diverso tempo Inter e Milan spingevano per un impianto nuovo, cavalcando l’onda di rinnovamento che coinvolge oggi i principali stadi europei, da Manchester a Barcellona.
«È vero – spiega Micco –, i costi di mantenimento del Meazza sono alti e ricostruire tutto, aggiungendo la cittadella sportiva, è molto più conveniente per le finanze dei due club. Insomma, noi avremmo preferito la ristrutturazione, ma le ragioni delle società sono assolutamente valide».
Inoltre, l’Italia ospiterà gli Europei di calcio 2032 assieme alla Turchia e quindi dotare Milano di un’arena al passo con i tempi, com’è già lo Juventus Stadium di Torino, è una priorità sia per la Federcalcio che per Palazzo Marino.
Ben venga, dunque, la costruzione di un altro stadio, a patto di un progetto attento alle necessità degli abitanti:
«Gli architetti [Foster + Partners e Manica, ndr] sono di chiara fama, dunque non escludo soluzioni che diano valore alle aree circostanti. Tuttavia, dopo le recenti inchieste sull’urbanistica a Milano [che hanno causato le dimissioni dell’ex-assessore comunale Giancarlo Tancredi, ndr], la preoccupazione degli abitanti è giustificata».
In effetti, se alcune aree della metropoli sono in preda a «una specie di sbornia edilizia», in altre l’abbandono e le distese di cemento, come quella su cui si innalza «la Scala del calcio», testimoniano il disagio economico e sociale che colpisce certi quartieri.
«Gli appartamenti sfitti tra le case popolari di piazzale Selinunte sono circa 800, numero sorprendente considerata la carenza cronica di alloggi per studenti a Milano. Il Meazza è un problema importante, ma la giunta deve lavorare molto per risolvere anche tutti gli altri problemi nel settore immobiliare».
Dunque, ora che la vendita dello stadio sembra vicinissima, bisogna evitare giudizi affrettati su un progetto non ancora nato e che
«sicuramente porterà dei vantaggi, come la bonifica del suolo delle aree verdi. La speranza è che i residenti di San Siro non vengano abbandonati in un enorme cantiere e che il nuovo impianto possa essere un catalizzatore sociale ed economico per il nostro quartiere», conclude Micco.
Il prossimo anno, il Meazza festeggerà i suoi 100 anni, mentre il freddo inverno del capoluogo lombardo verrà riscaldato dal braciere olimpico. La cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 si terrà proprio a San Siro il 6 febbraio, con l’intero mondo sportivo riunito per un solenne omaggio a uno stadio leggendario. Se poi con il tempo sarà abbattuto, almeno i più si consoleranno ripensando alle partite, ai concerti e alle emozioni che il Meazza ha regalato nel corso della sua lunga vita.

